31/03/17

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"Quella notte, per il breve spazio di un'ora, imparai ogni piega della sua pelle come altri imparano le preghiere o le maledizioni. Più tardi, quando quasi non mi restava più fiato, Chloé mi lasciò appoggiare la testa sui suoi seni e mi accarezzò i capelli durante un lungo silenzio, fino a quando mi addormentai tra le sue braccia con la mano tra le sue cosce."

"Il gioco dell'angelo",
Carlos Ruiz Zafón

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"Abito il tuo abbraccio
nel ricordo di futura memoria
con poco più di niente indosso.
C'è un sole che raccoglie ogni sera
carezze e promesse
fino all'inizio di me,
rosseggiando un antico pudore,
disperdendo al vento la femmina e
riesumando dalla polvere
la donna."

Beatrice Niccolai

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"In un diario ci deve finire tutto, e per farci finire di tutto si deve guardare di tutto, leggere di tutto, amare di tutto.
L'assenza di un diario − non la sua esistenza − testimonia di una vita dissipata e offesa. Dove non c'è diario, non c'è abbandono."

Antonio Castronuovo,
"Se mi guardo fuori"

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30/03/17

"Si misero a bere sorsetti di champagne sgranocchiando frammenti di crosta che staccavano dai panini rotondi sulla tavola. E il pensiero dell'amore, lento e insinuante, li prendeva poco a poco, ubriacando l'anima come il vino chiaro sceso goccia a goccia nelle loro gole, accendendo il sangue e turbando la mente."

Guy de Maupassant,
"Bel Ami"

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"Vorrei leggerti un po'.
E tenere il segno con le dita.”

Nazim Hikmet

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"Concedimi questi cieli, questi mondi assopiti,
il peso del silenzio, questo arco, questo abbandono,
accendimi le mani,
affondami la vita
con il dolce dono che ti chiedo.
Dammi la luce scura, appassionata e salda
di questi cieli lontani, l’armonia
di questi mondi sigillati,
dammi il confine silenzioso, il delineato
contorno di queste lune d’ombra,
il loro canto misurato.
Tu, il negato, dammi tutto,
tu, il potente, chiedi,
tu, il silenzioso, dammi il dono più dolce
di questo miele immediato e insensato."

Idea Vilariño

(Alisa Verner photography)

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29/03/17

"Io credo che chi non ha provato l'ansia dell'attesa, i lunghi tormenti del desiderio insoddisfatto, la paura di perdere la propria donna, i dubbi dell'assenza, non possa dire fino a quale altezza sappia giungere la passione."

Luciano Zuccoli,
"Per la sua bocca"

(Ellen Von Unwerth photography)

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"Ci fu spazio nella mia carne per te,
per te solamente
che volevi l’amplesso dei miei giorni;
un lungo peregrinare segreto
d’amore in amore
di tempio in tempio.
Una rosa mi tremava
sul ciglio delle dita
come se fosse carta di un veliero
e finalmente mi rompesti
le acque squisite della vita."

Alda Merini

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28/03/17

"Come posso non conoscere oggi il tuo volto domani, quello che già esiste o trama sotto la faccia che mostri o sotto la maschera che indossi, e che mi mostrerai soltanto quando non me lo aspetto?
O forse una volta che le cose accadono non ci rendiamo conto che sapevamo che stavano per accadere, e che era esattamente così che dovevano andare? Forse è che vogliamo convincerci della nostra stessa stupefazione?
Esiste sì questa stupefazione, nei nostri strati più alti. Sì, perfino questo strato di resa e angoscia o di premonizione ammette tale perplessità, tale sorpresa. Ma non la più profonda che quasi mai raggiungiamo, né quella che abita nel rovescio del tempo e non si inganna né si sbaglia, ma quella che si confonde con la paura o adotta il suo travestimento."

"Il tuo volto domani",
Javier Marías

(Andrew Lucas photography)

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"L'Inizio è ancora. Non è alle nostre spalle, come un evento da lungo tempo passato, ma ci sta di fronte, davanti a noi. L'Inizio, in quanto è ciò che vi è di più grande, precede tutto ciò che è sul punto di accadere e così è già passato oltre di noi, al di sopra di noi."

Martin Heidegger,
"Lezioni del semestre invernale"

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"L’alba è il tuo corpo e tutto
il resto appartiene ancora all'ombra.
Le tue ondate lente forzano
l’esile membrana
del risveglio.
Annunci che: non il giorno,
bensì la quieta
durata del battito
nell'ombra matrice.
Ti annunci,
proseguita e continua come
la durata.
Durare, come dura la notte,
come la notte è solo corpo sommerso
della tua visibile luce."

José Ángel Valente

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27/03/17

"Sarei forse più sola
senza la mia solitudine."

Emily Dickinson


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"Dovrò di nuovo erigere la vasta vita,
specchio di te ancora:
dovrò ricostruirla ogni mattina.
Ora che non ci sei, 
quanti luoghi son diventati vani
e senza senso, uguali
a lampade di giorno.
Sere che ti hanno accolto come nicchie,
musiche dove trovavo te ad attendermi, 
parole di quel tempo,
dovrò distruggervi con queste mani.
In quale baratro potrò celare l’anima
perché non veda la tua assenza,
fulgida come un sole orribile
che non tramonta mai, spietata, eterna?
La tua assenza mi sta attorno
come la corda al collo, 
come il mare a chi affoga."

Jorge Luis Borges, 
"Assenza"

(Paolo Roversi photography)

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26/03/17

"Molta follia è suprema saggezza
per un occhio che capisce.
Molta saggezza, la più pura follia."

Emily Dickinson

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25/03/17

"Il tempo che inizia appena a durare. Il movimento che è già consumato in questa mano immobile e tesa alla schiena inarcata dell’animale in cui ha forma, non forgiata ancora la forma, la carezza. La lunghezza enorme del cammino che la mano dovrà percorrere fino a raggiungere il punto in cui, posata ormai sul tatto, attende lo sguardo. Non separa il tempo ma l’interminabile durata del desiderio fra il palmo e la dolce discesa del tuo ventre. Precedenza o successione.
Sto arrivando a te e ancora non tocco il tuo margine, in cui già si brucia la memoria."

José Ángel Valente

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"Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori. Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli (con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme).
E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre. Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato, che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice. Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare.
Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente. Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti. Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi."

Paulo Coelho,
"Lo Zahir"

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24/03/17

"La notte in cui Eliza era entrata nella camera di Tao Chi'en le cose andarono diversamente rispetto agli abbracci clandestini e frettolosi del suo primo amante in Cile. Quella notte scoprì alcune delle molteplici possibilità del piacere e fu iniziata alla profondità di un amore che sarebbe rimasto l'unico per il resto della sua vita. Con infinita pazienza Tao Chi'en la spogliò a poco a poco degli strati di timore accumulati e degli inutili ricordi, la accarezzò con infaticabile perseveranza fino a quando lei smise di tremare e aprì gli occhi, fino a quando si rilassò sotto le sue dita esperte, fino a quando la sentì fluttuare, aprirsi, illuminarsi. La sentì gemere, chiamarlo, supplicarlo; la vide arresa e umida, disposta a consegnarsi e a riceverlo con pienezza: fino a quando nessuno dei due fu più in grado di sapere dove si trovava, chi era, dove finiva uno e cominciava l'altra. Tao Chi'en la condusse oltre l'orgasmo, in una dimensione misteriosa in cui l'amore e la morte si assomigliano. Sentirono che i loro spiriti si espandevano, che i desideri e la memoria scomparivano, che si abbandonavano in un'unica immensa chiarità. Si abbracciarono in quello spazio straordinario riconoscendosi, perché forse erano già stati lì insieme nelle vite precedenti e ci sarebbero tornati più e più volte nelle vite future. Erano amanti eterni, continuare a cercarsi e ritrovarsi era il loro karma."

Isabel Allende,
"Ritratto in seppia"

(Adolfo Valente photography)

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"Posa un momento,
un solo momento su me,
non solo lo sguardo, ma anche il pensiero.
Che la vita abbia fine
in questo momento!
Nello sguardo che anche l'anima
mi guarda, e io che vedo
tutto quanto di te il tuo sguardo ha,
che vedo fino a scordare
che anche tu sei tu.
Solo la tua anima, mai tu,
solo il tuo pensiero
e io niente, anima senza me."

"Il mondo che non vedo",
Fernando Pessoa

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"Non è che muoia d’amor, muoio di te.
Muoio di te, amore, d’amor di te,
d’urgenza mia della mia pelle di te,
della mia anima, di te e della mia bocca
e dell’insopportabile che sono senza te.
Muoio di te e di me, muoio d’ambedue,
di noialtri, di questo,
straziato, diviso,
mi muoio, ti muoio, moriamo.
Moriamo nella mia stanza dove sono solo,
nel mio letto dove manchi,
nella strada dove il mio braccio va vuoto,
nel cinema e nei parchi, i tram
i posti dove la mia spalla
abitua la tua testa
e la mia mano la tua
e tutto so di te come me stesso.
Moriamo nel luogo che ho prestato all'aria
perché tu stessi fuori di me,
e nel posto dove finisce l’aria
quando ti butto la mia pelle addosso
e ci conosciamo in noialtri,
separati dal mondo, felice, penetrata,
e certamente, interminabile.
Moriamo, lo sappiamo, lo ignorano, ci moriamo
tra noi due, ora, separati,
l’un dall'altro, giornalmente,
cadendo in molteplici statue,
in gesti che non vediamo
nelle nostre mani che si cercano.
Moriamo, amore, muoio nel tuo ventre
che non mordo né bacio,
nei tuoi muscoli dolcissimi e vivi,
nella tua carne senza fine, muoio di maschere,
di triangoli oscuri e incessanti.
Muoio del mio corpo e del tuo corpo,
della nostra morte, amore, muoio, moriamo."

Jaime Sabines

(Christian Coigny photography)


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23/03/17

"Avevo sempre creduto che morire d’amore non fosse altro che una licenza poetica.
Quel pomeriggio, di nuovo a casa senza il gatto e senza lei, constatai che non solo era possibile morire, ma anche che io stesso, vecchio e senza nessuno, stavo morendo d’amore.
Però mi resi pure conto che era valida anche la verità contraria: non avrei cambiato con nulla al mondo le delizie della mia sofferenza.
Avevo perso oltre quindici anni cercando di tradurre i canti di Leopardi, e solo quel pomeriggio li sentii in profondità: Oimé, se quest'è amor, com'ei travaglia!"

Gabriel García Márquez,
"Memoria delle mie puttane tristi"


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"Mi sono abituata ai miei spazi, alle mie libertà. Dover dividere il bagno con qualcuno? Non so se potrei mai sopportarlo", diceva con voce non troppo convinta quando, con quelle amiche con cui bisogna difendere il proprio destino, parlava della sua vita, delle notti solitarie e delle giornate troppo organizzate, in quella casina perfetta, che era il suo incubo e la sua difesa."

"Una come tutte",
Lina Sotis

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22/03/17

"Non ho mai visto seni più belli,
di nessuna statua al mondo,
perché quel pallore oscuro del corpo
di Maitreyi si era ora acceso,
per la prima volta svelato,
e la bellezza perfetta, scultorea, del suo busto
si era illuminata aspettandomi.
Tutto il suo corpo era un'attesa,
il suo viso era immobile,
i suoi occhi mi guardavano come un prodigio.
Non era più sensualità quel brivido
che l'attraversava e uccideva accanto a me.
Lei si era interamente donata al miracolo
di un contatto maschile
con il suo corpo ancora vergine". 

Mircea Eliade
"Maitreyi"

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"Lei era una di quelle donne che si fanno amare per la luce che hanno negli occhi, non per le forme."

"Quella vita che ci manca",
Valentina D'Urbano

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"Ogni mattina, puntualmente,
con la morosa esattezza
di un’ossessione di pendoli
sul bordo del sogno,
lì dove i desideri e le paure
penzolano, si separano, gocciolano
come lente lacrime impure,
appari.

Sei l’inventato,
l’immagine senza specchio,
il doloroso oggetto dei miei sogni
e approfitti del mio sopore
per colarti, clandestino,
fino a dove non ti permetto nelle mie veglie.

Sei l’inventato,
la mia creatura tenace,
quella che andai armando lentamente
durante tanti anni,
rammendando, amorosa,
ad ogni colpo della realtà."

Julieta Dobles

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21/03/17

"La mia convinzione è di aver imparato da sola. Così come poi ho continuato ad imparare tutto, dalla vita, prendendo dai maestri quello che avevo voglia di prendere, quello che mi serviva, per poi farmi il sentiero da me e percorrerlo come mi pareva. Non mi sono mai affidata fino in fondo a nessuno, e mi piaceva giocare da sola. La sfida, per me, non è mai stata con un altro, la sfida era con me stessa. L'altro, ero io."

Simona Vinci,
"Un'altra solitudine"

(Yoshie Nishikawa photography)

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"La geisha è un'artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene. Tutto quello che volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto."

"Memorie di una geisha",
Arthur Golden

(Yoshie Nishikawa photography)

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20/03/17

"Ti amo come quando vado con te in luoghi che sono solito frequentare e quando ti racconto che è proprio lì che mi siedo a pensarti.
Ti amo così tanto che potrei ascoltarti ridere tutta la notte.
Ti amo così tanto da non lasciarti andare mai più. 
Ti amo come si amano certi amori, all'antica, con l’anima e senza guardare indietro."

Jaime Sabines

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"Ti amo per ciglia, per capello,
t’impugno in candidi androni
dove non s’avventurano
i giochi della luce,
questiono ogni tuo nome,
ti strappo con premura di cicatrice,
ti immergo nei capelli ceneri di lampo
e nastri addormentati dalla pioggia.

Il mattino è la lavagna nella quale
ti invento e ti disegno,
pronto a cancellarti"

Julio Cortázar,
(Versi tratti da "Ti amo")

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19/03/17

“Ella sarà mia", pensava, con una specie d’ebrietà, poiché la musica patetica gli aumentava l’eccitamento. “Ella mi terrà fra le sue braccia, sul suo cuore!".
Immaginò di chinarsi e di posare la bocca su la spalla di lei. Era fredda quella pelle diafana che sembrava un latte tenuissimo attraversato da una luce d’oro? Ebbe un brivido sottile, e socchiuse le palpebre, come per prolungarlo. Gli giungeva il profumo di lei, una emanazione indefinibile, fresca ma pur vertiginosa come un vapore d’arómati. Tutto il suo essere insorgeva e tendeva con ismisurata veemenza verso la stupenda creatura. Egli avrebbe voluto involgerla, attrarla entro di sè, suggerla, beverla, possederla in un qualche modo sovrumano.
Quasi constretta dal soverchiante desiderio del giovine, Elena si volse un poco, e gli sorrise d’un sorriso così tenue, direi quasi così immateriale, che non parve espresso da un moto delle labbra, sì bene da una irradiazione dell’anima per le labbra, mentre li occhi rimanevan tristi pur sempre, e come smarriti nella lontananza d’un sogno interiore."

"Il piacere",
Gabriele D'Annunzio

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"Sei innamorato", ripeté Saval.
"No. Questa ragazza mi turba, mi seduce, m’inquieta, mi attira e mi spaventa. Diffido di lei come d’una trappola, e ho voglia di lei, come del gelato quando si ha sete."

Guy de Maupassant,
"Yvette"

(Michel Perez photography)

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18/03/17

"Nella saliva
nella carta
nell'eclisse.
In tutte le linee
in tutti i colori
in tutti i boccali
nel mio petto
fuori, dentro
nel calamaio,
nelle difficoltà a scrivere
nello stupore dei miei occhi
nelle ultime lune del sole
(ma il sole non ha lune),
in tutto.
Dire “in tutto” è stupido e magnifico.
Diego nelle mie urine
Diego nella mia bocca
nel mio cuore
nella mia follia
nel mio sogno
nella carta assorbente
nella punta della penna
nelle matite
nei paesaggi
nel cibo
nel metallo
nell'immaginazione.
Nelle malattie
nelle rotture
nei suoi pretesti
nei suoi occhi
nella sua bocca
nelle sue menzogne, Diego."

Frida Kahlo
(Lettera a Diego Rivera)

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"Nell'incanto dei tuoi verdi occhi s'infrange il sorriso a risvegliare l'avidità dell'essere, nell'onda convulsa che s'agita dentro me (altrove tu stai, nell'infinito sobbalzo delle sensazioni). Nulla può distrarmi da quest'enfasi e così il grido di gioia, nel brivido a pelle, si scioglie fra le labbra umide di quell'immaginaria tua bocca. Ogni cosa di te è qui! Non posso tacere all'emozioni frutto di quel verace pensiero. La luna raccoglie quel sapore di te e lo riflette su di me. Credo di averti!"

Giovanni De Gattis,
"Quell'immaginario amore"

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