28/02/21

Se ti appartengo, è da me che mi separo.
Perdo il mio passo tra i sentieri della terra
E di Dioniso seguo la carne, l’ebbrezza.

Se ti appartengo perdo la luce e il nome
E la nitidezza dello sguardo di tutti gli inizi:
Ciò che mi sembrava disegno nell’eterno
Se ti appartengo è un accordo illusorio nel silenzio.

E per questo, per perdere il mondo
Mi separo da me. Per l’assurdo.

Hilda Hilst

(Aleksandr Mavrin photography)

25/02/21

Ringrazio i miei sogni che sanno accarezzarmi nelle giornate in cui la realtà mi maltratta.

Jean-Pierre Claris de Florian

22/02/21

L’attesa è una catena che unisce tutti i nostri piaceri.

Charles-Louis de Montesquieu

(Céline Andrea photography)

20/02/21

“Devi abitare la poesia
se vuoi fare poesia”.
E cosa significa “abitare”?
Significa portarla come un abito, indossare
le parole, sedendo nella luce più netta,
nella seta del mattino, nel fodero della notte;
un sentire spoglio e frondoso in un’aria che sorprende;
familiare... insolita.
E cosa significa “fare”?
Essere e diventare il clima mutevole
delle parole, il servo della musa a condizioni
atroci, intraprendere viaggi sopra voci,
evitare la collina dell’ego, il pozzo dell’afflizione,
la sirena che sussurra stampare, successo, stampare,
successo, successo, successo.
E perché abitare, fare, ereditare poesia?
Oh, è la commedia condivisa della peggiore
benedizione; il suono che guida la mano;
la parola vitale che scorre da una mente all’altra
attraverso le stanze lavate dei sensi;
una di quelle stregate, indifendibili, impoetiche
croci che pur dobbiamo portare.
 
Anne Stevenson,
da “Le vie delle parole”

(“Be my muse” by Ruslan Lobanov)

18/02/21

Il mare brucia le maschere,
le incendia il fuoco del sale.
Uomini pieni di maschere
avvampano sul litorale.
Tu sola potrai resistere
nel rogo del Carnevale.
Tu sola che senza maschere
nascondi l’arte d’esistere.

Giorgio Caproni,
da “Cronistoria”

(Venetian Diary by Ruslan Lobanov)

17/02/21

La mia signora nuda incorniciata
nel crepuscolo è un evento
così bello che agevola
l'intento del genio.
Pittura prova assoluto pudore
dinanzi a questa musica
e poesia non si avvicina,
in perfetto timore.

Edward Estlin Cummings,
da “Che cosa è per me la tua bocca”

15/02/21

15 febbraio (Venezia e una ragazza)

Ora come potrei rivolgerti la parola, che mi tiro a lustro per sopperire al vuoto nello specchio e rivedo sul nastro l’istante in cui, durante il nostro primo bacio, mi hai buttato le braccia al collo, un sabato sera ubriaco. Chissà come campa chi è sopravvissuto al patibolo e ha salvato il tutto a scapito di una parte, o cara storpiatura. Non volevo restare indietro: tu ambiziosa e sgombra, io bisognoso delle tue cure. Rischiavo di versare troppo sangue e la mia voce non doveva finire al vento, non poteva: ci riconoscevamo a stento in mezzo al mercato del pesce a Rialto nella bora, nella solita bufera, neanche sapevo perché fossi lì.

Matteo Bianchi,
da “Fortissimo”

(Venetian Diary by Ruslan Lobanov)

Ma non voltarsi verso Euridice,
anche questo sarebbe stato tradirla,
avrebbe significato non essere fedele
alla forza smisurata e incauta
del suo impulso interiore,
che non vuole Euridice nella sua verità diurna
e nel suo incanto quotidiano,
ma la vuole nella sua oscurità notturna,
nel suo allontanamento,
che vuole vederla
non quando lei è visibile, 
ma quando è invisibile.

Maurice Blanchot,
da “Lo spazio letterario”

13/02/21

Al segno che ti dà la stanza sciogli
sulla parete l’ombra dei capelli,
le braccia alzate, la flessuosa voglia
d’avermi, e già dal ridere mi volti
nella raffica buia, mi cancelli
per affiorare dal lamento vano.
Smarrita, nel cercarmi con la mano,
nel distinguermi il volto, grata, piena
d’aperto e poi ripresa dalla lena
della dolcezza, calma a poco a poco
come in un lungo brivido. Dal gioco
degli occhi che balbettano mi ridi
sul petto a colpi di piccoli gridi.

Alfonso Gatto,
da “Poesie d’amore”

(Jahz Design photography)

11/02/21

Come un segno nero a margine

Ha una forma irregolare
il dire
quando gli spigoli improvvisi
del Tempo
scontornano parole
e tace lo schioccare vorticoso
della lingua sul palato
come un frullare d’ali
a misurare - stanco -
il perimetro del Vuoto.

Ha un movimento in girotondo
ogni lemma, prima dello schianto,
prima di precipitare
in coincidenza del Silenzio
incrinandosi nel centro
e più dentro, nel profondo,
fino all’origine di Senso.

Il mio Corpo cede peso all’Anima
e cambia di significato e di sostanza
nello spazio del discorso
si appunta come un segno nero
a margine,
nel bianco di una pausa

muto, fugge la distanza
- annullandosi -
si fa Eterno, senza Verbo, sconfinato.

Silvia Rosa

10/02/21

Concedimi questi cieli, questi mondi assopiti,
il peso del silenzio, questo arco, questo abbandono,
accendimi le mani,
affondami la vita
con il dolce dono che ti chiedo.
Dammi la luce scura, appassionata e salda
di questi cieli lontani, l’armonia
di questi mondi sigillati,
dammi il confine silenzioso, il delineato
contorno di queste lune d’ombra,
il loro canto misurato.
Tu, il negato, dammi tutto,
tu, il potente, chiedi,
tu, il silenzioso, dammi il dono più dolce
di questo miele immediato e insensato.

Idea Vilariño

07/02/21

Libellula, chi ti diè questo nome?
Chi scelse la successione musicale delle labiali,
li-bel-lu-la,
come note uscite dai tasti di un pianoforte?
Due grandi e colorate ali trasparenti, tremule e trepide, quelle sei tu.
(...)
“Come una libellula”
vuol dire una controllata eleganza in una liberata energia.
E controllata eleganza e liberata energia, come la tua, cerca nelle sue frasi
lo scrittore mentre vola la sua fantasia
e a volte si ferma - come fai tu - e a volte arretra - come fai tu -,
sospeso anche lui e oscillante, accampato a mezz’aria.
Libellula, bella libellula, dai a lui le tue ali.

Raffaele La Capria

(Alberto Buzzanca photography)

06/02/21

“ (...) ogni secondo, ogni frazione di tempo è un universo. Ho abolito tutto il prima e il dopo fissandomi così sull’istante nel tentativo di scoprirne l’infinita ricchezza. Vivere il tempo come tempo, il secondo per quello che è, rappresenta il tentativo di sfuggire alla drammaticità del divenire. Quello che riusciamo a vivere nel secondo è sempre qualcosa di particolarmente intenso, che prescinde dall’aspettativa del futuro e dal ricordo del passato, finalmente liberato dalla continua presenza della memoria.”

Italo Calvino,
da “Ti con zero”

(Maxim Chelak photography)

04/02/21

“In un mondo che
Prigioniero è
Respiriamo liberi
Io e te
E la verità
Si offre nuda a noi
E limpida è l'immagine ormai...”

Lucio Battisti,
“Il mio canto libero”

(Roman Krejcik photography)

03/02/21

Ci sono posti che
soltanto a immaginarli,
poco a poco si spostano,
fino a comparire un giorno
in un altro punto dello spazio.
Così il desiderio - topografo zoppo -
disegna le sue mappe al buio,
quando le case dormono ancora,
e in ogni letto del mondo
lascia una croce con il suo nome,
perché noi saremo sempre là
dove gli altri ci sognano,
e mai qui
dove nessuno ci chiama.

Alfonso Brezmes

(Christian Coigny photography)

01/02/21

Scivolano via le sue giornate, come parole di una liturgia antica scompigliate dall'immaginazione, e riordinate dal fedele compasso della quotidianità. Riposano immobili su se stesse, esattamente in bilico tra ricordi e sogni.

Alessandro Baricco,
da "Castelli di rabbia"