30/03/24

Raccoglimi

Vieni
inseguimi tra i cunicoli della mia mente
tastando al buio gli spigoli acuti delle mie paure.
Trovami nell’angolo più nero
osservami.

Raccoglimi dolcemente scrollando la polvere dai miei vestiti.
Io ti seguirò.
Ovunque.

Saffo

(Fabrizia Milia photography)

28/03/24

E sono pazze tutte le donne quando lasciano che si accenda in loro un amore segreto che, se sconosciuto e non corrisposto, distrugge la vita che lo nutre. E, se scoperto e ricambiato, conduce, come un ignis fatuus, in paludi selvagge da cui non c’è scampo.

Charlotte Brontë,
Jane Eyre

26/03/24

Marzo: mese d’attesa.
Le cose che ignoriamo
E le persone del nostro presagio
Sono in cammino.

Emily Dickinson

(Tomáš Jungvirt photography)

25/03/24

O tu fontana dal pensiero umano,
inesauribile fontana!
E qual è mai l’imperscrutata
legge che t’agita e t’incalza?
Come avida ti lanci verso il cielo!

Dentro te celi tutto un mondo
d’arcani, magici pensieri,
quali il fragore esterno introna,
quali il diurno raggio sperde:
ascolta il loro canto.

Fëdor Ivanovič Tjutčev

23/03/24

Il tuo fuoco mi marchia ovunque
il gioco divino
sommerge marosi carnali
e in ogni flutto il corpo
freme di piacere.
È una notte stregata di marzo,
sospiri di fiori vergini
diffondono il tuo nome selvatico
a colorare il mondo di un piacere
d’intensità ignota; si schiude
anche la corolla più buia
a profumare
di promesse i sentieri impercorsi.
E nell’ora più sola
sboccia un cielo nuovo di astri
rosso fuoco: ardono festeggiando
l’incontenibile beltà
dell’innescata stagione d’amore.
[…]
Sei la cruna in cui passa il filo
della mia vita e prende la forma
della tua fantasia.
M’intessi nelle ore più intense
e ricami il mio cuore nel prato
della voluttà e del canto puro.
I tuoi seni splendono,
lune piene nella notte dei sogni
senza fine, anche se questo cielo
come nuvole nel vento si dilegua
sulla soglia del giorno.

Tomaso Kemeny

(Simona Pistolozi photography)

21/03/24

Ho bisogno di ricordare e già di dimenticare.

“Le stanze dell'addio”,
Yari Selvetella

20/03/24

Avvicinati piano ai miei domini:
che le tue dita tentino lo spazio
ciecamente, l’oscurità che avvolge
il mio corpo; che costruiscano un cammino
e giungano a me attraverso il velo
spesso e taciturno delle ombre.

Salvami con la luce che hai fra le dita
se mi toccano, scongiura l’indolenza,
scaldami o ustionami col tatto
splendido e chiaro delle tue mani.

Josefa Parra

19/03/24

Ella appariva, così, la donna di delizia, il forte e delicato strumento di piacere, l'animale voluttuario e magnifico destinato a illustrare una mensa, a rallegrare un letto, a suscitare le fantasie ambigue d'una lussuria estetica. Ella così appariva nello splendore massimo della sua animalità: lieta, irrequieta, pieghevole, morbida, crudele […].
Di quante diverse apparenze ella si veste agli occhi miei! La sua forma è disegnata dal mio desiderio; le sue ombre sono prodotte dal mio pensiero. Ella, quale m'appare in tutti gli istanti, non è se non l'effetto d'una mia continua creazione interiore. Ella non esiste se non in me medesimo.

Gabriele D'Annunzio

17/03/24

È scesa la sera.
Vedo la città dall’alto.
Milioni di luci brillano.
Sono milioni di storie,
di sorrisi e di pianti,
di destini incrociati e di solitudini,
di dialoghi e di incomprensioni totali.

Nella zona unica e speciale delle nostre ore
c'è invece una solitudine astratta.
Una tela bianca sul nostro fare e disfare il tempo.

Ima GI

16/03/24

“Fiorisci e brilla con tutta la fantasia di cui sei capace”.

Ima GI

(Marta Syrko photography)

15/03/24

In ogni caso non riuscivo a raggiungerla; era qui, ma distante, come su una cima, a contemplare chissà quale oscura vallata attorno a sé. Vederla in quello stato mi metteva a disagio: non sopportavo la sua solitudine, la sua solitudine malgrado me.

“Vite mie”,
Yari Selvetella

(Fabrizia Milia photography)

13/03/24

Dicevi che i tuoi amanti
Erano specchi infranti nel riflesso del tuo disincanto
Ti sei congedata da loro offrendogli
Il rimpianto della tua bellezza
E un'ultima notte sfilata al passato.

“Avevi fretta di andartene”,
Massimo Volume

11/03/24

Chissà se dopo un tortuoso arrancare
s’arriva a un chiaro punto di snodo
da cui scorgere un luogo senza danno…

oppure, abbandonata la finestra,
scavare sotto la propria soglia
e scansare imbucarsi scurricolare

e inoltrarsi fino alla grotta
dove ci scoprimmo umani

(e non nati al solo declinare,
quali siamo, malati deviati
che mai vedremo il tempo nuovo)

e nei graffiti reperire il segno
d’un altro seme e nel silenzio
entrare in quell’inizio

che non conosce il male e nessun pegno.

Eugenio De Signoribus

10/03/24

Niente di più bello di
un corpo fiorito per il desiderio,
in attesa,
paziente,
sicuro.

Peter Handke

(Thomas Agatz photography)

09/03/24

L'eleganza è anche in un corpo nudo,
basta saperlo indossare.

Maria Lo Monaco

(Frank Verbreyt photography)

08/03/24

Ci sono in ogni esistenza alcune persone che ci aprono delle porte e poi tocca a noi attraversarle, tocca a noi andare più lontano e passare attraverso la porta aperta […]. Per quanto mi riguarda ci sono due o tre persone che mi hanno aperto delle porte in questa vita, e forse quando scrivo, anche senza nominarle, non smetto mai di ringraziarle.

“Illumina ciò che ami senza toccarne l’ombra”,
Christian Bobin

(Fabrizia Milia photography)

07/03/24

Ho atteso per tanti giorni nuda,
con il tuo nome scolpito fra le sopracciglia,
che ho dimenticato
gli inverni, l’azzurro e le rose.
Il tuo nome inciso sulla mia pelle.
Brucia. Ma tra poco è primavera.
Tra poco voglio dimenticare l’inverno.
Ritrovare i cieli azzurri, la luce,
la promessa di una rosa.
Con te, se vorrai.
Oppure, credimi, da sola.

Juana Castro

06/03/24

Gatta, insegnamelo tu come si fa a essere sempre così in pace con tutto, così pesantemente fiduciosi dell’abbondanza eppure così leggeri, così pronti a scattare eppure così morbidi.
Gatta, insegnamelo tu come ogni cosa che pensi ti riesce, e come si fa a creare ricchezza e bellezza dovunque posi la zampa, imponendoti senza pietà pur senza che l’altro se ne accorga.
Gatta regale, insegnami tu come ogni volta che cadi nel sonno ti fidi del mondo e lasci che gli altri si arrangino da soli.
Gatta adorata, insegnami tu quella sicurezza assoluta in se stessi, l’implacabilità dell’essere regali sempre, la lucidità affilata, la volontà indomabile, e come fai a farla penetrare ovunque con la quiete e il silenzio dell’acqua.
Gatta sacra, insegnamela tu la pazienza mai scostante, la dolcezza che trita le pietre, la capacità da farti ascoltare da tutti senza emettere parola.
Come si raggiunge la tua infallibilità? Al tuo cospetto, io sono appena una cellula alla ricerca spasmodica di un sistema solare.
Gatta egiziana, insegnami la saggezza, e l’autoguarigione che pratichi di nascosto… E, per favore, qual è il segreto delle onde delle tue fusa che trasformano il metallo in oro e la rabbia in amore. E, per favore, come si fa ad essere allo stesso tempo così terreni e così trascendentali. Mentre noi esseri umani ancora brancoliamo nella cecità, e continuiamo a cadere senza grazia, credendoci grandi pur essendo lontani anni luce dalla soddisfazione gloriosa che conosci tu. E che, per qualche arcano mistero della vita e senza nessuno sforzo, ti è sempre dovuta.

Sonia Serravalli

05/03/24

È difficile che qualcuno ti spezzi il cuore.
Generalmente sei tu che lo rompi
mentre cerchi di metterlo a forza
in un posto dove sai bene che non può stare.

Alejandro Jodorowsky

(Sylvie Lancrenon photography)

03/03/24

È possibile trovare una chiave segreta,
che apre la parte più vera, più autentica di noi,
catturare ogni ombra e ogni luce
e incontrare tutto quello da cui siamo fuggiti.
L’anima ha carte geografiche di terre sconosciute
con la verità del nostro cercare.
Ha superfici calme e profondità abissali.

Rosita Ceraolo

(Robert Domondon photography)

02/03/24

Nessun posto è qui o lì

Nessun posto è qui o lì
Ogni luogo è proiettato dall’interno
Ogni luogo è sovrapposto allo spazio.

Ora sto creando un punto all’esterno
Sto cercando di metterlo qui in alto
Sopra lo spazio dove non sei
Per vedere se da tanto sforzo – sì da tanto sforzo
Tu appari sorridendo un’altra volta.

Óscar Hahn