24/08/18

Ai passanti e agli assidui.
A chi con visite occasionali, e sguardi furtivi,
ha sbirciato ogni tanto.
A chi con devozione, giorno dopo giorno,
è stato una presenza costante, preziosa,
e fonte di ispirazione.
A chi mi ha scritto, comunicando sensazioni,
esprimendo commenti e condividendo spunti poetici.
A chi non mi ha mai scritto, ma ne ho percepito
la silenziosa e discreta presenza.
A chi mi segue dall'inizio e mi ha sempre sostenuto,
a chi ha scoperto da poco “Il Cielo in una Stanzetta”.

Semplicemente grazie di cuore a tutti indistintamente,
per l’affetto, per i pensieri e per le manifestazioni
di apprezzamento che avete dimostrato in questi anni.

Mi fermo per un tempo indefinito,
se è un congedo o un arrivederci non lo so nemmeno io,
ma oggi inseguo nuove passioni e scopro nuovi sogni.

Ad maiora!

Ima GI

23/08/18

"Le cose belle durano il tempo necessario per diventare ricordi. Poi finiscono. Ma lì, nella tua testa, sono per sempre."

Joy Musaj


"Ho abitato la tua pelle,
i tuoi sogni.
Al di là di te e di me
una nostalgia di vecchi orizzonti
si insinua.
Dalla luce più incerta
vedremo passare le notti, i giorni,
l’oscurità e le distanze.
Vedremo passare il corteo
degli assenti,
e la paura ci guarderà dalla finestra.
Ho abitato la tua pelle
e i tuoi sogni
e nella casa abbiamo costruito
una stanza o un fiume
che ci porta
verso altri sogni
che forse ci sogneranno
fino allo sguardo ultimo."

Anna Montero

"Siamo come la rosa. Nella passione pura per l’unicità, per la distinzione e la separazione, passione duplice di separazione ineffabile e di dolce unione dei due esseri, si profila la nuova configurazione, la trascendenza, i due esseri nella loro individualità perfetta, trasportati nell'unico supremo paradiso d’un boccio di rosa."

Lawrence T. d'Arabia

22/08/18

Alla tua dimora

"Dimensioni oniriche s'intersecano nei rapporti contrastati,
sentimenti destinati a finire,
errabondo e solitario è il mio essere,
ma nel ritorno alla tua dimora,
pallida reminiscenza e fervido il cuore."

Ares Mann

(Simon Bolz photography - "Golden hour")

E sarà come

Sta sicura, noi ci vedremo ancora,
E sarà come incontrarci a vent'anni.
Ti chiederò: "Erinnerst du dich?" Che cosa
Ti ricordi? È il vento dell’addio?

Per te fu vento di rabbia e dispetto,
So bene, ma tu lascia ch’io oggi creda
Che una pietruzza di pietà, rimasta
Sul pavimento, dietro porta e letto,
Nella tua camera che dava sulla
Città di muri, di passi di fretta,
Pizzichi la pianta del piede e arresti
Un breve nulla del cammino tuo,
Fermi l’andar via. Sì, fa tu ch’io creda.
E sia l’aver perduto i tanti passi
Tuoi uno sciocco impiccio, certo, sia la
Fortuita cosa seccatura vana,
Di poco conto. Così voglio credere.

So che dobbiamo ritornare al luogo,
Come se là nel fondo sia sepolta
La stella mia che manca in mezzo al cielo,
La pietra che va a chiudere i miei giorni.

Roberto Plevano


21/08/18

"Si amavano. Non erano soli in terra;
avevano la notte, le loro veglie blu,
le loro nuvolaglie.
Vivevano uno nell'altro, si palpavano
come due petali non aperti nel fondo
di un fiore d’aria.
Si amavano. Non erano soli sulla sponda
della loro prima notte.
Ed era la terra quella che si amava in loro,
l’oro notturno delle sue orbite,
la galassia."

"Amantes",
Eugenio Montejo


"Questo immenso spettacolo è eterno. C'è sempre un sole che sorge da qualche parte; la rugiada non asciuga mai tutta in un momento; c'è sempre pioggia che cade; c'è sempre vapore che sale. Albe eterne, tramonti eterni, eterne aurore e crepuscoli, sul mare su terre e isole, ciascuno a suo tempo, mentre la tonda Terra gira."

John Muir

"E ti trattengo in me,
fra i petali della mia anima,
come fa il fiore
con la rugiada
dopo una notte
di randagie stelle."

Mariella Bernio


20/08/18

“Credi che non ti capisca? Tu insegui un sogno disperato, questo è il tuo tormento. Tu vuoi essere, non sembrare di essere. Essere in ogni istante cosciente di te e vigile, e nello stesso tempo ti rendi conto dell’abisso che separa ciò che sei per gli altri, da ciò che sei per te stessa.
Provoca quasi un senso di vertigine il timore di vedersi scoperta vero? Di vedersi messa a nudo, smascherata, riportata ai suoi giusti limiti. Poiché ogni parola è menzogna, ogni gesto falsità, ogni sorriso una smorfia (...). La vita si manifesta in mille modi diversi ed è impossibile non reagire: a nessuno importa sapere se le tue reazioni sono vere oppure false, sincere o bugiarde. Solo a teatro il problema si rivela importante e forse neanche lì.
Io ti capisco Elisabeth, capisco il tuo silenzio, questa tua immobilità e perché tu abbia elevato a sistema di vita la tua assurda apatia, capisco e quasi ti ammiro.
Secondo me devi continuare a recitare la tua parte fino in fondo, finché essa non perda ogni interesse di abbandonarla così come sei abituata a fare, passando da un ruolo all'altro.”

Monologo tratto dal film
“Persona” di Ingmar Bergman

"Sarò geloso della luce che ti configura e di te stessa
che ti lasci vivere, quando dovresti
seguire me come il giovane albero
lungo la corrente di un fiume
in cerca dell'abisso.
Mi viene l'angoscia del limite che ci rende antagonisti.
Vedo la calotta d'aria che ti circonda
lo spazio che separa i nostri tempi.
La tua forma è un'altra:
troppo bella, forse, per poter
essere totalmente mia.
Il tuo respiro ubbidisce a un ritmo diverso.
Tu sei donna.
Tu hai seni, lacrime e petali.
Intorno a te l'aria diventa profumo.
Fuori di me sei pura immagine.
In me sei come un uccello che io soggiogo,
come il pane che mastico,
come una segreta fontana socchiusa in cui bevo,
come un residuo di nuvola su cui riposo.
Ma nulla riesce a strapparti alla tua ostinazione
di essere, fuori di me - e io soffro, amata
che tu non mi sia di più.
Ma tutto è nulla.
Guardo all'improvviso il tuo volto, dov'è incisa
tutta la storia della vita, il tuo corpo
che dirompe in fiori, il tuo ventre fertile.
Ti muove un'infinita pazienza.
Nella nicchia del tuo sesso
ci sono io, le mie poesie, i miei dolori
le mie resurrezioni.
I tuoi seni sono brocche di latte con cui sazi
la fame universale.
Sei donna come foglia, come fiore e come frutto
e io sono semplicemente solo.
Schiavo di te
mi accomiato da me, continuo a camminare
alla tua grande piccolina ombra."

Vinícius de Moraes

19/08/18

"Ricordai agosto, quelle sere lunghe e attonite in cui ci lasciavamo morire sotto il peso dell’ora, con i vestiti appiccicati al corpo per il sudore, mentre sentivamo fuori il ronzio insistente e sordo dell’ora che mai trascorreva."

Gabriel García Márquez


"Una specie di fiore grigio si schiuse tra noi, un pensiero che, quando prese forma, parlò dell'abisso che ci separava."

"Chiedi alla polvere",
John Fante

18/08/18

"Poi a letto penso a te,
la tua lingua metà oceano, metà cioccolata,
penso alle case dove entri scivolando,
ai tuoi capelli di lana d’acciaio,
alle tue mani ostinate e
come rosicchiamo la barriera perché siamo in due.
Come vieni e afferri la mia coppa di sangue,
mi ricompatti e bevi la mia acqua salata.
Siamo nudi. Ci siamo spogliati
e insieme nuotando risaliamo il fiume,
l’identico fiume chiamato Possesso
e sprofondiamo insieme. Nessuno è solo."

Anne Sexton

(Yoan Tistlar photography)

"Attrazione inesorabile: non c'è stupore, né paura,
ma la sola consapevolezza di vivere una sensazione inevitabile... benefica. Necessaria.
Frugare e godere di quanto ci appartiene.
Ritrovare chi si vuole e sentirsi
nel posto più intimo e protetto, la propria casa.
E sapersi avvinti, stretti, allacciati,
senza esserne mai paghi,
senza chiedersene il motivo,
senza pensare se sia giusto o meno,
abbandonandosi, vivendo quel richiamo
come la più naturale delle condizioni umane...
Non è forse questo l'Amore?
Le flotte: anche loro convergono verso il porto.
Il treno: anche lui corre verso la stazione.
E io verso di te a maggior ragione, perché io amo,
mi sento proteso e attratto.
L'ultimo cavaliere puskiniano scende a godersi
nel sotterraneo i suoi beni e a frugare.
Così io a te ritorno, amata.
Mio è questo cuore, e io godo di quanto è mio.
Voi ritornate a casa tutti lieti, a raschiarvi di dosso
la sporcizia, radendovi e lavandovi.
Così io, tornando a te.
Forse non vado a casa mia io, quando vengo da te?
Il grembo terrestre attende i terrestri.
Noi volgiamo alla mèta finale.
Così io verso di te tendo inesorabilmente:
anche appena separati,
anche appena abbiamo finito di vederci."

Vladimir Majakovskij

17/08/18

"Infine ci desteremo una notte
quando fuori ormai si tace,
non c’è cosa che muove,
si attende soltanto,
e quindi il fuori non c’è, ma il tuo braccio
sul mio petto, il tuo respiro quieto
sul mio fianco,
tepore nell'incavo del mio letto.

Ti dirò: ho fatto un sogno, ma strano,
troppo lungo. Non c’era questa camera,
non c’era questa notte. Meno male
che è finito. Ah, tu, dov'eri? Non so.

Sarà il tuo sangue ancora addormentato,
le arse tue ossa, gli arti fantasmi
dispersi, qui restituiti per svista
di Dio o di altra singolarità,
restituiti per pietoso miraggio.

Tu dirai: dormi, continua con il sogno.
Uscir fuori è una cosa che ti tocca.
Fa come se io non ci sia.

Eh, fai presto a dire, tu…"

Roberto Plevano

"Non ti serve una pala per scavare un’anima

Vuoi vedere
che mi tolgo il cappotto?

Vuoi vedere
che mi tolgo il secondo cappotto?

E adesso, lo vedi, il mio spirito, lo vedi?"

Ida Travi


"Camminammo abbracciati, senza farci neppure un cenno del nostro codice intimo. Ci limitavamo a fermarci ogni tanto a baciarci, a baciarci fino a sentire che il bisogno di respirare era superfluo."

Luis Sepùlveda

Robert Doisneau photography,
"Le Baiser, Hotel De Ville, Paris, 1950"

16/08/18

"L’avrebbe rispettata come una dea, avrebbe appoggiato la testa sulle sue ginocchia; ne aveva un desiderio insaziabile, e non vedeva l’ora di bere a questa fontana di giovinezza, di tornare a quest’amore nuovo, balbettante, pudico (...). Tutta nuda gli sarebbe venuta incontro a passi di danza, e gli avrebbe detto "Prendimi": sarebbe stato un amore straordinario, come non si usano più."

"Gli indifferenti",
Alberto Moravia

"Sento saudade di tutto ciò che ha segnato la mia vita,
quando vedo ritratti, quando sento profumi,
quando ascolto una voce, quando mi ricordo del passato,
sento saudade.
(...)
Sento saudade della mia infanzia,
del mio primo amore, del mio secondo, del terzo,
del penultimo e di quelli che ancora avrò..."

Clarice Lispector

15/08/18

"Egli era come la natura: buono, selvaggio, talora crudele. Aveva tutti i caratteri della natura: bellezza, timidezza, violenza, tenerezza."

Anaïs Nin


"Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine
Il silenzio diventa frutto
E il sonno tempesta
Si socchiudono porte proibite
E l'acqua impara a soffrire.

Quando la mia solitudine incontra i tuoi occhi
Il desiderio sale e si espande
A volte marea insolente
Onda che corre senza fine
Nettare che cola goccia a goccia
Nettare più ardente che un tormento
Inizio che non si compie mai.

Quando i tuoi occhi e la mia solitudine si incontrano
Mi arrendo nuda come la pioggia
E nuda come un seno sognato
Tenera come la vite che matura al sole
Molteplice mi arrendo
Finché nasca l'albero del tuo amore
Tanto alto e ribelle
Tanto alto e tanto mio
Freccia che ritorna all'arco
Palma azzurra piantata nelle mie nuvole
Cielo crescente che niente fermerà."

Joumana Haddad

(Yoan Tistlar photography)

14/08/18

"Abbiamo alzato ancora i bicchieri e ci siamo sorrisi a vicenda come bambini che si sono trovati d'accordo su qualcosa di proibito (...). Uno può vivere tutta la vita osservando le regole, e poi a un certo punto non conta più un accidente."

"Di cosa parliamo quando parliamo d'amore",
Raymond Carver


"Se da protese labbra,
per acquietarlo, all'ospite
dei miei sogni prepari
d'un bacio il nutrimento,
non affrettarlo il gesto 
tenero, dolcezza
di essere e non essere:
io vissi dell'attesa
di te, il mio lento cuore
non era che i tuoi passi."

Paul Valery


13/08/18

"Cominciò a prenderla iniziando dall'anima. Palmo a palmo, bottone dopo bottone, slacciò il vestito del suo spirito fino a toccare e possedere con gli occhi quella pelle nascosta. Poi il suo sguardo penetrò il suo pensiero."

"Il penultimo sogno",
Ángela Becerra

(Jean Claude Sanchez photography)
"Non si dovrebbe mai smettere di desiderare
che l’iniziale del proprio nome
si faccia dedica, da parte di chi
amiamo e stimiamo.
Non si dovrebbe mai smettere di desiderare,
da chi abbiamo accanto,
di illuminarci e mai farci essere ombra.
Non si dovrebbe mai smettere di desiderare
di voler separare chi ha provato ad essere presente
da chi ha saputo costantemente essere assente.
Non si dovrebbe mai smettere di desiderare
di essere capaci a donare e perdonare,
anche quando si attraversa la notte più nera.
Non si dovrebbe mai smettere di desiderare
che qualcuno diventi “casa” con le sue parole,
che sappia indicarci il riparo con un semplice sguardo,
e ci accompagni lungo questa strada."

"Ballata dei desideri",
Francesco Urbani

(Alberto Buzzanca photography)


"A casa nostra ogni giorno era un continuo andare e venire, un entrare e uscire, sempre di fretta. A forza di fare così si era un po’ persa l’abitudine di salutare sempre. Magari sentivi “io vado”, oppure “torno tra un’ora”, o “dove hai parcheggiato la macchina?”, mentre eri in cucina o in un’altra stanza o al computer, poi sentivi la porta chiudersi e non avevi avuto tempo di dire nemmeno “ciao”. Quel giorno è andata così. Ero dovuto andare via di fretta. Non averla salutata come si deve ancora mi fa stare male, ogni tanto. Se vuoi un consiglio: saluta sempre le persone alle quali vuoi bene, anche se vai via per tornare presto."

"La manutenzione dei sensi",
Franco Faggiani

12/08/18

"Lentamente massaggio il tuo sonno.
O nome che abito in sogno,
dormi.
La notte si coprirà con i suoi alberi
e si addormenterà sulla sua terra,
sovrana di un'assenza breve.
Dormi che io galleggi
sulle lentiggini che filtrano in me da una luna.
I tuoi capelli campeggiano sul tuo marmo,
i beduini che dormono incauti
e non sognano.
Il tuo paio di colombe t'illumina dalle spalle
alle margherite del tuo sogno.
Dormi su di te e in te
e che la pace dei cieli e della terra
spalanchi per te tutte le sue sale,
una dopo l'altra.
Il sonno ti avvolge di me.
Non un angelo a portare il tuo letto,
né uno spettro a sorvegliare il gelsomino.
O nome mio al femminile,
dormi.
Nessun flauto piangerà una cavalla
in fuga dalle sue tende.
Sei ciò che sogni, estate di una terra nordica
che offre le sue mille foreste al regno del sonno.
Dormi,
e non svegliare il corpo
che desidera un corpo nel mio sogno."

Mahmud Darwish

(Roman Tkachenko photography)


"Guardo l’ora, ma non è ancora tempo.
Giro la chiave nella porta e prendo
il primo libro che non dice nulla.
E all'improvviso, mentre leggo, si fa dolce
l’aria intorno a me: sfuma di azzurro.
Sei entrata nella stanza senza bussare.
Tutto diventa trasparente.
Avanzi con un velo di cielo sul capo."

Nikēphoros K. Brettakos


11/08/18

"Sei stata antica
in quel tuo mistero d'amore,
dicendo coi gesti
mute parole di assenso.
Ti sentii così mia che temetti
di smarrirmi nella tua femminilità.
Non c'è traccia di ricordo, ma vita
nei passi con cui osasti sfidare i miei sensi
salendo da me
come fossi attesa da sempre.
Sai essere saggia
anche quando la passione
la vince sul destino."

"Quaderno bizantino",
Costantino Marco

"Il sogno di una casa da abitare, dove sia il cuore a riposo. La mia casa è tra i tuoi pensieri, è nell'amore dei tuoi gesti, nel ricordo di chi sei per me."

Stephen Littleword

(Jean-François Jonvelle photography)


10/08/18

"Ogni donna è sconosciuta per un uomo, ma non voglio immaginare che cosa sogni, piuttosto vorrei entrare nei tuoi sogni, non per sbirciare o capire, ma per baciarti anche lì dentro, per baciarti nell'intimo di un segreto. Se ci riuscissi, ti immagini? Baciarti nei sogni. Non mi sazia immaginarti."

"E lasciamole cadere queste stelle",
Filippo Timi

(Jean-François Jonvelle photography)

"Non sono dei ricordi
a trattenerti in me;
né ti fa mia la forza
di un bel desiderio.
Quanto ti fa presente
è quella curva ardente
che una lenta tenerezza
descrive nel mio sangue.
Io non sento il bisogno
di vederti apparire;
è bastato nascessi
per perderti un po’ meno."

Rainer Maria Rilke,
"Poesie francesi"