31/05/20

Sognai che lei sedeva vicino al mio capo,
arruffando teneramente i capelli
con le dita, suonando la melodia
del suo tocco.
Guardai il suo volto,
e lottai con le lacrime,
finché l'agonia di parole non dette
lacerò il mio sonno come una bolla.

Mi sedetti sul letto e guardai lo splendore
della Via Lattea sopra la finestra,
come un mondo di silenzio in fiamme,
e mi chiesi se in questo momento
lei sognasse un sogno simile al mio.

Rabindranath Tagore

(Andrei Gorgots photography)


30/05/20

Accarezzami

Accarezzami, amore,
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.
Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino.
Dio arriverà all'alba
se io sarò tra le tue braccia.

Alda Merini


28/05/20

Ragione d'amore

Non è solo la passione degli abbracci,
la saliva, il profumo, la vertigine, i baci
o la tranquilla veglia dell'assenza.

Il mio amore è la favola e la trama,
il racconto interiore che segue ogni incontro,
l'analisi che accompagna gli addii,
il minuzioso esame delle frasi
e l'eco che la tua voce appone al mio silenzio.

Il mio amore è essere felice e non ingannarmi
anticipando il danno del nero disinganno,
quando il sesso sfuma nel ricordo
remoto e sofferto di un orgasmo.
Assecondare la calma nelle maree
e custodire le ore e i giorni
della festa luminosa che celebriamo,
del vorace banchetto dei sensi.

E abolire la frontiera dei corpi,
fermarci, salendo le scale,
a baciarci ad ogni gradino.

Leopoldo Alas Mínguez,
da "Il possesso della paura"

27/05/20

Lei era la meridiana che disegnava sul soffitto delle mie insonnie le pantomime del desiderio; lei, la tagliuola che mi mordeva il calcagno; il mare di foglie che il sole tramuta in brulichio di marenghi; lei, la buca d'obice, l'in pace, le quattro mura di ventre dove nessuno mi cerca.

Gesualdo Bufalino,
da "Diceria dell’untore"

26/05/20

Alcesti

Ma solo pensare a te.
Non è una figura che viene
una nitida traccia.
È come cadere in un posto
con un po’ di dolore.

Tu sei il mio tu più esteso
deposto sul fondo mio. Tu. Non c’è
un’altra forma del mondo
che si appoggi al mio cuore
con quel tocco, quell’orma.

Tu. Tu sei del mondo la più cara
forma, figura, tu sei il mio essere a casa
sei casa, letto dove
questo mio corpo inquieto riposa.

E senza di te io sono lontana
non so dire da cosa ma
lontana, scomoda un poco
perduta, come malata.

Un po’ sporco il mondo lontano da te,
più nemico, che punge, che
graffia, sta fuori misura.

Mio vero tu, mio altro corpo
mio corpo fra tutti mio
più vicino corpo, mio corpo destino
ch’eri fatto
per l’incastro con questo mio
essere qui in forma di femmina
umana. Mio tu. Antico suono
riverberante, antico
sentirti destino intrecciato
sentire che sei sempre stato,
promesso da ere lontane
da distanze così spaventose
così avventurose distanze da
lontananze sacre.

Tu sei sacro al mio cuore.
Il mio fuoco
brucia da sempre col tuo
il mio fiato.

Io parlo delle forze –
di correnti sul fondo del mio lago
sul fondo del tuo, oscure e potenti,
più del tempo dure più dello
spazio larghe, ma sottili
al nostro sentire,
afferrate appena
e poi perdute, nel loro gioco.

Che cosa siamo io e te? Che cosa eravamo
prima di questo nome? E ancora
saremo qualcosa, lo sappiamo e non
lo sappiamo, con un sentire
che non è intelligente lavorio cerebrale.

Nessuna parte di corpo che muore
nessun pezzo umano, nessun arto,
nessun flusso di sangue, nessun
cuore, nessuno, niente che sia
stretto nel giro del sole, niente
che sia solo terrestre umano muove
il tuo cuore al mio, il mio al tuo,
come fossero due parti di un uno.

Allora tu sei la mia lezione più grande
l’insegnamento supremo.
Esiste solo l’uno, solo l’uno esiste
l’uno solamente, senza il due.

Mariangela Gualtieri,
da "Bestia di gioia"

(Louise Samuelsen photography)

25/05/20

In ogni donna fa capolino una bambina che cocciutamente vuole rimanere tale.

Dacia Maraini,
da "Dolce per sé"


22/05/20

Lei sapeva del silenzio che sarebbe venuto poi
per questo gli chiedeva “abbassa la voce”
pensava che se le parole si fossero fatte
simili al silenzio la loro assenza sarebbe stata
più lieve come un bisbigliare oltre una porta chiusa
o come qualcuno che senti muoversi,
nella stanza accanto.

“Cambia tono” diceva a lei, lui che non capiva,
e confuso rallentava il passo, cercava un riparo
da quell’estate improvvisa, dall’assalto dell’inatteso.
Ma fu in quella luce stinta che cominciò a sentire
che le cose a volte implodono, senza implorare altro,
e tornano in se stesse e stanno affini al silenzio.
Così cedette e abbassò la voce tanto che tacque.

Lucianna Argentino,
da "Diario inverso"

20/05/20

Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo atteggiamento di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.

Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.

Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del petto! Ah gli occhi d’assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica continua, e il dolore infinito.

Pablo Neruda

19/05/20

La luce ha la tua statura
E regge il gesto
Precisa, anche la pietra
Dà il petto al sole.
La tua voce questa mattina
Ci cresce nelle ossa,
In questo sangue
Che si ordina come le foglie.
E il giorno prende in terra
Misura dal tuo passo.

Leonardo Sinisgalli,
da “Vidi le Muse”

(Ilona Shevchishina photography)

17/05/20

La notte si accomoda dove sei tu.
La tua notte è di lillà.
Ogni tanto un segno scappa dai raggi delle tue fossette,
infrange la coppa di vino e accende la luce delle stelle.
La tua notte è la tua ombra,
una terra leggendaria per l’uguaglianza tra i nostri sogni.
Io non sono il viaggiatore né il residente della tua notte lillà,
sono colui che un giorno fu me.
Ogni volta che la notte si dissipa in te, intuisco il vacillare del cuore:
non se ne soddisfa l’essere, né l’anima.
E nei nostri corpi un cielo abbraccia una terra.
E sei tutta la tua notte...
Una notte che risplende come l’inchiostro dei pianeti.

Mahmūd Darwīsh,
da “Il letto della straniera”


16/05/20

Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell'anima lontana,
eterna presenza.

Pedro Salinas,
da "Il corpo, favoloso"
Lungo lamento

(Cristóbal Escanilla photography)

15/05/20

Chi ha gustato il sapore del dubbio, è destinato a cercare il meraviglioso non al di qua, ma oltre i confini della chiarezza. Chi ha dubitato una volta, deve dubitare più fortemente per non disperare (...). Felice è la semplicità che ignora le biforcazioni del dubbio, ma più selvaggia e più virile è la felicità che fiorisce ai margini degli abissi.

Ernst Jünger

(Domenico Monteleone photography)

13/05/20

Erano al buio, ogni comunicazione col mondo esterno interrotta, ogni considerazione sul mondo esterno sospesa. Qualunque cosa fosse successa era scusabile, anzi necessaria a riaffermare l’umanità. Si preparavano a trascorrere una notte intensamente carnale, ma non avrebbero provato che il simulacro di un’emozione, che soffiò per un istante e subito scomparve. Si ricordarono dell’amore senza provarlo, si ricordarono cosa significava un profondo contatto umano senza stabilirne uno.

Steve Martin, 
da "Oggetti di bellezza"

(Jean Claude Sanchez photography)


L'hai amato più degli altri.
Sul desco della cena
appoggiava la sua guancia
al tuo volto.
Non era solo predilezione,
era un'atroce, carnale
peccatrice dedizione.

Giovanni Testori,
da “Nel tuo sangue”

(Fabrizia Millia photography)


11/05/20

Davvero ci sono momenti in cui l'onnipresente e logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, e scende in platea, mescolandosi tra il pubblico, per lasciare che sul palco, sotto le luci della libertà vertiginosa e improvvisa, una mano invisibile peschi nell'infinito grembo del possibile e tra milioni di cose, una sola ne lasci accadere.

Alessandro Baricco,
da "Oceano mare"

09/05/20

Mi manca ancora tanto per sapere di te,
ancora ignoro tutto,
perché il bacio è un’altra forma di interrogarti.
Per questo, man mano che il desiderio
diventa sogno,
soffio sul tuo volto
affinché gli occhi, aprendosi,
riconoscano in questa freschezza insospettata
la loro confidenza più intima.
Ancora mi manca tanto per sapere di te,
ancora ignoro tutto,
ma questa luce che ti disegna,
mentre cammini nuda nella stanza,
e ti fissa nel suo ocra dorato,
è già sufficiente, e mi basta.

Juan Gustavo Cobo Borda


08/05/20

Ancora
rumorose parole
e oscene.
E il torrido attrito
dei ricordi
della pesante stanchezza.
Togli dalla pelle
tutto ciò
che non è mio.
Coprimi di te
e parlami
mentre ti guardo
la voce.

Alberto Speri

(Vladimir Lapshin photography)

06/05/20

C’è voluto tutto il tempo e una gelosa cura
perché il giorno in lui trovasse la sua voce
e una grazia acerba lo battezzasse col suo vero nome
vero sì, ma distante ancora.
Ancora nell’avvenire, ancora dove lo vorrei
pelle del mio abisso e di sconfinati dubbi pregarlo:
toccami, ricreami l’anima con le tue mani,
il corpo con il tuo sguardo; rendimi il tuo genitivo
di pertinenza, cambiami la desinenza.

Lucianna Argentino,
da “In canto a te”

(Mikhail Tishkoff photography)


04/05/20

“Che dobbiamo fare, Albertine?”. Lei sorrise, e dopo una breve esitazione rispose: “Ringraziare il destino, credo, di essere riusciti incolumi da tutte le nostre avventure... da quelle vere e da quelle sognate”. “Ne sei proprio sicura?” chiese Fridolin. “Tanto sicura da presentire che la realtà di una notte, e anzi neppure quella di un'intera vita umana, non significano, al tempo stesso, anche la loro più profonda verità”. “E nessun sogno”, disse egli con un leggero sospiro, “è interamente sogno”.

"Doppio sogno",
Arthur Schnitzler

(Andrea Jorns photography)


03/05/20

Tu chiedesti in un sussurro:
“E dopo? Che sarà dopo?”
Il letto ci attendeva
e tu eri smarrita,
mia irripetibile,
mia, soltanto mia...

Ma ecco, vai per la città,
il capo altero,
altezzosi i tacchetti a spillo
e quella ciocca fulva.
Nei tuoi occhi,
un'aria di scherno
e l'ordine in essi
di non confondere te
con quella di un tempo,
amata,
che amava.

Impresa vana
questa.
Per me tu sei
quella di ieri,
la ciocca scompigliata
e dimentica di sé.

E come puoi dimostrare
e cercare di convincere,
che un'altra su quel letto
avevo accanto, un'altra
che in un sussurro chiedeva:
“E dopo? Che sarà dopo?”

Evgenij Aleksandrovič Evtušenko,
da “Poesie d'amore”

01/05/20

Allora frenai le lacrime della vana passione,
svezzai il mio giovane spirito dal desiderio del tuo;
gli negai il desiderio bruciante di correre
in quella tomba che già era più che mia.

E ancora non oso lasciarlo languire,
non oso accogliere l’estasi e la pena del ricordo;
se bevessi a fondo di questa angoscia sublime,
come potrei più cercare il vuoto mondo?

Emily Brontë,
"Rimembranza"

(Mikhail Tishkoff photography)