30/01/23

È tutta una questione di tempi.
Giusti.
Sbagliati.
Persi (perversi).
Ritrovati.
Diversi (sempre).

Ima GI

28/01/23

Una felicità piena, obliosa, libera, sempre novella, tenne ambedue, dopo d’allora.
La passione li avvolse, e li fece incuranti di tutto ciò che per ambedue non fosse un godimento immediato. Ambedue, mirabilmente formati nello spirito e nel corpo all’esercizio di tutti i più alti e più rari diletti, ricercavano senza tregua il Sommo, l’Insuperabile, l’Inarrivabile; e giungevano così oltre, che talvolta una oscura inquietudine li prendeva pur nel colmo dell’oblio, quasi una voce d’ammonimento salisse dal fondo dell’essere loro ad avvertirli d’un ignoto castigo, d’un termine prossimo.
Dalla stanchezza medesima il desiderio risorgeva più sottile, più temerario, più imprudente: come più s’inebriavano, la chimera del loro cuore ingigantiva, s’agitava, generava nuovi sogni; parevano non trovar riposo che nello sforzo, come la fiamma non trova la vita che nella combustione […]. Talvolta, l’anima, sotto l’influsso dei desideri, per un singolar fenomeno d’allucinazione, produceva l’immagine ingannevole d’una esistenza più larga, più libera, più forte, «oltrapiacente », ed essi vi s’immergevano, vi godevano, vi respiravano come in una loro atmosfera natale.
Le finezze e le delicatezze del sentimento e dell’immaginazione succedevano agli eccessi della sensualità.

Gabriele D'Annunzio,
“Il piacere”

26/01/23

La musica è l'intera casa, l'odore delle stanze, la luce riflessa sui vetri al mattino, il fuoco acceso. Il mio discernimento è la musica, la lucidità e la coerenza con cui guardo nelle cose e attraverso le porte. Le mie chiavi stanno in capo a uno spartito, le note conoscono fragilità e temperamento senza mai essere deboli: si corre sugli ottavi e nelle pause si respira.

“Prima di questo letto”,
Stefania Piloni

24/01/23

Svelare a una persona qualcosa che non sa di se stessa è un grande dono d'amore. Il più grande.

“Che tu sia per me il coltello”,
David Grossman

22/01/23

Io sono questa

sono la donna senza abito
senza tacco
senza la notte di luna vera
con le rughe sul silenzio

Questa sono

corpo frammentato da carezze taglienti
baci umidi serpenti
donna
di approdi mai giunti.

Emanuela Mannino

(Petter Hegre photography)

20/01/23

Canterò per noi, canterò per lei
in suo nome, o compagno della mia esplosione lucente suo corpo,
insegnami il canto,
dì a questo tempo-muro che sono stato iniziato
e mi sono aperto al suo mistero,
in lui mi sono radicato,
le mie poesie ne sono ricoperte,
ed io non voglio esistere soltanto per esistere.
Non voglio che lasciar fluire il mio tempo tra le sue braccia
non voglio che estasiarmi di lei e estasiarmi per lei,
cantare per noi e cantare per lei
in suo nome, o compagno della mia esplosione lucente suo corpo, insegnami il canto.

Adonis,
“Cento poesie d’amore”

(Maxim Nikitin photography)

18/01/23

Prima di entrare in questa sala illuminata a giorno
potevo ancora dire che in te
stava il nostro ultimo calore:
ancora vivevamo
nell'abbraccio della tua notte.

Adesso cammini e cammini al piano di sopra,
nell'antico poema mistico che è la mia mente:
ascolto il tuoi passi
echeggiare sul pavimento di marmo lucente.

Qualcuno lo trova strano?
Per me ci sono segni e riferimenti:
e io torno, volta dopo volta, in segreto,
alla tua sala dagli alti soffitti
dove la luce diurna non si spegne mai,
ma è notte
con tutte le macchine parcheggiate fuori
e ogni cosa dimora del silenzio.

Ma chi sono per negare
questa mia immagine di uno spazio aperto?
Perché odiare me stesso per un tale inganno
se è qui che sto,
nella tua sala dagli alti soffitti
dove la luce non si spegne mai
e io ispiro la tua notte che vive,
la tua notte che mi toglie il respiro.
Dentro, fuori, senza ormai alcun senso.

Steven J. Grieco

(Hedley Jones photography)

16/01/23

Imparate a memoria
quelle forme di Bellezza che vi sanno incantare.

Ima GI

12/01/23

Da quando l’ho incontrato non ha mai smesso di recitare poesie. Poemi interi che imparava a memoria. Lui declamava e io fantasticavo che li riscrivesse per me sola. Che la poesia fosse la chiave del mio corpo?
La poesia era sempre tra noi. Lui mi amava con i versi degli altri. Quando partiva per un viaggio, mi telefonava per dirmi il titolo di una raccolta o di una poesia. Io cercavo il poeta, leggevo le parole, e me lo sentivo accanto: Pessoa, Kavafis, Char, Michaux e altri che non conoscevo.
Con lui ho ripreso a scrivere le mie poesiole, che sono diventate il rito iniziatico di ogni nostro incontro.
Mi chiedeva le mie parole e io, in silenzio, gli porgevo il foglio con la poesia. Lui la leggeva come se partisse alla scoperta del mio lato oscuro, della parte più profonda di me che si cela dietro la mia frivolezza e le mie risate inconsistenti. Scopriva quello che non osavo rivelare nemmeno a me stessa.
In silenzio ripiegava il foglio con cura e se lo faceva scivolare in tasca. Che il mio corpo fosse una delle chiavi della poesia?
Basta che io mi veda nuda nello specchio perché mi torni in mente come parlava del mio corpo. Dei miei seni, del mio sesso, delle mie natiche, della mia pelle, del mio odore. Risento le sue parole e tremo. Risento le sue parole, le sue carezze, i suoi sguardi e tremo.

“La prova del miele”,
Salwa Al-Neimi

11/01/23

- Non l'indugio perverso! A ogni ora voi siete per donarvi e vi trattenete, siete per concedervi e vi negate. Fin da quel giorno, sotto la tettoia, girando intorno alle ali morte, simulaste nel passo i movimenti della voluttà.
(Per lui il desiderio era quell'elezione irrevocabile, che di quelle due braccia faceva il luogo unico della luce e del respiro. Ma il desiderio di lei era senza cerchio, senza limite, senza tempo come il male dell'essere e la malinconia della terra).
- L'amore è il dono - disse egli.
- È l'attesa - disse ella.

"Forse che sì forse che no",
Gabriele D'Annunzio

(David Dubnitskij photography)

09/01/23

Come si fa ad infilare un'intera vita in una sola valigia?
Ci aveva riflettuto a lungo. Fino ad arrivare alla conclusione che tutto ciò che si poteva buttare per terra, rompere, spaccare o distruggere in maniera definitiva, tutto ciò, quindi, che aveva un peso specifico e che era stato creato dall'uomo, non sarebbe mai stato prezioso quanto i ricordi, che uno poteva portarsi dietro in quantità infinite.
Ogni essere umano è l'anello di una catena, siamo tutti collegati, perchè portiamo dentro di noi parte della vita e dei pensieri di chi ci ha preceduto. Se l'amore risiede nel cuore, allora il ricordo risiede nell'anima, ed entrambi sono immortali.

“Musica per un amore proibito”,
Hanni Münzer

07/01/23

Bellezza, vengo ad incontrarti nella solitudine del freddo.
La tua lampada è rosa, il vento brilla.
La soglia della sera scava.
Nelle nostre tenebre non c’è uno spazio per la Bellezza.
Tutto lo spazio è per la Bellezza.

René Char,
“Poesie”

05/01/23

Il mio battito accelera al
pensiero di partorire poesie,
ecco perché non smetterò mai
di aprirmi per concepirle:
fare l’amore
alle parole
è eroticissimo,
per la scrittura
provo amore,
o lussuria,
o entrambi.

“Milk and Honey”,
Rupi Kaur

(Teddy Mack photography)

03/01/23

Fammi essere forte,
forte di sonno e di intelligenza
e forte di ossa e fibra;
fammi imparare,
attraverso questa disperazione,
a distribuirmi:
a sapere dove e a chi dare
a riempire i brevi momenti
e le chiacchiere casuali
di quell’infuso speciale
di devozione e amore
che sono le nostre epifanie.

Sylvia Plath

01/01/23

Oggi ho vissuto l’istante della potenza
e dell’invulnerabilità assolute.
Ero un alveare che migrava
verso le sorgenti del cielo
con tutto il suo miele e tutte le sue api.
Ancora una volta sei il lume
dove s’inabissano le tenebre
intorno a un nuovo insorto –
Tu, sotto la sferza che incrudelisce
al tuo piangente chiarore.
Una volta ancora, l’anno nuovo ci confonde gli occhi.
La veglia è di alte erbe che non hanno amore
se non col fuoco e la prigione che mordono.
Poi saranno le ceneri del vincitore
e il racconto del male.
Saranno le ceneri dell’amore.
La rosa selvatica
che sopravvive a presagi di morte.
Saranno le ceneri,
immaginarie, di te, della tua vita immobile
sul suo cono d’ombra.
Chi ripristinerà intorno a noi quell’immensità
e quella densità realmente nate per noi, e che, da ogni parte,
umanamente ci lambiscono?

René Char,
“Poesie”