30/06/23

Nell’universo non c’è nulla che davvero ci assomigli, noi stessi non ci assomigliamo, e ogni forma di identificazione non è, in fin dei conti, che il casuale sovrapporsi di ombre fuggitive. Ogni perdita d'innocenza aumenta in noi il senso desolante dell'estraneità di quel mondo che l'anima si ostina a scambiare per la propria casa.

“Due vite”,
Emanuele Trevi

(Ima GI by Alessandro Lercara)

28/06/23

Ancora un momento, mentre tutto si perde, 
la memoria che serba la bellezza di un volto, 
gli occhi lontani che versano 
qui la loro chiarezza, dolce e leggera, 
questo amore ostinato 
prima dell’oblio.

Ángel González

(Dorota Gorecka photography)

27/06/23

Non c'è forse, tra tutti i dolori che la vita ci costringe a sopportare, un dolore più grande di questo: amare qualcuno più di se stessi, e godere, fino a un certo limite, della sua presenza - e nello stesso tempo, capire che quell'essere amato, proprio mentre è lì con noi, in carne e ossa, e divide il suo tempo con noi, in realtà appartiene solo al suo destino che già, mentre siamo sicuri di stringerlo a noi, lo porta lontano. Perché la sua storia, per quanti sforzi possiamo fare, non è la nostra e non lo sarà mai.

“Qualcosa di scritto”,
Emanuele Trevi

(Helmut Newton photography)

26/06/23

Sento sempre l'abbandono, anche quando una foglia che guardo cade, e un soffio la rapisce portandola lontano. Forse per questo ho scelto la solitudine, per non vedere nulla allontanarsi, non porte che si chiudono, corpi che spariscono.

Isabella Santacroce

(Joaquín del Castello photography)

25/06/23

È quando il corpo è tra quattro mura
che lo spirito fa i suoi viaggi più lontani.

Augusta Amiel-Lapeyre,
“Pensieri selvaggi”

24/06/23

La luce entrava dalla finestra spalancata sul golfo
di quel paesino di case bianche e pescatori.
Dal secondo piano di un motel potevamo vedere il mare.
La luce bagnava le lenzuola bianche
e la nostra pelle fatta di carta e cotone.
Parlavamo guardando il soffitto e poi appoggiati
l’uno all'altro mentre imparavamo a conoscere
i nostri occhi.
La brezza che entrava dalla finestra
si fondeva con le parole sussurrate e le risa
alle mani passate come piume sul corpo.
Giocavamo agli innamorati, fuggiti lontano
dal caos in un sogno privato,
prescelti dalla vita per assaporarne il gusto.

Paolo Maggis

(Randall Hobbet photography)

23/06/23

Con quanta velocità una vita mette radici in un posto nuovo? Con quanta velocità passa il tempo dal momento in cui uno si sente straniero in un luogo, al momento in cui il luogo lo ha risucchiato dentro di sé?
A volte pensavo che la nostalgia per il paesaggio in cui si è cresciuti fosse connaturata, come depositata dentro di noi; che l'istinto che poteva portare un gatto a vagare per centinaia di chilometri a caccia del suo luogo di origine albergasse anche dentro di noi, dentro l'animale uomo, allo stesso livello di altre correnti profondamente arcaiche.
O esistevano altre prospettive, perchè quello stesso mondo non poteva forse essere visto come un miracolo di freschi fiumi e vaste foreste, di conchiglie a forma di spirale e di grotte a dimensione umana, di arterie e sinapsi, pianeti deserti e galassie in espansione?
Il paesaggio piatto, il sole che stava sorgendo, l'immobilità all'esterno, le persone che dormivano, quel guizzo di felicità così forte da ricordarlo venticinque anni dopo. Ma in quella felicità non c'era nessuna ombra, era pura, incontaminata, sincera.

“Un uomo innamorato”,
Karl Ove Knausgård

(Bryan Liston photography)

21/06/23

Incontrarsi casualmente
e scoprire l'altra metà del giorno.

Lui era notte e lei dì.
Lui solitudine del pensiero, lei pensiero del cuore.
Lui, sull'orlo del suo abisso, oscurità.
Lei, tra aurora e alba, splendente.
Lui tempesta che allontana, lei quiete che cattura.
Lui un addio, lei un abbraccio.
Lui la rincorreva, lei si lasciava prendere.
Nella fuga e nel ritorno si cercavano di continuo.

Un giorno qualsiasi 
incontrarsi nella "casualità" dell'amore
e scoprirsi non più un giorno spezzato, ma intero.

Michele de Paolis

19/06/23

La morte di un rapporto è in realtà la morte di un linguaggio segreto. Un rapporto che muore dà origine a una lingua morta. L'ha detto lo scrittore Jordi Carriòn: Due persone, quando si innamorano e si frequentano e convivono e si amano, creano un idioma che appartiene soltanto a loro. Quell'idioma privato, pieno di neologismi, inflessioni, campi semantici e sottintesi, ha solamente due parlanti. Comincia a morire quando si separano. Muore del tutto quando i due incontrano nuovi partner, inventano nuovi linguaggi, superano il lutto che sopravvive a ogni morte. Sono milioni, le lingue morte.

“In tutto c'è stata bellezza,
Manuel Vilas

(Saul Leiter photography)

18/06/23

Eri l’ultima
donna della vita, eri il temporale
e la quiete, il luogo
dove la luce è insanguinata
e il sangue fiorisce: pochi minuti,
pochi metri, sempre lì,
nel cemento che parla, nella città
degli amanti, nel silenzio
dei lavandini, il bacio
avvenne
e noi non abbiamo
voluto più uscire.
[…]
Noi che abbiamo conosciuto
il cuore di ogni giorno e il cuore senza età,
l’idea che illumina la carne,
la sapienza delle misure
e il lampo, noi ci lasciamo
qui, in due metri di cemento, con un atto
di presenza, un battito
estivo, uno scambio di persona.

Milo De Angelis,
da “Tema dell'addio”

16/06/23

Ti ricordi il nostro incontro?
Quella sera io non ho conosciuto te
Ho conosciuto la tua dolcezza
La tua timidezza la tua solitudine
Il tuo silenzio
Pensavo di avere solo il mio corpo da darti
E che tu volessi solo quello
Ma tu volevi molto di più
Volevi essere libero e volevi
Che anch'io fossi libera, libera tua.

Tu lo chiamavi amore, io ti
Dicevo sempre: “Non esiste
Sarebbe troppo bello”
Tu mi guardavi sorridevi tacevi
E piano piano, non so perché
Cominciai a spogliarmi dentro, per te
Lentamente cadevano le mie idee stupide
Le mie paure le mie diffidenze
E insieme al mio corpo
Tu abbracciavi la mia volontà
Le mie emozioni la mia anima
E per la prima volta
Ho abbassato gli occhi e sono
Arrossita davanti a un uomo.

Poi soli noi timidi noi
Liberi noi fuori di noi
Dentro di me amanti noi.
Poi pazzi di noi
Assurdi noi noi senza colpa
Peccatori noi schiavi di noi
Angeli noi

Ed è per questo che mi
Sembra tutto così assurdo adesso
Certo, non è molto bello vederti
Raccogliere tutta la tua roba
E cercare di scappare via come un ladro.
Io non ti trattengo, vedi?
Mi hai insegnato tu ad essere libera
Adesso voglio che anche tu sia libero.

Puoi portare via tutto di te
Ma il nostro incontro
L'hai lasciato qui dentro di me...

“Incontro”,
Patty Pravo

(David Dubnitskij photography)

15/06/23

Ode alla fantasia

Lascia sempre vagare la fantasia,
È sempre altrove il piacere:
E si scioglie, solo a toccarlo, dolce,
Come le bolle quando la pioggia picchia;
Lasciala quindi vagare, lei, l’alata,
Per il pensiero che davanti ancor le si stende;
Spalanca la porta alla gabbia della mente,
E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.
[…]
Sì, siediti qui, e con la mente
Intimidita dall’immaginazione,
Invia la fantasia ad un’alta missione.

John Keats

(Jonathan Hallam photography)

13/06/23

Ci sono corse che non hanno bisogno di nessun spostamento. Si può anche stare immobili e finire lontani. Quella era una corsa così.

Isabella Santacroce,
“Dark Demonia”

(Sacha Leyendecker photography)

11/06/23

Entrò nelle mie celle recondite.
Dissi: dalla sua vibrazione
i miei spazi sono stati posseduti.
Un vento al quale nulla sfugge
si accende nelle vele
del mio desiderio.
Le sorgenti del riparo
s’intensificano.

Clara Janés

(David Dubnitskij photography)

10/06/23

“Sofisticatamente Felina”

(Jean Claude Sanchez photography)

09/06/23

Vivo senza cercarti
all'altezza precisa
della vita,
all'altezza di un volo di colomba,
nella verde campagna...
ti trovo.
Che fatica
colmare le domande,
le risposte del sangue.

Leopoldo Panero

(Lucia Semprebon photography)

07/06/23

Sii sempre la dimora inimmaginabile di pensieri solitari, quelli che sfuggono il concepimento fino al limite stesso del cielo, poi lasciano il cervello spoglio.

“L'amore fatale”,
Ian McEwan

(Alan Sy photography)

06/06/23

Ieri sera mi sono sentita come se tante ali mi accarezzassero tutta, come se le punte delle tue dita avessero bocche che baciavano la mia pelle.

(Frida Kahlo, frammento dalle lettere all’artista spagnolo José Bartolí, 20 ottobre 1946)

05/06/23

Io sono dalla testa ai piedi
fatta per l'amore
perché tale è il mio mondo
e nient'altro che questo
è quel che devo fare
è la mia natura
posso solo amare
e nient'altro che questo.

Gli uomini mi svolazzano
intorno come falene ad una luce
e pure se si bruciano
non posso farci niente,
io sono dalla testa ai piedi
fatta per l'amore.

Marlene Dietrich,
“Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt”

(Sølve Sundsbø photography)

03/06/23

Non so in che modo
entri
nel territorio segreto
che mi abita

Mentre cammini
–  come riconoscendomi –
bagliori di giugno riempiono lo sguardo

Ti lascio percorrermi
ti racconto i miei segreti
ti avvolgo con le mie risa

So che sei di passaggio
non ti tratterrò.

María Clara González de Urbina

02/06/23

Stretta nella tua pelle,
nelle tue braccia immaginate –
unica casa.
Irripetibile bene trattenuto sperato –
da te non c’è ritorno.
Mio silenzio mia febbre mia cosa perduta.
Vibrazione lieve.

Inavvertita luce,
Annachiara Atzei

(Agnese Cornelio photography)