29/02/24

Sapevo che sarebbe tornata, ma non la aspettavo: vivevo la mia vita, scrivevo qualche pagina, leggevo qualche libro, ma ero sereno perché sarebbe tornata. E sarebbe tornata di sera, perché per me era come un animale notturno. Non l'avevo mai vista di giorno... e l'aspettavo come si aspetta la luna.

“Chiedi alla polvere”,
John Fante

Mi interrogo su come sarei oggi, se fossi ancora sottoposto alle tue attenzioni. Noi rinchiusi nelle nostre stanze a fare l'amore con i vestiti, a rinunciare alle maschere della vita di tutti i giorni, io che indossavo i tuoi orgasmi mentre ansimavi. Vorrei che fossi qui per abbracciarti. È che mi manchi come i controllori quando ho il biglietto, come il posto vicino al finestrino nei treni affollati, ed io non so dove vado se non ci sei Tu ad aspettarmi... Il fatto è che io so dove sono, ma non so dove sei Tu.

Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?,
Antonio Dikele Distefano

27/02/24

“L’immagine nello specchio con la cornice dorata, parla” – esclamò la clairvoyante – “di cose che voi non potreste neanche immaginare!”
Il consultant: “Il passato non farà più ritorno se non come incubo, come un quadro vuoto appeso alla parete”.
“Che pensiero assurdo! Il passato può ritornare, ritornerà, magari come un incubo, un otto di spade, un interludio...”.

Giorgio Linguaglossa

26/02/24

Più tardi ci sarebbe stato tempo per la pena e il piacere che la passione presta all'amore. Tempo per gli angoli e le linee del corpo che spingono il primitivo, sbalordito, a fare un balzo indietro, al colmo della felicità, davanti alla pelle incivilita e a tirare a sé la donna. Ci sarebbe stato tempo per le parole oscene e pericolose. Ci sarebbe stato tempo per eccitare con risate crudeli, e per legare membra con nastri colorati in una morbosa ed elettrizzante sottomissione. Ci sarebbe stato il tempo di spegnere gli occhi con i fiori, e di chiudere le orecchie con la morbidezza della seta. E anche il tempo, in quel mondo cupo e silenzioso, per il grido dell'uomo solo, che aveva temuto un esilio eterno.
Anche se non ci fossimo incontrati mai più, la mia vita sarebbe passata in contemplazione dello scheletro che affiorava sotto la mia pelle. Era come se le ossa di un uomo spuntassero dal muso del lupo mannaro. Fulgido di umanità, incedeva attraverso la sua vita notturna... verso il primo giorno.

“Il danno”,
Josephine Hart

(Céline Andrea photography)

24/02/24

Se non sai che cosa fare delle tue mani,
trasformale in carezze.

Jacques Salomé

(Alessandro Lercara photography)

23/02/24

Mi piace il mio corpo quand'è col tuo
corpo. È una cosa tanto nuova.
Muscoli meglio e nervi di più.
Mi piace il tuo corpo.
Mi piace quel che fa, e il come.
Mi piace sentir la sua spina
dorsale, le sue ossa e il tremolante
liscio-sodo che bacerò
ancora ancora e ancora.
Di te mi piace baciare questo e quello,
mi piace, lentamente accarezzare,
il folto elettrico pelo,
e quel che viene a carne
che si fende... 
E occhi grandi briciole d'amore,
e forse mi piace il brivido
di sotto me te così nuova.

Edward Estlin Cummings

(Vass Ko photography)

21/02/24

Tra le tue braccia
tra le mie braccia
nelle lenzuola morbide
nella notte
teneri
soli
feroci
nell’ombra
nello scorrere delle ore
tra
un prima e un poi.

Idea Vilariño

(Ryan Muirhead photography)

20/02/24

È arrivato il nostro tempo.
Quello di notti a parlare e giorni a giocare.
Senza più regole di nessun genere.
Senza più canoni da rispettare.
Ma solo la devianza degli attimi.
L'incoerenza dell'essere.
L'arroganza del piacere.
L'essenza del vivere.

Prendi il mio corpo e fallo tuo.
Ascolta quello che chiede.
Che attende.
Che brama.
Assaggiane ogni minimo spazio.
Ogni anfratto.
Ogni sinuosità.
Usalo come fosse tuo.
Mio.
Nostro.

Grazia Scanavini

(Philip Hy photography)

19/02/24

Ognuno vive nel suo mondo fantastico,
ma quasi nessuno ne è al corrente.
Nessuno percepisce il mondo reale:
ognuno chiama le proprie fantasie personali
la verità assoluta.
La differenza fra me e il resto del mondo
è che io sono cosciente dell’illusione:
è così che ho scelto di vivere,
e patisco tutto ciò che disturba le mie visioni.

Federico Fellini

 (Frank Verbreyt photography)

18/02/24

Quante cose non si sanno delle vite di chi ci è accanto: tutto quello che si accumula in anni di conoscenza si riduce a un fraintendimento.
Ognuno è un mistero, per se stesso non meno che per gli altri: però io credo che si possano conoscere delle cose, e che non sia tutto un malinteso. L'errore piuttosto, è pensare alle persone che amiamo come a delle forme cristallizzate: siamo tutti un processo che si manifesta nel tempo, e anche noi, in fondo, non facciamo altro che accadere.

“Un altro finale per la nostra storia”,
Silvia Bottani

16/02/24

“Non c'è prezzo che sia troppo alto per una sensazione”.

Oscar Wilde

15/02/24

Quante volte è cambiato il ricordo di me stessa:
da bambina a qualcosa, da qualcosa a principessa,
a brutale accrescimento, a imitatrice persa,
ad attrice e poi nessuno, a cornice in argento.
Ora non ricordo nulla. Non conosco le persone
ch’altri hanno incontrato con lo stringermi la mano.
Tutte quelle figurine che sembravano diverse
sono oscure proiezioni copiate da un riflesso,
le versioni di un’idea. Chi l’aveva poi pensata?
Io ero sostituita. Di chi era la mia foto?
Ora io sono diversa, disconosco e non ho fretta:
più importante non avere desideri suggeriti.

Anna Belozorovitch

(Ryan Muirhead photography)

14/02/24

Tasso: “Gran conforto: un sogno in cambio del vero”.
Genio: “Che cosa è il vero? Dal vero al sognato, non corre altra differenza, se non che questo può qualche volta essere molto più bello e più dolce, che quello non può mai”.
Tasso: “Dunque tanto vale un diletto sognato, quanto un diletto vero?”
Genio: “Io credo. Anzi ho notizia di uno che quando la donna che egli ama, se gli rappresenta dinanzi in alcun sogno gentile, esso per tutto il giorno seguente, fugge di ritrovarsi con quella e di rivederla; sapendo che ella non potrebbe reggere al paragone dell'immagine che il sonno gliene ha lasciata impressa, e che il vero, cancellandogli dalla mente il falso, priverebbe lui del diletto straordinario che ne ritrae”.

Giacomo Leopardi,
“Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare”

(Helen Yvonne Gratzer photography)

13/02/24

È come con una minuscola bilancia
di quelle utilizzate dai gioiellieri:
su un piatto depongo l’ombra
e sull’altro la luce.
Un grammo di luce
fa da contrappeso
a diversi chili d’ombra.

“Resuscitare”,
Christian Bobin

11/02/24

Poesia è un atteggiamento, una pratica di relazione con il mondo che consente alle cose, alle persone, agli eventi, di mostrarsi a noi, come se nascessero ogni volta.
Se la poesia iniziasse ad essere vista come una vibrazione che abita la vita, forse ci aggireremmo in questo mondo con occhi diversi. La poesia ha relazione con la cura.
Chi impara a sentire il rapimento e la radianza delle cose, genera a sua volta radianza e rapimento e provoca destini. Contemplare è un modo di prendersi cura.

“Abitare poeticamente il mondo”,
Christian Bobin

(Marta Syrko photography)

10/02/24

Ti aspetto, sono qui.
Tu porta solo quello che sei.

Ima GI

09/02/24

“Eterna presenza”

Non importa che non ti abbia,
né importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti volevo intera.
Oggi più non chiedo
agli occhi e alle mani
le ultime prove.
Di stare al mio fianco
ti chiedevo prima;
sì, accanto a me, sì,
sì, però lì fuori.
A me già bastava
sentir le tue mani
darmi le tue mani,
sentire che ai miei occhi
tu davi presenza.

Ma adesso ti chiedo
di più, ben di più
di un bacio o uno sguardo:
di starmi più addosso
di me stesso, dentro.
Come il vento sta
donando, invisibile,
la vita alla vela.
Come sta la luce,
ferma, fissa, immobile,
facendo da centro
che non mai vacilla
al tremulo corpo
della fiamma inquieta.
Come sta la stella,
presente e sicura,
senza voce o tatto,
sul petto disteso,
sereno, del lago.

Pedro Salinas

07/02/24

Il tempo ci libera dalla nostre condanne
e dalle nostre ossessioni.
Diluisce nella carne le più profonde ferite,
lasciando del dolore passato solo insensibili cicatrici.
È stata pura autodistruzione il filo che,
tanti anni fa, ha legato le nostre vite.
Prima del piacere. Prima del desiderio.
Prima ancora di quello stesso libro
che tanto ha fatto convergere i nostri destini.

Emine Sevgi Özdamar

06/02/24

Solo in quell'ora di comunione, nella comune tempesta, all'interno della stanza in cui si incontrano, finiscono per trovarsi. Solo quando dietro di loro c'è uno sfondo, entrano finalmente in relazione.
Sia il canto sussurrato di una lampada o la voce di una tempesta, sia il respiro della sera o il gemito del mare intorno a te, sempre veglia alle tue spalle una vasta melodia intessuta di mille voci, dove da un punto all'altro il tuo assolo trova spazio.
Anche noi qui davanti siamo così. Struggenti nostalgie che dispensano benedizioni. La nostra pienezza si compie lontano, nello splendore degli sfondi. Dove è volontà e movimento. Dove si narrano storie di cui noi siamo i titoli in ombra [...]. Noi siamo là mentre qui, in primo piano, muoviamo avanti e indietro.

Rainer Maria Rilke,
“Appunti sulla melodia delle cose”

05/02/24

Possesso nel sogno

Vieni
Amato
Ti proverò con allegria.
Ti sognerò con me questa notte.
Il tuo corpo finirà
dove comincia per me
l’ora della tua fertilità e della tua agonia,
e poiché siamo pieni di afflizioni
il mio amore per te è nato nel tuo petto,
e ti amo in principio per la tua bocca.

Vieni,
mangeremo nel luogo della mia anima.
Prima di me ti si aprirà il mio corpo
come mare precipitato e colmo
fino al crepuscolo di pesci.

Vieni.
Ti proverò con allegria.
La tua voce ai miei piedi sarà un mazzo di lampade.
Parleremo del tuo corpo
con allegria purissima,
come bambini svelati nel cui precipizio
fu scoperto a stento un altro bimbo
e spogliato il suo incipiente arrivo
e conosciuto nella sua futura età, totale, senza diametro,
nella sua corrente genitale più prossima,
senz’alveo, in opprimente solitudine.

Vieni,
ti proverò con allegria.
Tu sognerai con me questa notte
e la nostra bocca annoderà aromi caduti.
Ti popolerò di allodole e settimane
eternamente oscure e nude.

Eunice Odio

03/02/24

Quando ti ho accarezzata
mi sono accorto
di aver vissuto per tutta la vita
con le mani vuote.

Alejandro Jodorowsky

(Mikhail Tishkoff photography)

01/02/24

I nostri piccoli eventi privati nascosti attendono sempre un testimone, è quello che sa e che tramanderà agli altri. È faticoso muoversi nell'ombra, ma anche eccitante, è come spiare senza essere visti. La clandestinità e i segreti esigono circospezione e una memoria infallibile, ma spesso le motivazioni di un segreto non nascondono nulla di riprovevole, e il segreto è semplicemente la nostra melodia, quella che ci incanta e che ci fa stupefatti – meravigliosi complici della vita altrui. Non avrei mai iniziato a vivere veramente senza un segreto. Raccontare è un patto, un incantesimo, un filo invisibile che ci lega al ricordo, al fatto che gli eventi e le persone ritornino come ombre il giorno in cui lasceremo l’incantesimo e avremo finalmente voglia di raccontare la verità. Tutta la verità. Quel giorno già noi stessi saremo soltanto un ricordo o un’ombra.

Dal film “Sotto falso nome” di Roberto Andò (2004)