30/03/21

Se mi lasci libera,
mi hai già insegnato come restare.

Emily Dickinson

(Markus Keck photography)

28/03/21

Strano come, dopo aver vissuto tanta passione,
tanti colpi e pianti, tanta intensa gioia,
io sia potuta diventare così distaccata,
disgustata da tutte quelle inutili finzioni con gli altri,
quelle attrazioni improvvise che sono la mia condanna.

Sylvia Plath

(David Dubnitskij photography)

25/03/21

Scordare è più crudele di dimenticare: chi è dimenticato viene tolto dalla mente, chi è scordato viene tolto dal cuore. E se io abito nel tuo cuore e tu mi cacci, io non avrò altro posto dove stare. Dimenticami, ma non scordarmi.

Giulia Carcasi,
da “Io sono di legno”

(Stephan Rappo photography)

23/03/21

Il bacio di ieri
ha aperto la porta
e tutti i ricordi
che ho creduto fantasmi
caparbi si sono alzati
a mordermi.

Claribel Alegría,
da “Y este poema-rio”

21/03/21

Dimmi dove mettermi, scegli la stanza, l'angolo, la luce. Chiedimi il silenzio o le parole, i capelli slegati o la biancheria addosso. Col torace contro, il morso sul collo, lo spazio appena grande da respirare.

Stefania Piloni,
da “Prima di questo letto”

19/03/21

Non c'è nessuna distinzione tra quello che crediamo di conoscere e ciò che conosciamo: quello che crediamo di conoscere è tutto ciò che conosciamo.

Claudia Petrucci,
da “L’esercizio”

(Alberto Buzzanca photography)

17/03/21

Bianco, mi ha detto, il colore dell’origine e della fine. Il colore di chi sta per cambiare condizione.
Bianco, mi ha detto, il colore del silenzio assoluto; non il silenzio della morte, ma quello del preludio a tutte le metamorfosi possibili.

Marcela Serrano,
da “Il tempo di Blanca”

15/03/21

Quando mi chiese cosa mi colpisse di una donna, la guardai e dal mio vocabolario tirai fuori la “bellezza intelligente”. Per dipingere il suo sguardo attonito le spiegai che essa potrebbe essere intesa come una “password immaginaria” che apre le porte delle stanze dormienti del cuore. Intendo le mie. È qualcosa che influenza fortemente il mio mondo, i miei venti, i miei passi, la densità delle note sui miei pentagrammi: la mia musica. La bellezza intelligente non è un luogo prettamente estetico, è uno stato empatico al di là di due occhi, in un’anima; la sensazione di sentirsi appagati anche solo quando una donna muove le mani, sfiora i suoi capelli o quando, assopita, i suoi capelli sono mossi proprio come i suoi pensieri, dal vento.

Green Eyed Vincent,
da “Nell'universo di un numero primo”

(Andreea B. Ballen photography)

14/03/21

Amo della poesia la spontaneità della prosa
e l’immagine velata,
senza una luna per l’eloquenza:
quando cammini scalza,
la rima abbandona l’amplesso delle parole
e si spezza la cadenza
al culmine della prova.
Un poco di notte accanto a te
basta per farmi uscire dalla mia Babilonia
verso la mia essenza, la mia fine.
Nessun giardino in me
e tu, tu sei tutta.
E da te trabocca il me libero e buono.

Mahmoud Darwish

(“Circle” by David Dubnitskij)

10/03/21

Se non hai il “cuore in inverno”, sei condannata di tanto in tanto a prenderti cura della fragilità di un'altra persona, e ad aspettare che quella persona, prima o poi, curi la tua.

Ima GI

06/03/21

Tu sei la processione di tutti i miei se
La barra di un timone che è in balia dei flutti
L’acquazzone che disseta i campi asciutti
E che prosciuga me

Sei la liberazione della mia città
Tu sei l’arpione che mi sta spellando il cuore
L’espressione che cancella ogni rancore
E in silenzio sta

Tu sei premio e punizione
Le mie ali di cartone
Sei il burrone
Dove cado giù

A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
E niente più
E niente più

Sei la maledizione, la benedizione
La sottomissione e la ribellione
La disperazione, poi l’esaltazione
La passione e la crocefissione
La resurrezione e infine l’ascensione

Claudio Baglioni,
“Dodici note”

(Ruslan Lobanov photography)

04/03/21

A una verità nuova non ci si può accontentare di far posto. Si tratta piuttosto di prender posto, il nostro posto in essa.

Jacques Lacan,
da “Écrits”

(Ruslan Lobanov photography)

02/03/21

Il pensiero di te,
che ha origine in me stesso,
viene da altrove, suppongo,
e lontano, per questo mi chiama,
o è come se lo facesse,
e spesso sorprende la mente
intenta al lavoro, alla guida, a se stessa
nel riflesso che rigira il presente.
Rigira l’origine, il pensiero,
e quando arriva ci trova già
rivoltati verso il futuro, in fuga
da noi stessi, pieni di desiderio
di essere stati.
 Celeste è questa facoltà che hanno gli umani
di rivivere, rimorire lontani,
celeste è il colore del cielo,
a volte, quel colore inventato da noi
umani, forse da uno rimasto solo
e nel pensiero vicino all’amore
come vicino all'amore nessuno.

Gian Mario Villalta

(Alberto Buzzanca photography)