31/10/23

I desideri stavano strappandomi l'anima.
Potevo viverli, ma non ci son riuscito.
Allora li ho incantati.
E a uno a uno li ho lasciati dietro di me...
Ho disarmato l'infelicità.
Ho sfilato via la mia vita dai miei desideri.
Se tu potessi risalire il mio cammino,
li troveresti uno dopo l'altro,
incantati, immobili, fermati lì per sempre a segnare la rotta
di questo viaggio strano che
a nessuno mai ho raccontato se non a te.

“Novecento”,
Alessandro Baricco

Non era un'emozione simile all'innamoramento o al desiderio sessuale. Era come se qualcosa si fosse insinuato attraverso una piccola fessura e tentasse di riempire un vuoto che c'era dentro di lui. Ecco cosa provava. Non si trattava di un vuoto provocato da lei. Esisteva dentro di lui da un tempo incalcolabile. Lei vi aveva proiettato sopra una luce speciale, illuminandolo.

Haruki Murakami,
“1Q84”

30/10/23

Ti amo
come una frase inutile
che scappa fuori
maldestra
e fa un’aria nuova
aria di mani
intorno alla vita
aria di ballo.
Ti presento alla notte
come un custode assoluto
una promessa grandiosa
che colma ogni buco
ogni fessura tutta la perdita.
Ti porto con me
in questo tempo spinato
e le ore pulsano
come vene che scombinano
il senno del tempo
e fanno subito,
in piena notte,
incontro...

Chandra Livia Candiani

(George Mayer photography)

29/10/23

Io aspiro ad un quadro come un bellissimo, romantico sogno, di qualcosa che mai è stato e mai sarà – in una luce migliore di qualsiasi altra luce mai mostrata – in una terra che nessuno può definire, o ricordare, solo desiderare.

Edward Burne-Jones

28/10/23

Mio vero tu, mio altro corpo
mio corpo fra tutti
mio più vicino corpo,
mio corpo destino
ch’eri fatto per l’incastro
con questo mio essere qui
in forma di femmina umana.
Mio tu.
Antico suono riverberante, antico
sentirti destino intrecciato
sentire che sei sempre stato,
promesso da ere lontane
da distanze così spaventose
così avventurose distanze
da lontananze sacre.

Mariangela Gualtieri

(Nicolas Peeters photography)

27/10/23

Questa luce che tocca
ottobre e il mondo,
calma scomparirà
da sé in silenzio
nella sera del tempo,
e questa nebbia
bianca sulla città
lascerà intatto
tutto il vuoto dell’epoca:
il ritratto di ogni cosa che, ferma,
a voce spenta,
niente saprà di noi...
come l’odore
della notte di vento.

Francesco Scarabicchi

(Ilya Rashap photography)

26/10/23

Che cos’è la notte? – Ci si chiede oggi e sempre.
La notte, una rivelazione non rivelata.
Forse un morto possente e tenace,
forse un corpo perduto nella stessa notte.
In realtà, una profondità, uno spazio inimmaginabile.
Una entità tenebrosa e sottile, forse somigliante
al corpo che ti abita,
e che senza dubbio occulta molte chiavi della notte.
Quando penso al mistero della notte, immagino
il mistero del tuo corpo,
che è solo un modo di essere la notte;
io so davvero che il corpo che ti abita non è altro
che l’oscurità del tuo corpo;
e questa oscurità si diffonde sotto il segno della notte.
Nelle infinite concavità del tuo corpo, esistono
infiniti regni d’oscurità;
ed è qualcosa che chiama alla meditazione.
Questo corpo, chiuso, segreto e proibito,
questo corpo straniero e temibile,
e mai presagito né presentito.
Ed è come un bagliore, o come un’ombra:
solo si lascia sentire da lontano, nel recondito,
e con una solitudine eccessiva, che non ti appartiene.
E solo si lascia sentire con un palpito, con una temperatura,
e con un dolore che non ti appartiene.

Jaime Saenz

“Sorrow” by Jean-Claude Bélégou,
Série Morphologies - “Aurores Nordisches”
On ne photographie que des corps, des apparences, des matières: même si l'enjeu, à mon sens, et mon effort ont toujours été de faire de la photographie une image mentale, une "cosa mentale" apte à rendre compte poétiquement des sentiments, de la subjectivité, des idées, des sensations, c'est-à-dire de notre seul rapport au monde... Bref tirer la photographie à rebours de ce pourquoi elle a d'abord été inventée, et ce qui demeure son usage dominant: capter la seule apparence extérieure.
Où commence l'âme où finit le corps? Interroge Flaubert à la suite de Spinoza. Ce n'est en tous les cas qu'en tentant de cerner au plus près les corps, la peau, la chair, que l'on peut imaginer approcher les âmes.
(Jean-Claude Bélégou)

24/10/23

Quel giorno mi venne un'ossessione, che nella curva della sua spina dorsale si sarebbero trovate delle ossa che mi avrebbero dischiuso una strada segreta per giungere fino a lei.
Non avevo parlato. Non avevo toccato. Non avevo posseduto. Ma l'avevo riconosciuta. E in lei avevo riconosciuto me stesso […]. Mentre giaceva sul pavimento, una pulsazione nello stomaco sembrava far vibrare la sua pelle a un ritmo senza suono. Più tardi ci sarebbe stato tempo per la pena e il piacere che la passione presta all'amore. Tempo per gli angoli e le linee del corpo che spingono il primitivo, sbalordito, a fare un balzo indietro, al colmo della felicità, davanti alla pelle incivilita e a tirare a sé la donna. Ci sarebbe stato tempo per le parole oscene e pericolose. Ci sarebbe stato tempo per eccitare con risate crudeli, e per legare membra con nastri colorati in una morbosa ed elettrizzante sottomissione. Ci sarebbe stato il tempo di spegnere gli occhi con i fiori, e di chiudere le orecchie con la morbidezza della seta. E anche il tempo – in quel mondo cupo e silenzioso – per il grido dell'uomo solo, che aveva temuto un esilio eterno.

“Il danno”,
Josephine Hart

Finiremo per sbattere
scontrarci
- manca poco –
e quel giorno avverrà
chi sa quando e come
inesorabilmente
e questo lo sappiamo
pur se facciamo finta
di non conoscerci.
Ma sarà quell’incontro
uno strusciarsi breve
delicato, leggero
lo sfiorare d’un’ala.

Edith Dzieduszycka

(Lauren Semivan photography)

23/10/23

E questo è tempo muto.
Sto tutta qui, in questo involucro di muscoli e capelli.
Sto nei malumori e nei gemiti, 
nei sorrisi e nei movimenti bruschi.
Sto nelle lacrime purificatrici
e nel reclinare la testa ridendo.
Sto. Devi solo guardarmi.

Sono l'incompiutezza e la mancanza.
Sono la libertà del non esserci e non dirlo e non farlo.
Sono che fui e forse non sarò. Sono che non so.
E tu guardami senza attribuirmi parole e senso, 
guardami e basta.

Dimmi di sì o di no, ma non pensarmi definita,
catalogata, conforme, corrispondente.
Percorri pelle, cicatrici e lividi senza chiedere.

Ascolta.
Sentirai il mio corpo irrigidirsi al toccar
punti sensibili o estendersi nell'orgasmo.
Sentirai sapore agrodolce di una me
che è tutto nell'esser niente.
Lasciami così.

Mariangela Gualtieri

(Dawid Imach photography)

22/10/23

Quando la notte aspetto il tuo arrivo
la vita sembra appesa a un filo.
Tu verrai comunque: perché dunque non ora?
Ti attendo, sono sfinita.

Anna Achmátova

21/10/23

Io salivo le scale del suo corpo,
lei si lanciava dal mio abisso.
Eravamo una bella coppia.
Ci incontravamo sempre a metà strada
tra la sua caduta e la mia risalita
ed era lo stesso, che salissimo o che scendessimo.
L'importante era che in qualche punto,
anche se per poco,
io e lei ci incontrassimo.

“Tutti i miei futuri sono con te”,
Marwan

(Adolfo Valente photography)

20/10/23

E così oggi ti dedico un pensiero. Piccolo piccolo. Impercettibile.
Potresti essere come me, cercare il perché di ogni cosa, stremata, fino a comprendere che non sempre c’è un perché a tutte le infinite domande che si affacciano alle finestre del tempo. E ogni tanto il dolore si trasforma in rabbia, e ogni tanto la rabbia si trasforma in dolore, e ogni tanto le parole perdono il loro significato originale per lasciare originale solo la nostra condizione del cuore […].
E così oggi ti dedico un mattino, fresco, avvolgente, puro.
Potresti essere come me, con lo sguardo nel colore di un caffè a fumare previsioni del giorno senza che importi niente alla mente di sapere se piove oppure no, e nella musica della radio la traccia nascosta di un paradiso terrestre normale, niente alberi proibiti su cui lanciarsi per fare uno sgarro all'entusiasmo della quotidianità, alla pace di un ritorno dopo l'altro, senza curve d'assenza, senza picchi e ripartenze e addii traditi a riconferma di atti mancati.

“La luna blu. Il percorso inverso dei sogni”,
Massimo Bisotti

(Giuseppe Gradella photography)

19/10/23

Mi sento a posto.
Sento che la mia tristezza è a posto.
Che la mia pesantezza è a posto.
Che il fatto che ogni tanto ho bisogno di nascondermi dal mondo è a posto.

“La simmetria dei desideri”,
Eshkol Nevo

(Lauren Semivan photography)

18/10/23

Vorrei essere una cosa guardata da te, di quelle che incontri mentre vai svelto dietro ai tuoi occhi, aiuola mentre attraversi, insegna mentre sorpassi, campanile mentre ti affacci: mi basterebbe rientrare nel tuo sguardo anche per caso, anche per poco, anche per sbaglio, scambiata come sempre per un’altra forma o per un’altra sostanza, alga fine tra le tue bracciate, sasso accanto ai tuoi passi di corsa, dettaglio frainteso da un pensiero svagato, ma comunque lì, in cima al più elementare dei tuoi sensi, ancora.

“Il principio della carezza”,
Sergio Claudio Perroni

(Agnese Cornelio photography)

17/10/23

La vita è un viaggio sperimentale fatto involontariamente. È un viaggio dello spirito attraverso la materia, e poiché è lo spirito che viaggia, è in esso che noi viviamo. Ci sono perciò anime contemplative che hanno vissuto più intensamente, più largamente, più tumultuosamente di altre che hanno vissuto la vita esterna. Conta il risultato. Ciò che abbiamo sentito è ciò che abbiamo vissuto.
Si ritorna stanchi da un sogno come da un lavoro reale. Non si è mai vissuto tanto come quando si è pensato molto.
Colui che sta in un canto del salone balla con tutti i danzatori. Egli vede tutto e, dato che vede tutto, vive tutto. E poiché tutto, in fin dei conti, è una nostra sensazione, tanto vale il contatto con un corpo come la vista di esso o come il suo ricordo […]. Porto con me le ferite di tutte le battaglie che ho evitato. Il mio corpo è dolorante per lo sforzo che non ho nemmeno pensato di fare. Opaco, muto, nullo… Il cielo alto è di un’estate morta, imperfetta. Lo guardo come se non ci fosse. Dormo ciò che penso, sono coricato e cammino, soffro senza sentire.
La mia grande nostalgia è di nulla, è nulla, come il cielo alto che non vedo e che sto fissando in modo impersonale.

Fernando Pessoa,
“Il libro dell'inquietudine”

(Marta Syrko photography)

16/10/23

Una forza stranissima si insinua
nelle mie labbra docili e le incurva;
io ruoto, sento, sul mio desiderio
schiava di un magnetismo che mi ha vinta.
La corsa dopo invaderà il mio corpo
che la esercita in sé, nel suo tormento,
per superare ciecamente il solco
dove tu, assente, non puoi più fiorire.
Ardo di mille musiche diverse,
ma dove è tempo di un incontro nuovo,
resiste il “poter essere” di te.

Alda Merini,
“La presenza di Orfeo”

15/10/23

Quando una si è tolta la voglia di tutti gli uomini esistenti, l’unica voglia che le resta può esser solo quella d’un uomo che non c’è per nulla.

“Il cavaliere inesistente”, 
Italo Calvino

14/10/23

Le persone non smettono mai di mancarci.
Impariamo soltanto a vivere tenendoci dentro,
in qualche modo, l’enorme abissale vuoto
lasciato dalla loro assenza.

Alyson Noël

13/10/23

La respirazione è necessità,
l’inspirazione desiderio:
una è corpo, l’altra incarnazione.

Con una nasciamo,
con l’altra facciamo nascere,
creiamo ciò che non siamo,
siamo il nostro dono.

L’istante, ogni istante,
è il suo per sempre,
il suo mai e il suo ogni ora:
tutto nasce da un istante ma non una volta,
ogni istante.

L’anima bisogna crearla,
inalare ciò che inspira,
immaginarla: darle voce.

Incarnarla è l’opera umana,
l’umana fedeltà a sé.
Il poetico è ascoltarla,
fare del suo soffio un verbo,
di quel verbo un altro inizio,
un’altra unica creazione.

Aprirsi al prodigio
del nuovo,
all’altro sempre altro
che ogni cosa ha d’originario,
di possibile e forse d’inesauribile:
al prodigio sempre altro
di ciò che ogni apertura dà luogo a creare.

Hugo Mujica

12/10/23

Separare congiungere
spargere all’aria
racchiudere nel pugno
trattenere
fra le labbra il sapore
dividere
i secondi dai minuti
discernere nel cadere
della sera
questa sera da ieri
da domani.

Goliarda Sapienza

Cominciò a prenderla iniziando dall’anima.
Palmo a palmo, bottone dopo bottone,
slacciò il vestito del suo spirito fino a toccare
e possedere con gli occhi quella pelle nascosta.
Poi il suo sguardo penetrò il suo pensiero.

“Il penultimo sogno”,
Ángela Becerra

(Jean Claude Sanchez photography)

11/10/23

Comincia dagli occhi
il senso della bellezza,
si trasforma sulle labbra
in irsute ambiguità.
Bellissimi i capelli.
L'unica possibilità
è allontanarsi
dallo strapiombo.

“Riti di seduzione”,
Ottavio Rossani

10/10/23

Gli specchi sono cannibali che divorano la propria sostanza, si nutrono di riflessi abbandonati, di vanità tradite […]. Carezze... ecco, io se fossi una mano sognerei carezze, quel bel contatto che consola la pelle che le riceve e anche quella che le fa.

Sergio Claudio Perroni,
“Il principio della carezza”

(Hedley Jones photography)

09/10/23

Difficile è essere autunno,
facile essere primavera.
Accendere tutto quel che è nato
per essere acceso.

Spegnere il mondo – invece –
facendolo scivolare via
come se fosse un cerchio di cose gialle,
fino a fondere odori, luce, radici,
e a far salire il vino all'uva,
coniare con pazienza l'irregolare moneta
della cima dell'albero
e spargerla dopo
per disinteressate strade deserte,

è compito di mani virili.

Pablo Neruda

(Marta Syrko photography)

07/10/23

Non siate l'eccezione che conferma la regola,
ma l'eccezione che la riscrive.

Ima GI

06/10/23

Conosco giorni di dolore pieno,
dolci alla bocca e sazi
come amanti.
Ho smesso di sfuggirli
più non mi nego:
astuta io
mi piego come canna
in abbandono.

“Stanze lunari”,
Carla Collesei Billi

(“Stolen Moments” by Yasmine Chatila)

05/10/23

Il tempo che inizia appena a durare. Il movimento che è già consumato in questa mano immobile e tesa alla schiena inarcata dell’animale in cui ha forma, non forgiata ancora la forma, la carezza. La lunghezza enorme del cammino che la mano dovrà percorrere fino a raggiungere il punto in cui, posata ormai sul tatto, attende lo sguardo. Non separa il tempo ma l’interminabile durata del desiderio fra il palmo e la dolce discesa del tuo ventre. Precedenza o successione. Sto arrivando a te e ancora non tocco il tuo margine, in cui già si brucia la memoria.

José Ángel Valente,
“Il libro dei doni”

(Stefan Rappo photography)

03/10/23

Dimmi se disturbo,
ha detto entrando,
perché me ne vado immediatamente.

Non solo disturbi,
ho replicato,
tu scuoti tutto il mio essere.

Benvenuto.

Eeva Kilpi,
“Canto d’amore e altre poesie”

(Alberto Buzzanca photography)

02/10/23

Io resto qua nell'irrealtà
Dell'immenso velo del mio cielo a metà

Sarà una nuova età o solo un'altra età
Il volo di un eterno istante
Nel mio cuore di aliante...

Cuore di aliante,
“Claudio Baglioni”

(Alberto Buzzanca photography)

01/10/23

E resto in silenzio sulla soglia di me. Qui dopo una giornata di parole. Le disperdo nel vento e osservo i comportamenti, me lo hai insegnato tu. I comportamenti vestono i caratteri. Il resto serve a poco. Anche le parole.
Io invece vesto il mio sentire. Mi resta addosso tutto ciò che penso […]. Perché prima di ogni cosa ci sono attimi e preludi, ci sono sguardi e tempeste, parole e voglie, prima di tutto c’è quell'intimità col cielo che va oltre. E in quell'intimità mi ritrovo sempre con l’anima nuda: entra nel mio silenzio e lavami con premura il cuore.

Beatrice Niccolai

(Bogdan Grigore photography)