30/11/22

Esitammo un istante
e dopo poco riconoscemmo
di avere la stessa malattia.
Non vi è definizione
per questa mirabile tortura,
c’è chi la chiama spleen
e chi malinconia.
Ma se accettiamo il gioco
ai margini troviamo
un segno intelleggibile
che può dar senso al tutto.

Eugenio Montale

(Andrea Céline photography)

29/11/22

Lo spiraglio dell’alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.

Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell’alba
sulle colline scure.

Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell’alba
sommergono le case.

La città rabbrividisce,
odorano le pietre
sei la vita, il risveglio.

Stella sperduta
nella luce dell’alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro
è finita la notte.

Sei la luce e il mattino.

Cesare Pavese

27/11/22

L'ironia e il divertito distacco dalle cose sono l'occasione per debellare il sospetto di non saper desiderare o di non saper essere desiderabili.

Ima GI

25/11/22

E sognerai
che non occorre affatto respirare,
che il silenzio senza respiro
è una musica passabile,
sei piccolo come una scintilla
e ti spegni al ritmo di quella. 

Una morte solo così. Hai provato
più dolore tenendo in mano una rosa
e sentito maggiore sgomento
per un petalo sul pavimento. 

Un mondo solo così. Solo così
vivere. E morire solo quel tanto.
E tutto il resto eccolo qui –
come Bach suonato per un istante
su un bicchiere.

Wisława Szymborska

23/11/22

«Qui ormai navighiamo in acque sconosciute, dove può accadere di dover capovolgere tutte le solite considerazioni, dove la malattia può essere benessere e la normalità malattia, dove l'eccitazione può essere schiavitù o liberazione, e dove la realtà può trovarsi nell'ebrezza, non nella sobrietà. È veramente il regno di Cupido e di Dioniso».
«Allora» disse lentamente «devo usare la vista, usare gli occhi in ogni situazione dove prima usavo la... come l'avete chiamata? La propriopercezione».
«Ho già notato - aggiunse pensosa - che mi accade di 'perdere' le braccia. Le credo in un posto e le trovo in un altro. Questa propriopercezione è come se fosse gli occhi del corpo, il modo in cui il corpo vede se stesso. E se scompare, come è successo a me, è come se il corpo fosse cieco. Il mio corpo non può 'vedere' se stesso se ha perso i suoi occhi, giusto? Così tocca a me guardarlo, essere i suoi occhi».

“L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello”,
Oliver Sacks

22/11/22

Io sono in te
come il caro odore del corpo
come l’umore dell’occhio
e la dolce saliva.
Io sono dentro di te
nel misterioso modo
che la vita è disciolta nel sangue
e mescolata al respiro.

Lalla Romano,
“Opere”

(David Dubnitskij photography)

20/11/22

Wonder is the basis of worship.

Thomas Carlyle,
“Sartor Resartus”
(1831)

(Inspired by Jack Vettriano)

18/11/22

Ho sempre pensato ai nomi propri di persona come a una specie di onore, un segno di rispetto e civiltà. Tu invece sei l'innominabile. Non molti, nella mia testa, non hanno diritto a un nome. Ma tu ti ci avvicini. È il mio piccolo atto di resistenza.

“Questa strana e incontenibile stagione”,
Zadie Smith

17/11/22

Ascoltarsi dentro.
Non  lasciarsi più guidare 
da quello che si avvicina da fuori, 
ma da quello che s'innalza dentro.

Etty Hillesum

(Roberto Girardi photography)

15/11/22

Che cos'era questa legge di gravità che ci autorizzava ad essere insieme senza essere insieme? Come definire la nostra formula chimica, come chiamare i nostri atomi agganciati? Lei credeva nell'informulabile, essendo l'informulabile stesso per lei il garante di una realtà.
Dei pezzi interi della mia vita erano indifferenti ad Ava. Lei me li lasciava, come io le lasciavo i suoi giardini segreti. Fin dall’inizio della nostra storia avevamo preso atto delle nostre differenze, avevamo stabilito i nostri spazi intimi, i nostri tempi personali. La regolazione delle nostre solitudini avveniva in un’anarchia naturale, felice, al di là delle leggi comuni alle altre coppie. I sospetti, le gelosie non passavano tra di noi […].
In generale, non esiste amore felice. L’amore è inquieto, accattone, diventa rapidamente un diritto a tiranneggiare l’altro. Noi eravamo sempre ricchi di vederci, in una felicità limpida e fiduciosa. Ci amavamo senza paura e senza rimproveri, senza provare il bisogno di dircelo, i nostri egoismi si rispettavano. Il resto del tempo eravamo delle poesie viventi.

“Gli amanti”,
Jean-Marc Parisis

14/11/22

L'amore la colpiva alle spalle ogni mattina.
Quando pensava di aver dimenticato
e riconosceva sulla pelle l'assenza delle sue carezze.
Era bianca. Nessun segno.
Nessun rossore di barba incolta e baci furiosi.
Bianca. Livida di mancanza.

Paola Felice

(Artem Stisovyak photography)

13/11/22

Ogni mattina, puntualmente, con la morosa esattezza
di un’ossessione di pendoli sul bordo del sogno,
lì dove i desideri e le paure penzolano, si separano, gocciolano come lente lacrime impure,
appari.

Sei l’inventato,
l’immagine senza specchio,
il doloroso oggetto dei miei sogni
e approfitti del mio sopore
per colarti, clandestino,
fino a dove non ti permetto nelle mie veglie.

Sei l’inventato,
la mia creatura tenace,
quella che andai armando lentamente durante tanti anni,
rammendando, amorosa,
ad ogni colpo della realtà.

Julieta Dobles

(Dmitry Chapala photography)

11/11/22

Corpo desiderato

Dietro un’immagine
di riflessi incrociati
vedo la tua sagoma.
È in me il tuo corpo
e il mio desiderio se ne ciba
fino ad acquistare in te sostanza
fuori di me
irraggiungibile
ardente calamita
del mio sogno.

Che costante aspira
a divenire corpo
e costante se ne torna
all’intangibile realtà
del suo principio.

Tutto il mio corpo dunque si dissolve
ardente ormai e fuso
confuso col tuo sogno.

Martha L. Canfield

(Dmitry Chapala photography)

09/11/22

Non importa che sia comprensibile,
l'importante è che sia inatteso.

Ima GI

(Dmitry Chapala photography)

07/11/22

Tu, che io amo con tutta la passione dell'anima mia e secondo la cui immagine modello me stesso: perché non ti mostri? Io non sto mendicando, non ti sto umilmente supplicando di mostrarti comunque, una tale preghiera sarebbe idolatria vera e propria, a te affatto ingrata. Mostrati, e io ti poetizzo. Mi nutro della mia stessa poesia e questo è il mio solo cibo […]. Mostrami una possibilità che abbia tutta l'apparenza d'una impossibilità, mostramela anche tra le ombre dell'inferno, io andrò a prenderla.

Søren Kierkegaard,
“Diario del seduttore”

06/11/22

C’è stato un momento
in cui mi sono persa.
Ho perso tutto quello che avevo
attaccato alla schiena,
i vecchi paradigmi,
forme,
maschere,
vergogna,
senso di colpa,
costumi
e le regole.
Ho perso ore e orologio,
calendario e aspettative,
le speranze e le certezze.
Ho perso tutto ciò che era,
tutte le inutili attese,
tutto quello che avevo cercato
e tutto quello per cui avevo camminato
e tutto ciò che è avevo lasciato sul ciglio della strada.
E così, nel perdere tutto,
ho anche perso la paura,
la paura di infrangere le regole
e le autocritiche feroci,
la paura della morte
e la paura della vita,
la paura di perdersi,
e la paura di perdere.
E completamente nuda,
priva della vecchia pelle,
ho trovato un cuore
che vibra dentro ogni poro del mio essere,
un profondo tamburo
fatto di argilla, stelle e radici
il suo eco dentro di me
è la voce della Vecchia Donna,
fu allora che ricordai
battito dopo battito,
che ero viva,
eternamente viva,
che ero libera,

coraggiosamente libera.

Ada Luz Márquez

(Arek Akki photography)

04/11/22

Ogni parola possiede la sua retta segreta
e il suo profumo.
Avanzo fra le righe
guidata da un mio senso
che nasce col respiro.
All’erta e tutta irta
fra l’una e l’altra linea
di un capoverso
– in verità una strofa –
vado.
Cime vertiginose
dove il cielo sospeso mi trascina
nel basso senza fine.
Capisco il tuo messaggio ma proseguo.
E in un punto di luce
come una retta muta e profumata
incontro la parola dietro le tue parole.
Mi accendo e mi abbandono.
Ti tocco e non ti sento.
Ti sento e non distinguo
il tuo perimetro verbale e verosimile.
Sento la spada del tuo verbo oscuro.
L’indefinito spazio
di questo appuntamento
a un tratto a fior di pelle si rivela:
ferita penetrata
in te per te goduta
in una trasformata
in quello spazio tuo
che il tuo discorrere mi dona.

Martha L. Canfield

(Dmitry Chapala photography)

03/11/22

Esseri testimoni di se stessi
sempre in propria compagnia
mai lasciati soli in leggerezza
doversi ascoltare sempre
in ogni avvenimento fisico chimico
mentale, è questa la grande prova
l’espiazione, è questo il male.

Patrizia Cavalli,
da “Il cielo”

02/11/22

Il linguaggio è il mio sforzo umano. Per destino devo andare a cercare e per destino torno a mani vuote. Però – ritorno con l’indicibile.

“La passione secondo G.H.”,
Clarice Lispector

(Marta Ulisse photography)

01/11/22

Quando ti amavo sognavo i tuoi sogni,
ti guardavo le palpebre dormire,
le ciglia in lieve tremito.
Talvolta
è a sipario abbassato che si snoda
con inauditi attori e luminarie
– la meraviglia.

Maria Luisa Spaziani

(Dmitry Chapala photography)