"Ladri quei raggi, a rapirti dentro,
mentre si posano sul tuo corpo bianco,
a voler trafiggere la pelle,
fin quasi dove la vista non arriva,
ad incantar quei lineamenti puri,
ad adornarli fra luci e ombre
che disegnano il tuo viso.
Lasciano immaginare i seni,
nella penombra avvolti,
fin giù sui fianchi.
Dormi venere, riposi.
Solo la Luce cammina a perlustrare Te,
lì dove ti adagi,
Lei sola, avida di goder
del tuo contatto, del tuo profumo,
teofania di un corpo che non muta."