31/07/24

C'è chi dice che bisogna cancellare tutto per fare posto a un nuovo amore, come se lo spazio fosse limitato. Come se un amore escludesse l'altro. Ma non siamo forse capaci di amare i nostri figli, i nostri amici, i nostri animali, e di farlo allo stesso tempo? Sono diverse forme di amore, ma è sempre amore. E l'amore non ha principio, non ha fine, non ha dimensioni. Un grande amore può stare in un punto. Così come un grande orso va in letargo in una stanza piccola. Tutti gli amori della nostra vita stanno dentro di noi. Possiamo convincerci che è un bene cancellarli, per fare spazio. Ma ciò che può essere cancellato deve prima essere nato. Si può cancellare il tempo? L'amore c'è e basta. Lo possiamo seppellire dentro di noi, imprigionarlo. Oppure possiamo aprire la porta della gabbia e liberarlo. Liberare lui e tutti gli amori. Farli scorrazzare in noi come venti.

“I dieci passi dell'addio”,
Luigi Nacci

(Bogdan Grigore photography)

30/07/24

L’etimo di leggere: questo conosci.
È raggiungersi dentro e oltre,
sfiorare in ogni attimo l’estremo ardire?

O esiste chissà dove una soglia
che noi varchiamo verso un’origine nascosta?
Perché le parole che da ogni lato si volgono
ingannevoli,
non mostrano tutto il visibile
(visto che lo stesso guardare così presto
si vanifica).

Dunque non dire è “scritto”; non cercarvi
un tesoro favoloso, un senso
che mai nessuno pensò di dargli 
qualcosa è volato più in alto,
balenando oltre la propria ombra,
colpo d’ala
all'interno di una cupola:
e anche “cupola” è solo sordità, eppure
freme nello splendore di quell'eco,
risuona nella gioia che non ha eco.

Dopo, l’ala rabbuia.
Questa scala che sale così ripida
non potrà mai salire al proprio vertice.
Emozione di luce: un giardino, chissà.

Steven J. Grieco Rathgeb

(Agnese Cornelio photography)

29/07/24

Una parte importante della nostra storia è avvenuta a distanza. Iole io l'ho immaginata e inventata con un'insistenza e con un'intensità che a volte ha sfiorato la soddisfazione di averla davvero accanto, di assaporare la sua lingua, di stringerla a me. In più di un'occasione, aspettandola per un appuntamento, ho avuto alcuni attimi di sgomento, ho temuto che non esistesse, che provenisse dalla mia fantasia e perfino certi ricordi ho bisogno di puntellarli con dettagli insignificanti ma certissimi, che avvalorino quello che penso di ricordare.

“Le regole degli amanti”,
Yari Selvetella

(Bogdan Grigore photography)

27/07/24

Istruzioni per l'uso

Spogliami lentamente
sfilami prima il nome
poi il cuore
in ultimo strappami via la mente.

Ricorda di starmi sulla pelle
in verticale
premendo come peso a piombo
tra le cosce sullo sterno
aderendo bene al solco vivo
del volto.

Ondeggia sempre dalla parte
opposta alla mia direzione,
non cedere alla tentazione
di un rotondo abbraccio
mantieni la tua forma
la linea nera di demarcazione.

Chiudi sempre ogni porta,
si capisce che se scappo
tu non puoi restare:
del resto non si è mai vista
un’ombra
senza nulla da macchiare.

Silvia Rosa

(Masha Raymers photography)

25/07/24

Chissà se dopo un tortuoso arrancare
s’arriva a un chiaro punto di snodo
da cui scorgere un luogo senza danno…

oppure, abbandonata la finestra,
scavare sotto la propria soglia
e scansare imbucarsi scurricolare

e inoltrarsi fino alla grotta
dove ci scoprimmo umani

(e non nati al solo declinare,
quali siamo, malati deviati
che mai vedremo il tempo nuovo)

e nei graffiti reperire il segno
d’un altro seme e nel silenzio
entrare in quell’inizio

che non conosce il male e nessun pegno.

Eugenio De Signoribus

24/07/24

Tu sai
come baciarmi dentro
mordermi dalle costole le ali che fanno male.

Voglio strade che dormono vuote
mentre io resto insonne
a chiedermi se godi o tremi
lontano dalla mia notte.

Il mio corpo disabitato gocciola resina,
ho fiori sulla fronte e brina
e mille pianure che cantano di te.

Paola Casulli

(Alexey Tishevsky photography)

22/07/24

“Bianca, come va il tuo caos vitale? Non riordinarlo troppo, perché allora ti sparirà anche l'interesse alla vita. Tienilo giudiziosamente a mezz'acqua.”

“Una bellissima coppia discorde,
Il carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi”

(Francesca Owen photography)

21/07/24

Ci amammo alla follia
Poi siamo rinsaviti
Per quella malattia di noi guariti
Dal quel fottuto medico del tempo
Al crocevia di una via crucis
Via la croce e così sia

Fammi andar via
Aiutami
In questa eutanasia

Non ci ameremo più qui ma attraverso
Ciò che in altri giorni avremo perso
E nei ritorni della gelosia

Ce lo divideremo
Quel che pagheremo al boia
Per crepare poi di noia o nostalgia
Ma che sia morte e mai ferita
Quando tu chiederai
I baci e un'altra vita
Agli uomini usurai
Diglielo che tra noi non è finita
Che ti ho fregato tutto che sei in lutto
Che sei roba mia...

“Fammi andar via”,
Claudio Baglioni

(Thomas Capasso photography)

19/07/24

Era un’estate di fichi d’India e una catena di baci esauditi. Non avevo altro da desiderare oltre l’uscio dei baci. Più della libertà, ho aspettato il minuto bollente in cui quattro labbra sospendono il respiro e si mischiano per gustare se stesse attraverso altre due e si confondono per appartenersi […].
I baci non sono anticipo d’altre tenerezze, sono il punto più alto. Dalla loro sommità si può scendere nelle braccia, nelle spinte dei fianchi, ma è trascinamento. Solo i baci sono buoni come le guance del pesce. Noi due avevamo l’esca sulle labbra, abboccavamo insieme.

Erri De Luca,
“Il contrario di uno”

17/07/24

(In) sintesi d’assoluto

Per esempio, sai,
quando ti voglio
sto tutta lì, impigliata
nel cono minuscolo
che pulsa nascosto – di taglio –
tra le mie gambe.

Ma se non fossi dentro a questo corpo
se solo lo potessi abbandonare
allora mi farei perfetta
sintesi di parole e sogno
senz’ombra, desiderio carne dubbio

(in) Assoluto
ti potrei amare.

Silvia Rosa

15/07/24

(Anatomia di) un assolo 

Per sentire vivo
questo corpo
in superficie ricompongo (di te)
il muscolo contratto del pensiero
lacero l’imene del ricordo dal profondo
per il peduncolo avvizzito del tuo nome
risalgo l’occhio muto di carezze e d’ombre
impastando il desiderio fino all’argine
del fianco, che si sloga  – smagrito –
in frustoli di ruggine e vocali di respiro

ma non volo
mi sciolgo asciutta
un coagulo abortito di piacere
esangue al suolo.

(Sono stanca)

La metrica severa del tuo
andare e tornare e andare
mi puntella nelle tempie
un contrappunto quest’indecisione
un tarlo fra le cosce un’effrazione
che non raggiunge l’osso molle del godere
che non mi fa venire (a te)
per quanto ripercorra con le mani pube ventre seni
al ritmo che impone la tua assenza
fino al nucleo alla molecola della Parola (quel tuo niente)
un esercizio fonetico  – sì no forse – che mi arrende
e mi squaglio tra le costole
nell’inguine nell’immaginazione

ma non muoio
mi addormento fredda
vuota schiusa
in un assolo.

Silvia Rosa

(Gabriele Rigon photography)

13/07/24

L’anima si sceglie il proprio compagno
poi – chiude la porta –
così che la maggioranza divina
non possa più turbarla –

Impassibile – vede i cocchi – che si fermano
laggiù al cancello
Impassibile – vede un Re inginocchiarsi
alla sua soglia

Io so che – tra tantissimi
L’anima ne scelse uno
Per poi sigillare – come fossero pietra –
le valve della sua attenzione.

Emily Dickinson

(Celine Andréa photography)

12/07/24

Infine potrò confessarti che sei molto di più,
che sei altra, che sei mistero.

Perché  mistero è la tua voce sussurrata,
mistero le tue forme.

Ogni piccola piega della pelle un verso
e la tua bocca un sigillo promesso.

Gianfranco Brevetto

(Richard Plumb photography)

10/07/24

Non mi importa
che la strada sia lunga
se la tua voce ritorna.
Se di nuovo
quella meraviglia
nella stretta mia
dei fianchi tuoi
odo vibrare
come anemone di mare
al passaggio repentino
di un pesce.

Non mi importa
esser vissuto
nel disonore
o nel vizio.
Nessuno ora vede
quanta gioia e quanta luce
ho trattenuto
per il più caro
e incomparabile,
questo smeraldo.

Che la strada sia lunga
e alla fine tu sia lì.
Come nel principio.

Luigi H. Perfetti

09/07/24

Mostrami i tuoi piedi, mostrami le tue gambe, le tue cosce,
Mostrami quelle protuberanze carnose;
Mostrami quelle colline dove siede l'amore sorridente,
Avendo sotto di se una fontana vivente;
Mostrami il tuo ventre, e poi lasciami ancora,
Ascendendo il tuo prato, vedere tutto.

Robert Herrick

(Frank Verbreyt photography)

06/07/24

D’accordo mi arrendo:
accetto di vivere
la prima esistenza che viene
proseguo stonata
con l’inutile forza che mi contraddistingue
gratto i muri tanto per fare
meglio che essere
assolutamente contemplativa
guardo le stelle
e non trovo significati
guai ad essere
beatamente infelici.

Stefania Crozzoletti

05/07/24

Devo essere una sirena.
Non ho paura della profondità
e ho una gran paura della vita superficiale.

 “Le quattro stanze del cuore”,
Anaïs Nin

(Francesca Owen photography)

03/07/24

La mia anima viaggia sul profumo come l’anima degli altri viaggia sulla musica. I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature: contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti, dalle foglie e dalla pelle umana.
Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su un cielo immenso dove si abbandona il calore eterno. Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rollio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.

Charles Baudelaire

(Christophe Vermare photography)

02/07/24

Dissemino le stelle intorno al mio corpo
comunicando con ogni forma sensibile,
con ogni cellula:
che cosa sono il nome,
il verbo, l'identità?
Né il divieto mi annulla
né l'imperativo mi plasma
né il nome mi contiene.

Wafaa Lamrani

01/07/24

Nella zona strana delle nostre ore
c'è una solitudine astratta.
Una tela bianca sul tuo fare e disfare il tempo.
Certe cose non le comprendo ma le assimilo,
è una noia riprovevole la mancanza della tua bocca.
Oggi manca ancora un giorno a domani.

Gianluca Nadalini

(Antonio Mattina photography)