30/05/22

Sciogli di me, il nodo,
come neve, io divento più liquida dell’acqua.

Poi con dolcezza, senza bussole,
ignorando il peccato,

navigami dentro.

Beatrice Niccolai

(Marcin Wolinski photography)

29/05/22

Non glielo avrei mai detto che il suo nome mi arrivava come i profumi che attirano e respingono allo stesso tempo, come la tentazione di accarezzare il dorso di un rospetto dorato sapendo che il tuo dito sfiorerà l’essenza intima della viscosità.
Come dirlo a qualcuno se tu stesso non avresti potuto sapere che la sola menzione del tuo nome, il passaggio della tua immagine in un qualsiasi ricordo altrui mi denuda e mi ferisce, mi spinge in me stessa con quella spudoratezza che nessun specchio, nessun atto amoroso, nessuna riflessione spietata possono dare con tanto astio: che a modo mio ti amo e che quel sentimento ti condanna perché ti fa diventare il mio accusatore, colui che per amarmi e per essere amato mi depreda e mi denuda e mi costringe a vedermi come in verità sono.

Julio Cortázar,
“62/Modelo para armar”

27/05/22

I just don't know what to do with myself
I don't know just what to do with myself
I'm so used to doing everything with you
Planning everything for two
But now that we're through

I just don't know what to do with my time
I'm so lonesome for you, it's a crime
Going to a movie only makes me sad
Parties make me feel as bad
When I'm not with you
I just don't know what to do

Like a summer rose
Needs the sun and rain
I need your sweet love
To ease all the pain

Bryan Ferry,
“I Just Don't Know What To Do With Myself”

Anna Mouglalis, 2009
Photo Karl Lagerfeld

C’è, scavata nell'aria,
la tua dolce forma di donna;
un vuoto che palpita di te,
come l’immoto silenzio
dopo una perduta voce.

Diego Valeri

(Nazar Elcansky photography)
Chiudere l’udito a tutti i rumori
tranne a quello della pioggia.
Relegare tutti i pensieri
angosciosi nel posto che gli spetta,
nel tempo passato o futuro.
Sistemare i sentimenti
nei reconditi meandri del cuore,
in astucci chiusi a chiave
fino all'alba.
Reprimere i dolori.
Controllare i desideri
e superare le offese.
[…]
Entrare
nell'enclave monastica
del buio e del silenzio.
Andare lontano.
In capo al mondo.
Al confine dei sogni e dei non sogni.
E magari
ancora più lontano.

Kajetan Kovič,
“Istruzioni per dormire”

26/05/22

Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne...

Nâzım Hikmet

(Jen Senn photography)

25/05/22

Ho preparato per te
la casa del mio cuore.
Ho arredato ogni angolo
con penombre e luci.

Eravamo qui
silenziosi
io e gli arredi
in attesa.

Sei arrivato
per uno sprazzo di tempo
fuori dal tempo
ripartendo
lasciando
solo l'eco della tua voce
e un opaco profumo
di te.

Laura Sabatelli

23/05/22

Nella vita di ognuno esistono momenti - quando la porta sbattuta all'improvviso e senza alcun visibile motivo di colpo si riapre, quando lo spioncino chiuso un attimo fa viene di nuovo aperto, quando un brusco “no” che sembrava irrevocabile si muta in “forse” - momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura, e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuovo sangue.

“Il giunco mormorante”,
Nina Berberova

(Sergey Gunin photography)

22/05/22

Ma forse facevamo soltanto finta di non sapere niente.
Forse così era più facile, di fronte all’enormità dell’esperienza,
di fronte alle sofferenze (sofferenze altrui, in generale).
Forse c’era in questo addirittura un po’ di pigrizia
e un briciolo di indifferenza ostentata. Forse pensavamo:
meglio essere un tardo epigono di Socrate
piuttosto che riconoscere che qualcosa tuttavia sappiamo.
Forse nelle lunghe passeggiate, quando ci si disvelavano
la terra e gli alberi, quando cominciavamo a capire qualcosa,
avevamo paura del nostro coraggio.
Forse il nostro sapere è amaro, troppo amaro,
come le grigie fredde onde del Mare del Nord,
che ha risucchiato già così tante navi,
ma continua ad essere affamato.

Adam Zagajewski

21/05/22

La conoscenza è nella nostalgia.
Chi non si è perso non possiede.

Pier Paolo Pasolini

19/05/22

Pioveva davvero molto e le strade erano deserte
Con un tenue, indefinito sapore autunnale
Finestre chiuse e la gente così dimenticata.

Perché tutti ci hanno lasciato? Perché tutti ci hanno lasciato?
E stringevo le tue mani
Non aveva niente di strano il mio grido.

Un giorno ce ne andremo in silenzio e vagheremo
Per le città tumultuose e i mari deserti
Con un desiderio acceso sulle labbra
È l’amore che abbiamo cercato e che ci hanno negato
Tu dimenticavi le nostre lacrime, la nostra gioia, i nostri ricordi
Salutando le bianche vele al vento.
Forse non resta nient’altro che questo da ricordare.

Nella mia anima sussulta l’angoscioso Perché,
Assorbo il vento della solitudine e dell’abbandono
Batto le mura della mia umida prigione e non attendo risposta
Nessuno mai toccherà la misura della mia tenerezza e della
mia tristezza.

Manolis Anaghnostakis, “Poesie”
da “Stagioni” (1945)

Daido Moriyama photography, “On the Bed”, Tokyo (1969)

La poetica espressiva di Daido Moriyama, fotografo giapponese ossessionato dalla vita urbana, e “l'esperienza che si rinnova ogni giorno, che non ha fine, è inesauribile”: il concetto plurimo di realtà secondo cui fotografandone una sola (di realtà) “se ne possono vedere moltissime”.
Lo sguardo di Moriyama si abbandona alla percezione libera del mondo e della realtà, una realtà ricca di stratificazioni, di sfumature, di zone impenetrabili: è intensa, drammatica, in alcuni casi scioccante, mai consolatoria. I suoi scatti intercettano realtà misteriose e tragiche: il suo ritmo visuale trasporta in una dimensione letteraria in cui non esistono periodi e punteggiatura, ma solo un flusso incontrollato di sensazioni e percezioni.
La città nelle sue visioni si trasforma in una sorta di girone infernale, nella quale la sostanza umana diviene parte di un sistema esistenziale in cui tutto sembra imprevedibile, cangiante, improvviso e indecifrabile.

18/05/22

Perché se ti vedono forte,
penseranno che basti a te stessa,
che non hai bisogno di qualcuno che ti ascolti
o che ti baci sulla fronte.
Se ti vedono bella,
penseranno che non hai miserie da accudire,
che la vita è facile per te
e che i problemi che toccano gli altri
ti sono risparmiati.
Se ti vedono sorridente,
penseranno che non hai tristezze da affrontare,
che non hai dolori a soffocarti il cuore,
che non hai paure.
Se ti vedono sicura mentre cammini a testa alta,
penseranno che sei sfrontata
e che credi di essere perfetta,
che non fai errori o, se li fai,
sai nasconderli bene.
Ma tu resta te stessa.
Al di là di ciò che potranno pensare.
Sii selvaggia e spontanea, bella,
fuori dai canoni comuni,
solare e orgogliosa di te stessa,
sempre e oltre tutto.

Margherita Roncone

(Georgy Chernyadyev photography)

16/05/22

Fra quelle braccia colme di seno
Sulle sue gambe rami forti e umido fieno
Sopra il suo corpo preso ai pittori
Su quella bocca che qualcuno le comprò al banco dei fiori
E fu così lei dentro un sogno
Lei stessa un sogno una vaghezza
Io le vegliavo la purezza
Dell'impossibile (il suo cammeo).

Signora delle ore scure”,
Claudio Baglioni

(Sacha Leyendecker photography)

14/05/22

Essere parte
Camminare il confine
Intridersi
Mischiarsi
Abitare l’orizzonte
Vestiti, coperti
Nudi di quel che si è.

Francesca Ballarini

(Nguyễn Phan Lương photography)

13/05/22

Conosco giorni di dolore pieno
dolci alla bocca e sazi
come amanti.
Ho smesso di fuggirli
più non mi nego
astuta io
mi piego come canna
in abbandono.

Più una donna è silenziosa
più le si attribuiscono misteri attorno.
Nessuno pensa mai
che forse è solo stanca di sentire
parole vuote.

“Stanze lunari”,
Carla Collesei Billi

(Colin Dixon photography)

12/05/22

Noi sogniamo di viaggi per l'universo:
ma l'universo non è forse dentro di noi?
Noi non conosciamo gli abissi del nostro spirito.
La via segreta che conduce all'interno.
In noi, e in nessun altro luogo,
sta l'eternità con i suoi mondi, il passato e il futuro.
Il mondo esterno è il mondo delle ombre,
e getta le sue ombre nel regno della luce.

Novalis,
da “Fragmente”

11/05/22

Bisogna avere cura di conservare
lunghe vigilie e lunghe risonanze
agli incontri:
i giorni del sentimento inoperoso.
Un frammento di devozione
non sia mai negato a nessuno.
Usare il sesso come forma di conoscenza
più che come forma di piacere,
il piacere in questo caso non può coincidere
con l’eccesso.
Riconoscere che le vie dell’ossessione
sono infinite, a un certo punto
si finisce sempre dentro un’ossessione.
La gelosia non si patteggia,
è involontaria, come il battito del cuore.
Infine: gli amori non corrisposti
sono da preferire ai non amori corrisposti,
oggi così frequenti.

“Resteranno i canti”,
Franco Arminio

09/05/22

E resto in silenzio sulla soglia di me. Qui dopo una giornata di parole. Le disperdo nel vento e osservo i comportamenti, me lo hai insegnato tu. 
I comportamenti vestono i caratteri. Il resto serve a poco. Anche le parole. Io invece vesto il mio sentire. Mi resta addosso tutto ciò che penso (...). Perché prima di ogni cosa ci sono attimi e preludi, ci sono sguardi e tempeste, parole e voglie, prima di tutto c’è quell'intimità col cielo che va oltre. E in quell'intimità mi ritrovo sempre con l’anima nuda.
Entra nel mio silenzio e lavami con premura il cuore.

Beatrice Niccolai

(Mikhail-Shapovalov photography)

08/05/22

Sono una donna
e celebro ogni piega del mio corpo
ogni piccolo atomo che mi forma
dove navigano i miei dubbi e le mie speranze.
Tutte le contraddizioni sono meravigliose
perché mi appartengono.
Sono una donna e accolgo con favore ogni arteria
dove imprigiono i segreti della mia stirpe
e tutte le parole degli uomini sono nella mia bocca
e tutta la saggezza delle donne è nella mia saliva.

Mikeas Sánchez

06/05/22

Il nostro cuore è consacrato
con fraterna fedeltà
a tutto ciò che fugge e scorre, alla vita,
non a ciò che è saldo e capace di durare.
Presto ci stanca ciò che permane,
rocce di un mondo di stelle e gioielli,
noi anime-bolle-di-vento-e-sapone
sospinte in eterno mutare.

Hermann Hesse,
“La felicità. Versi e pensieri”

05/05/22

Ora entriamo nella penetrazione,
nel rovescio pungente
di ciò che infinitamente si divide.
Entriamo nell’ombra divisa,
nella copula della notte
con il dio che scoppia nelle sue viscere
nella scissione indolore della cellula,
nel rovescio della pupilla,
nell’estremità terminale della materia
o nel suo unico inizio.
Nessuno potrebbe strapparmi ora
al territorio impuro di questo canto
e nessuno ha in questo posto
autorità sul mio sogno.
Né Dio né uomo.
Viene da sola dalla notte la notte,
come dalla durata l’interminabile,
come dalla parola il labirinto
che in essa trova l’entrata e l’uscita
e come dall’informe viene fino alla luce
il limo originale del vivente.

José Ángel Valente

(Max Zadorozhny photography)

04/05/22

Se un tormento viene tenuto temporaneamente lontano,
non si può dire che abbia cessato di esistere.
È presente persino nella cura con cui si cerca di evitarlo.

Simone de Beauvoir

02/05/22

Chi sarai questa notte dentro quel sogno
oscuro, dall'altra parte del suo muro?

Jorge Luis Borges

01/05/22

“Oh, cielo su di me, puro! Fondo! Baratro di luce! Nel contemplarti fremo di desideri divini! Gettarmi nella tua altezza – questa è la mia profondità! Calarmi nella tua purezza – questa è la mia innocenza!”

“Così parlò Zarathustra”,
Friedrich Nietzsche