31/03/23

«Credi che non ti capisca? Tu insegui un sogno disperato, questo è il tuo tormento. Tu vuoi essere, non sembrare di essere. Essere in ogni istante cosciente di te e vigile, e nello stesso tempo ti rendi conto dell’abisso che separa ciò che sei per gli altri, da ciò che sei per te stessa.
Provoca quasi un senso di vertigine il timore di vedersi scoperta vero? Di vedersi messa a nudo, smascherata, riportata ai suoi giusti limiti. Poiché ogni parola è menzogna, ogni gesto falsità, ogni sorriso una smorfia […]. La vita si manifesta in mille modi diversi ed è impossibile non reagire: a nessuno importa sapere se le tue reazioni sono vere oppure false, sincere o bugiarde. Solo a teatro il problema si rivela importante, e forse neanche lì.
Capisco il tuo silenzio, questa tua immobilità e perché tu abbia elevato a sistema di vita la tua assurda apatia, capisco... e quasi ti ammiro».

Monologo tratto dal film “Persona”
di Ingmar Bergman (1966)

Guido Argentini photography - “The Essence to Be Discovered”

30/03/23

Sei nelle parole accartocciate
per il troppo silenzio,
nei coriandoli sbiaditi d'una falsa allegria,
nel pulsare snervato del rivo nelle vene,
persino nel battito del tempo:
mesi ed anni arrugginiti
nel distacco.

Nel mio cuore,
vergato a lettere dorate,
il nome più bello del calendario,
– il tuo nome –
perennemente nei chiaroscuri
dei miei pensieri scarmigliati:
volto... voce...
mancanza e presenza,
acuta spina d'una rosa.

Sara Rodolao

(Céline Andrea photography)
Quella donna è una casa segreta.
Nei suoi meandri, conserva voci e nasconde fantasmi.
Nelle notti d'inverno, riscalda.
Chi entra in lei, dicono, non ne esce mai più.
Io attraverso il profondo fossato che la circonda.
In quella casa verrò abitato.
In lei mi aspetta il vino che mi berrà.
Molto dolcemente busso alla porta e aspetto.

“Finestra su una donna”,
Eduardo Galeano


28/03/23

Io vorrei raggiungerti
In trasparenza
Tutto è vedere te
Con i vestiti e senza
Tu sei, tu sei, lo so
La mia rovina
Tu sei, tu sei, lo so

È amore per te
Come il sole sale e poi va giù
So che tutto il bene mio
Dentro le tue braccia va a finire
Fai tu, tu, tu, tu...
(Io passerei tra le tue dita
Ci passerei tutta la vita)

26/03/23

Non esiste immagine silenziosa
delle persone che ci imponiamo di dimenticare:
esiste solo il silenzio dentro cui le chiudiamo.

Ima GI

24/03/23

La vita è vasta
ha bisogno di temperature elevate
e di capacità glaciali
di scompiglio del sangue
e di evaporazione,
di sgombero e sedimento.
La vita è grande
le dottrine avare
le menti mercenarie
non la riguardano,
nemmeno la punteggiatura
se non è musicale
la sfiora
perché ha andature immisurabili
e non consente punti fermi
né enunciazioni.
Ha movenze prodigiose
e tregue vulnerabili
nel fitto dell’inaspettato.
La vita ci sfoglia,
siamo appunti serali.

Chandra Livia Candiani

22/03/23

Ti ho parlato a distanza,
la prima volta. Con gli occhi.
Dentro il tuo passo, voltandomi
negli adagi e nei mossi delle
tue anche svelte.

Ti ho guardata da lontano,
una seconda volta. Con la voce
chiara lungo la tua schiena:
bianca pietra di paragone
per una linea del tempo.

Ti ho attesa qui vicino,
una volta ancora. Con il respiro
denso di una notte fredda
lungo una superficie di ore.

I nostri incontri sono scritti
in questi giorni puri.

“Trame confesse”,
Pierpaolo Annunziata

21/03/23

Il compito più laborioso degli amanti
non consiste nel fare l'amore
ma nel disfarlo
alla luce incerta dell'alba
quasi già nel mondo.

Juan Gelman,
“Interrupciones I”

19/03/23

La pelle è sempre in prima linea
come i cappotti le madri i villaggi,
è un confuso conoscitore di mondi
è serbatoio e cemento
trasale fa barriera
è distendibile e delicatamente resistente
sanguina respira.
Nuca mani e piedi
spalle petto fianchi conoscono
il mondo senza l’assedio della narrazione
stormiscono e scompensano il pensiero.
La pelle è educazione sentimentale
ogni parola un branco che preme i pori
e ne fa porte sul cielo vuoto dell’interno,
dove soffia la memoria
l’aria del tempo.

Chandra Livia Candiani

17/03/23

Labirinto

E non ne esco
da questo labirinto
fosco di pensieri

mi si dissolve il corpo
in sguardi tremuli
che ricadono nell’occhio

e non vedono
che il riverbero convulso della pelle
quando si snuda

lentamente
da ogni buio sgraffio
e veste inerme

il velo lucido fecondo
dell’essere
– me stessa –

fino all'(e)stremo
sul precipizio del Mondo
– oscena – tesa

una vertigine di Luce
accesa
nella carne.

Silvia Rosa

(Stefan Beutler photography)

15/03/23

Chiunque saprebbe
vestirsi da Zorro
per presentarsi a te,
e gettare ai tuoi piedi
i piani segreti
del suo Carnevale.

Chiunque saprebbe
chiunque, potrebbe,
chiunque…”

Paolo Conte

(Céline Andrea photography)

13/03/23

Ognuno vuole avere il suo dolore
e dargli un corpo, una sembianza, un letto,
e maledirlo nel buio delle notti,
portarlo su di sé tenacemente
perché si veda come una bandiera,
come la spada che regala forze.
Ma c’è persa nell'aria della vita
un’altra fede, un dovere diverso
che non sopporta d’esser nominato
e tocca solamente a chi lo prova.
È questo. È rimanere
qui a sentire come adesso
l’onda che sale nelle nostre menti,
le stringe insieme in un respiro solo
come fosse per sempre,
e le abbandona.
(Ma nemmeno la pupilla d’un cieco
dimentica l’azzurro che non vede).

Il riscatto dal silenzio”,
Silvia Bre

11/03/23

La guardò. Ma d'uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte. Sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta. Qualcosa come due cose che si toccano – gli occhi e l'immagine – uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto della mente, l'unico sguardo che davvero ci potrebbe salvare – vergine di qualsiasi domanda, ancora non sfregiato dal vizio del sapere. 

Oceano mare”,
Alessandro Baricco

09/03/23

Son sempre rimasta fedele
alla mia meraviglia:
mi meraviglio
di un peccato impunito
e della grazia inattesa.

Alda Merini

08/03/23

In questo frammezzo tra il visibile e l’invisibile, il desiderio si scopre nelle peripezie che solo il gioco ambiguo della presenza e dell’assenza inaugura come desiderio dell’oltrepassare… il desiderio infatti non sa cosa vuole, e trova insopportabile ogni gesto della ripetizione con cui la realtà conferma se stessa, e perciò si trova in ogni inciampo, in ogni atto mancato, in ogni fessura della realtà. Irreale è la situazione che, per concessione della trasparenza, scruta e fruga il corpo dell’altro come se volesse scoprire qualcosa che va al di là della sua anatomia, qualcosa che assomiglia al gioco dei bambini che smontano l’orologio per scoprire che cos'è il tempo.

“Le cose dell’amore”,
Umberto Galimberti

(Céline Andrea photography)

06/03/23

“Sfacciata!”
mi hanno chiamata,
perché cammino con l'anima libera,
il cuore scalzo e le ali aperte.
Senza volerlo,
hanno fatto il più bel complimento
al mio viso, scoperto, senza maschere.

Ada Luz Márquez

05/03/23

Io desidero colui che vive per la conoscenza
e che vuol conoscere la follia che mi abita.
(“Se tu intercetti la mia follia io sono già messa a nudo...
non ho più bisogno di spogliarmi”).

Ima GI

03/03/23

Io sono sedotta dall'essenza,
la forma arriverà da sola.

Marina Cvetaeva

(Céline Andrea photography)

02/03/23

Certo Pauline che il sesso avvicina, che altro può fare il nostro corpo se noi siamo già così simili? E se più tardi nel carezzarti le gambe nude o venerando le tue aperture mi troverò con l'anima in bocca a dimenticare che ci sia mai stato un pensiero che non fosse anche corpo, se costruendo il tuo piacere come una cattedrale dimenticherò che ci sia mai stato un io, se addormentandomi con te, mia amata tra le braccia, non saprò distinguere neppure il sogno dalla veglia... allora non sarà più necessario dire che questa è la vicinanza, l'intimità, la medesima carne e anima.

Enrico Palandri,
“L'altra sera”

(Dmitry Chapala photography)

01/03/23

Come la luce di un sogno,
che non appare nel mondo ma esiste,
così ho vissuto io,
illuminando
quella parte di te che non conosci,
la vita che hai passato insieme ai miei pensieri.

E benché tu non lo sappia, io ti ho visto
attraversare la porta senza dire no,
chiedermi un portacenere, curiosare tra i libri,
rispondere al desiderio delle mie labbra
con le tue labbra di whisky,
seguire i miei passi fino alla camera.

Abbiamo anche parlato
sul letto, senza fretta, molte sere,
questo letto d'amore che non conosci,
lo stesso che rimane
freddo quando parti.

Benché tu non lo sappia ti inventavo con me,
facemmo mille progetti, passeggiammo
per tutte le città che ti piacciono,
ricordammo canzoni, scegliemmo rinunce,
imparando entrambi a convivere
tra la realtà e il pensiero.
Spiata all'ombra del tuo orario
o nella notte di un bar con mia sorpresa.

Così ho vissuto io,
come la luce del sogno
che non ricordi quando ti svegli.

“Tempo di camere separate”,
Luis García Montero