31/08/22

Bisogna, alle cose,
lasciare la propria quieta, indisturbata evoluzione
che viene dal loro interno
e che da niente può essere forzata o accelerata.
Tutto è: portare a compimento la gestazione, 
e poi dare alla luce.
[…]
Bisogna avere pazienza
verso le irresolutezze del cuore
e cercare di amare le domande stesse
come stanze chiuse a chiave e come libri
che sono scritti in una lingua che proprio non sappiamo.
Si tratta di vivere ogni cosa.
Quando si vivono le domande,
forse, piano piano, si finisce,
senza accorgersene,
col vivere dentro alle risposte
celate in un giorno che non sappiamo.

Rainer Maria Rilke

29/08/22

Toccami l’ombelico,
chiamami carne,
come un fiore fa sbocciare il mio seno,
curvami all’indietro,
e risalimi.

Nanette Rayman

28/08/22

La bellezza senza un fine è bellezza senza virtù.
Ma ogni cosa bella, per natura, ha questa funzione –
stimolare chi osserva verso pensieri sublimi.
Gloria al mondo, quel gran maestro.

Tra i cigni nessuno è chiamato l’ultimo, o
il migliore.
Io credo nella gentilezza. Anche nella malizia.
Anche nel canto, specialmente quando
cantare non è necessariamente previsto.

In quanto al corpo, è solido e forte e curioso
e pieno di dettagli; vuole auto perfezionarsi;
vuole amare un altro corpo;
è l’unico recipiente del mondo che possa contenere,
in un misto di potere e dolcezza:
parole, canzoni, gesti, passione, idee,
ingenuità, devozione, allegria, vanità e virtù.

Conserva qualche stanza nel tuo cuore per l’inimmaginabile.

Mary Oliver,
da “Evidence”

27/08/22

Credi che non ti capisca? Tu insegui un sogno disperato, questo è il tuo tormento. Tu vuoi essere, non sembrare di essere. Essere in ogni istante cosciente di te e vigile, e nello stesso tempo ti rendi conto dell’abisso che separa ciò che sei per gli altri, da ciò che sei per te stessa.
Provoca quasi un senso di vertigine il timore di vedersi scoperta vero? Di vedersi messa a nudo, smascherata, riportata ai suoi giusti limiti. Poiché ogni parola è menzogna, ogni gesto falsità, ogni sorriso una smorfia […]. La vita si manifesta in mille modi diversi ed è impossibile non reagire: a nessuno importa sapere se le tue reazioni sono vere oppure false, sincere o bugiarde. Solo a teatro il problema si rivela importante e forse neanche lì.
Io ti capisco Elisabeth, capisco il tuo silenzio, questa tua immobilità e perché tu abbia elevato a sistema di vita la tua assurda apatia, capisco e quasi ti ammiro.
Secondo me devi continuare a recitare la tua parte fino in fondo, finché essa non perda ogni interesse di abbandonarla così come sei abituata a fare, passando da un ruolo all'altro.

Monologo tratto dal film “Persona”
di Ingmar Bergman

(Alessio Cunego photography)

26/08/22

Se ho perso la vita, il tempo, tutto quello che ho gettato, come un anello, nell’acqua, se ho perso la voce nella macchia mi resta la parola. Se ho patito la sete, la fame, tutto quello che era mio e alla fine era nulla, se ho falciato le ombre nel silenzio, mi resta la parola. Se ho aperto le labbra per vedere il volto puro e terribile della mia patria, se ho aperto le labbra le labbra fino a squarciarle, mi resta la parola.
Voltai la testa: eri lì. Eri sempre stata lì ad aspettarmi. Dietro una meravigliosa parola, sempre. Apri e chiudi, dolce, il cielo. Come ti aspettasse, giunge l’alba. Concedi la luce, smuovi il vento all’imbrunire.

Blas de Otero

24/08/22

Signora Lia stasera
 Stai con tuo marito
Sta tranquilla che non sa...
Non sa che l'hai tradito.”

(Kim Weston photography)

23/08/22

Farò della parola tumulto e del tumulto schiuma d’onda. Saranno segrete lacrime liberate. E ne faremo destino.
Tu che hai trasformato ogni mio “dovevo” in splendidi “puoi”.
Non c’è sfiorare senza mutare. E nel mutare sorridere. Questo è accettarsi. E sorridere al destino.
E anche se spigoloso ami il mio essere talvolta scoglio perchè è lì che il tuo tumulto d’onda ama infrangersi.
Forse solo chi sorride fa suo il proprio destino.
Tu che di me ami anche i mutamenti. Sorridi nel mio morire e rinascere in mille forme: sei sostanza, sei respiro dei miei mari lunari.
L’inquietudine derivante dal tedio. Ecco cosa uccide il desiderio. Spegnendolo.
Non temiamo il destino. Non ci tireremo indietro. Prima di essere schiuma saremo indomabili onde.
Tu diventi desiderio.

Cesare Pavese – Dialogo 7: Schiuma d’onda
(Dialoghi con Leucò)

22/08/22

“Nasce l'esigenza di sfuggirsi
Per non ferirsi di più...”

20/08/22

Ah, fantasmi di te, mille fantasmi
arsi di sete, tutti, alla mia fonte!
Una forza stranissima si insinua
nelle mie labbra docili e le incurva;
io ruoto, sento, sul mio desiderio
schiava di un magnetismo che mi ha vinta.
La corsa dopo invaderà il mio corpo
che la esercita in sé, nel suo tormento,
per superare ciecamente il solco
dove tu, assente, non puoi più fiorire.
Ardo di mille musiche diverse,
ma dove è tempo di un incontro nuovo,
resiste il “poter essere” di te.

Alda Merini,
“La presenza di Orfeo”

19/08/22

In segreto, di notte
io t’ho prescelto fra tutte le stelle.
E sono sveglia – fiore attento,
fra il canto basso del fogliame.
Le nostre labbra per cercare miele,
le nostre notti lucenti sbocciate.
Alla luce gloriosa del tuo corpo il mio cuore
accende i cieli.
Tutti i miei sogni pendono al tuo oro.
Io t’ho prescelto fra tutte le stelle.

Else Lasker-Schüler

17/08/22

Non si desidera di godere. Si desidera sperimentare la vanità di un piacere, per non esserne più ossessionati.

Cesare Pavese,
“Il mestiere di vivere”

(Pierre Dal Corso photography)

15/08/22

Come qualcosa
che sia rimasto fuori per errore
io vengo a visitarti, casa verissima,
dovunque.
E la visitazione è questa vita
che perde le pareti mentre avanza:
la perdita è infinita, e mi precede,
è accanto,
è alle mie spalle, e vivamente
abita nelle parole come a casa.

Silvia Bre

(David Dubnitskij photography)

13/08/22

Un posto nel tuo cuore
non lo voglio
perché quando farai l’amore
laggiù io sarei il clandestino
sballottato dalla tempesta
nella stiva.

“Cento poesie d’amore a Ladyhawke”,
Michele Mari

(Sacha Leyendecker photography)

12/08/22

Hai descritto te stessa per eliminare qualsiasi dubbio, ti sei riassunta in una sola frase, oltretutto tra parentesi.
Se è davvero così, se ti senti tra parentesi, permettimi allora di infilarmici dentro, e che tutto il mondo rimanga fuori, che sia solo l’esponente al di fuori della parentesi e ci moltiplichi al suo interno.

David Grossman,
“Che tu sia per me il coltello”

10/08/22

Non guardarmi dall’alto della tua assenza con quella gravità un po' infantile che faceva del tuo viso la maschera di un giovane faraone nubiano. Credo sia stato chiaro da sempre che non ci saremmo dati altro che il piacere e le feste filiformi dell’alcol e le strade vuote della mezzanotte. Di te conservo molto più di questo, ma nel ricordo ritorni nuda e riversa, il nostro pianeta più precipuo è stato quel letto nel quale pigre, imperiose geografie, nascevano dai nostri viaggi, nello sbarco gentile o resistito delle ambasciate coi cesti di frutta e le camuffate frecce, e ogni pozzo, ogni fiume, ogni collina e ogni distesa sono stati trovati lungo notti estenuanti, tra scure dicerie di alleati o dei nemici. O viaggiante di te stessa, ordigno dell’oblio! E allora mi passo la mano per il viso con un gesto distratto e il profumo del tabacco tra le mie dita torna a riportarti indietro per strapparmi a questo presente dozzinale, proietta antilopi sullo schermo di quel letto nel quale vivemmo gli infiniti percorsi d’un effimero incontro.
Con te imparavo linguaggi paralleli: quello della geometria del tuo corpo che mi riempiva la bocca e le mani di teoremi tremanti, quello del tuo parlare diverso, la tua lingua insulare che non di rado mi confondeva. Insieme al profumo del tabacco torna ora un ricordo nitido che lo comprende tutto in un istante - che è pressappoco un vortice.

Julio Cortàzar,
“I racconti”

09/08/22

Poco a poco stai entrando nella mia assenza
goccia a goccia riempiendo la mia coppa vuota
là dove sono ombra non smetti di apparire
perché soltanto in te le cose si fanno reali
allontani l’assurdo e mi dai un senso
ciò che ricordo di me è quello che sei
giungo alle tue sponde come un mare invisibile.

“Di ciò di cui non si può parlare”,
Alejandro Jodorowsky

(Christophe Vermare photography)

08/08/22

8 agosto 1966
Mi sono alzato verso le quattro del mattino e ho passeggiato in riva al mare. Seduto su una roccia. Ho atteso il giorno. Quando la luce è spuntata, non è venuta dall’alto, ma dalle rocce intorno, come se vi fosse nascosta e attendesse il mattino per apparire. Questa trasfigurazione della materia, così bella, così irreale, mi ha fatto dimenticare le amare riflessioni con le quali esordisce ogni mia insonnia.
Nei paesaggi che amiamo le nostre infermità assumono un colore diverso. Qui l’insonnia non è un male, ma soltanto una certa impossibilità.

Emil M. Cioran,
dal “Taccuino di Talamanca”

(Sylvie Bessou photography)

06/08/22

Arrivati a questo punto
dicesti
o si va oltre
o non ci si vede mai più.
Non capivi che il bello era proprio quel punto
era rimanere
nel limbo delle cose sospese.

“Cento poesie d’amore a Ladyhawke”,
Michele Mari

(Dave McEllistrum photography)

04/08/22

Un cuore coraggioso guarda il Desiderio, non la morale.

Ima GI

02/08/22

Quasi tutti pensano che le cose non siano vere finché non sono state dette, che sia la comunicazione e non il pensiero a dar loro legittimità. Per me è il contrario: i pensieri sono più veri quando vengono pensati, esprimerli li distorce o li diluisce, la cosa migliore è che restino dell'hangar buio della mente, nel suo clima controllato, perché l'aria e la luce possono alterarli come una pellicola esposta accidentalmente.

Peter Cameron,
da “Un giorno questo dolore ti sarà utile”

01/08/22

L’uggia di nascondere al consorte
graffi paralleli sulla schiena
o galassie di capillari rotti
mai noi la conoscemmo
perché sono sul cuore i graffi
e le galassie
dentro.

“Cento poesie d’amore a Ladyhawke”,
Michele Mari

(Alessandro Casagrande photography)