Gatta, insegnamelo tu come si fa a essere sempre così in pace con tutto, così pesantemente fiduciosi dell’abbondanza eppure così leggeri, così pronti a scattare eppure così morbidi.
Gatta, insegnamelo tu come ogni cosa che pensi ti riesce, e come si fa a creare ricchezza e bellezza dovunque posi la zampa, imponendoti senza pietà pur senza che l’altro se ne accorga.
Gatta regale, insegnami tu come ogni volta che cadi nel sonno ti fidi del mondo e lasci che gli altri si arrangino da soli.
Gatta adorata, insegnami tu quella sicurezza assoluta in se stessi, l’implacabilità dell’essere regali sempre, la lucidità affilata, la volontà indomabile, e come fai a farla penetrare ovunque con la quiete e il silenzio dell’acqua.
Gatta sacra, insegnamela tu la pazienza mai scostante, la dolcezza che trita le pietre, la capacità da farti ascoltare da tutti senza emettere parola.
Come si raggiunge la tua infallibilità? Al tuo cospetto, io sono appena una cellula alla ricerca spasmodica di un sistema solare.
Gatta egiziana, insegnami la saggezza, e l’autoguarigione che pratichi di nascosto… E, per favore, qual è il segreto delle onde delle tue fusa che trasformano il metallo in oro e la rabbia in amore. E, per favore, come si fa ad essere allo stesso tempo così terreni e così trascendentali. Mentre noi esseri umani ancora brancoliamo nella cecità, e continuiamo a cadere senza grazia, credendoci grandi pur essendo lontani anni luce dalla soddisfazione gloriosa che conosci tu. E che, per qualche arcano mistero della vita e senza nessuno sforzo, ti è sempre dovuta.
Sonia Serravalli