27/02/23

Nessuna parola

Poiché non mi veniva nessuna parola
(la parola era «addio», ma non riuscivo a dirla)
ti ho dato il mio silenzio
ed ho ascoltato il tuo

e non è stato un vuoto, ma condivisa pienezza
e ancora gioia, mentre accettavamo,
come la terra, un nostro tempo di neve, 
bianco grembo d'attesa delle future estati.

Margherita Guidacci

(Adolfo Valente photography)

25/02/23

Mentre ciondolavo
appeso alle tue ansie e desideri,
si aprivano gli abissi del pensiero,
e tutto il mio adorarti si teneva
al filo sottilissimo di seta
che dal respiro tende alla bellezza.
Tu andavi e mi tenevi collegato,
ma poi mi abbandonavi sulla soglia
di stanze che si aprivano a te sola...
rifugi e solitudini cercate.

Giovanni Petta

23/02/23

Percorrere un corpo in tutta la sua ampia vela
È come girare il mondo
Attraversare senza bussola la rosa dei venti
Isole golfi penisole insenature d’acque insidiose
Non è compito facile – se piacevole –
Non credere di farlo in un giorno o una notte di lenzuola distese
Ci sono segreti nei pori per riempire molte lune.

Gioconda Belli

21/02/23

Alcesti

Ma solo pensare a te.
Non è una figura che viene
una nitida traccia.
È come cadere in un posto
con un po’ di dolore.

Tu sei il mio tu più esteso
deposto sul fondo mio. Tu. Non c’è
un’altra forma del mondo
che si appoggi al mio cuore
con quel tocco, quell’orma.
Tu. Tu sei del mondo la più cara
forma, figura, tu sei il mio essere a casa
sei casa, letto dove
questo mio corpo inquieto riposa.
E senza di te io sono lontana
non so dire da cosa ma
lontana, scomoda un poco
perduta, come malata,
un po’ sporco il mondo lontano da te,
piú nemico, che punge, che
graffia, sta fuori misura.

Mio vero tu, mio altro corpo
mio corpo fra tutti mio
più vicino corpo, mio corpo destino
ch’eri fatto
per l’incastro con questo mio
essere qui in forma di femmina
umana. Mio tu. Antico suono
riverberante, antico
sentirti destino intrecciato
sentire che sei sempre stato,
promesso da ere lontane
da distanze così spaventose
così avventurose distanze da
lontananze sacre.

Mariangela Gualtieri,
da “Bestia di gioia”

(Giuseppe Gradella photography)

19/02/23

«Ma allora, cos’è che ti conforta?»
«La certezza della mia libertà interiore, questo bene prezioso, inalterabile, e che dipende solo da me perdere o conservare. La convinzione che le passioni spinte al parossismo come capita ora finiscano poi per placarsi. Che tutto ciò che ha un inizio avrà una fine. In poche parole, che le catastrofi passano e che bisogna cercare di non andarsene prima di loro, ecco tutto. Perciò prima di tutto vivere: Primum vivere. Giorno per giorno. Resistere, attendere, sperare».

Irène Némirovsky,
“Suite francese”

(Zachar Rise photography)
Hope is all that we have
With each birth, every tear
we have hope
we have hope
Speck of gold in your heart
Everyone, everyone
Speck of gold in your heart
Every sun, everyone
Speck of gold
Cold, cold ways, I won't
Hold you heart to this light
One and all
one and all
Speck of gold
Speck of gold, that we just unfolded
Love your heart, love your heart
Speck of gold, everyone hold our sun
Wanna live

18/02/23

Quindi il giorno divenne un giorno d'attesa, cosa che era (lo sapeva bene) un peccato. I momenti devono essere sperimentati: aspettare è un peccato contro il tempo che deve ancora venire e contro gli istanti presenti che vengono trascurati.

“Nessundove”,
Neil Gaiman

17/02/23

Ho compreso, colmato di carezze il silenzio,
ho trasportato il suo acume
dalla tua carità alle mie orecchie,
per non ricusare, oppormi alla tua quiete.
Mi hai portata nella tua mancanza di suono,
nel non dire, fra le pause della tua voce
e mi hai accompagnata fino all'assenza totale dei rumori.
Ho capito l'astensione del parlare,
la muta esistenza del corpo.
Mi hai dato in mano il suo accordo nell'abbandono
delle richieste, dei tuoi desideri.
Mi hai consegnato tutto nella tua privazione
e senza rimpianto e senza nostalgia da un giorno all'altro
non hai più detto, non hai proferito,
non hai risposto, non hai capito.
E da lì, dal tuo tempo distante, coerente luogo il tuo,
non hai cambiato silenzio, non lo hai più tradito.

Roberta Dapunt

15/02/23

Fade into you

I want to hold the hand inside you
I want to take the breath that's true
I look to you, and I see nothing
I look to you to see the truth
You live your life, you go in shadows
You'll come apart, and you'll go black
Some kind of night into your darkness
Colors your eyes with what's not there
Fade into you
Strange you never knew
Fade into you
I think it's strange you never knew

Mazzy Star

13/02/23

Accettare il senso d’incompiuto in noi
renderlo trascurabile, come una scusa detta
a fin di bene, aggiustarne il limite
definitivamente – saturare la crepa. Tacerne.
E vivere appieno il mistero di certi istanti minimi,
la loro instabile sapienza.
Ignorare ciò che non sarà.
Che non potrà essere
per mia, per tua costituzione.

Annalisa Rodeghiero

(Giuseppe Gradella photography)

12/02/23

Ciò che è sottile è incomunicabile.
O tu intuisci la mia essenza o tutto è vano.

Sibilla Aleramo

10/02/23

Lui era continuamente dentro di me, un tutt'uno con la mia persona, con tutte le mie azioni, con tutte le mie parole. Ciò che ero sembrava esistere solo per lui, essere rivolto solo a lui; quali che fossero i miei scopi apparenti, si allontanavano da me. Mi spersonalizzavo, mentre da un lato ero investita ad ogni passo da una forza sovrannaturale. Una vera ossessione, un piacere irritante, appagante. Una muta di primavera, forse sì. Era questo.

Rauda Jamis,
“Frida Kahlo”

(Colin Dixon photography)

08/02/23

Ogni rilettura è in realtà una lettura nuova, e non saprei dire se v'è più gioia nella frenesia del primo incontro o nel riscoprire tesori che avevamo sotto gli occhi, e la prima volta non abbiamo saputo vedere.
Quanto a me, so che la felicità non pensa, vive. La felicità sta tutta nella consapevolezza, postuma e tardiva, che sopraggiunge quando l’antico incanto s'è dissolto. Di quel lume offuscato, la felicità è soltanto la pallida ombra superstite: e subito prende altro nome e sostanza, diventa nostalgia e rimpianto.

“N.”,
Ernesto Ferrero

07/02/23

In giorni
come questo
ho bisogno che tu
mi passi le dita
fra i capelli
e parli piano.

Rupi Kaur

05/02/23

La tristezza lunga della mattina...
E come gridarti amore che tu eri
Più del caldo più del letto più
Dei capelli delle mani più
Più del pianto di un sorriso più
Più di cento più di mille più
Più dei soldi più dell'oro più
Della piazza delle giostre più
Più di un mese più di un anno più
Un po' di più...

(Alexandra Terletska photography)

04/02/23

A Parigi, Andrè era presente anche a chilometri di distanza. Anzi, era proprio negli istanti in cui, affacciata alla finestra lo guardava allontanarsi, che Andrè esisteva nel suo cuore con la più sconvolgente evidenza: la sua figura si rimpiccioliva, scompariva dietro l’angolo della strada, disegnando passo dopo passo il percorso del suo ritorno: quello spazio in apparenza vuoto era un campo di forze che irresistibilmente lo avrebbe riportato a lei come al luogo naturale: quella certezza era ancora più commovente di un corpo in carne e ossa.

Malinteso a Mosca,
Simone de Beauvoir

03/02/23

Era consapevole di un cambiamento in se stessa, non soltanto nel tempo. Voleva stare dentro, voleva un interno da fare proprio. Quattro pareti e un pavimento. Essere di nuovo al chiuso e avere ordine e certezza per escludere la distrazione.

“Lasciando il mondo fuori”,
Margaret Forster

01/02/23

Ciascuno, guardandola, poteva rapirle una scintilla di piacere, poteva involgerla d’immaginazioni impure, poteva indovinarne le segrete carezze. Ella pareva creata, in verità, soltanto ad esercitare l’amore; e l’aria ch’ella respirava era sempre accesa dai desideri sollevati intorno.

Gabriele D'Annunzio,
“Il piacere”