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Non esistono atti della carne e atti dello spirito, amori erotici e amori sentimentali. Il divino e l’infernale, il puro e il torbido, il morale e l’immorale, il sublime e l’infimo, sono sempre intimamente connessi. Possano le parole, la poesia e la fotografia, continuare a lungo nel dirigere, dalle loro diverse prospettive, il desiderio e gli atti viziosi, il sacro e il profano, in tutta la loro nobiltà. Dal cielo, attraverso il mondo, fino all'inferno... se vorrete.
31/07/17
30/07/17
"Non ho mai visto seni più belli, di nessuna statua al mondo, perché quel pallore oscuro del corpo di Maitreyi si era ora acceso, per la prima volta svelato, e la bellezza perfetta, scultorea, del suo busto si era illuminata aspettandomi. Tutto il suo corpo era un'attesa."
"Maitreyi",
Mircea Eliade
(Konstantin Lelyak photography)
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"Invitami nel tuo sogno,
lasciami partecipare a questo film
in cui il tempo non ha forma
e il desiderio si realizza.
Sogna un po' con me e ti prometto
di essere la donna perfetta per te,
mentre vivi con gli occhi chiusi.
Ti bacerò con labbra di ciliegia,
doserò saggiamente passione e tenerezza
e all'alba me ne andrò senza fare rumore."
Amalia Bautista
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29/07/17
"Sapessi quanto è duro tirare fino a sera
calcarla, sospingersi in avanti
pensar che restano ancora
rimasugli di giorno per non pensarti
banchine bassoventre.
Sapessi com’è duro il coraggio
a volte.
Alzarsi affrontare il mattino
con tanta notte dentro
sedersi alla finestra
a intrecciare distanze
a vagheggiar telefoni
consegne e rituali.
Sognarti
nella simmetrica consuetudine
dell’abbraccio
amarti senza affanni
odiarti senza imbrogli
temere che nulla resti
sapere che nulla avremo
guardarci senza quasi lasciarci
senza ieri.
Sapessi come duole
stare senza te
a volte."
"Forse ho tremato come di ghiaccio fanno le stelle,
no per il freddo, no per la paura,
no del dolore, del rallegrarsi o per la speranza,
ma di quel niente che passa per i cieli
e fiata sulla terra che ringrazia…
Forse è stato come trema il cuore,
a te, quando nella notte va via la luna,
o viene mattina e pare che il chiarore si muoia
ed è la vita che ritorna vita…
Forse è stato come si trema insieme,
così, senza saperlo, come Dio vuole."
Franco Loi
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28/07/17
"Tu cosa pensi
Dove cammini
Chi ti ha portato via
Chi scopre le tue spalle
Chi si stende al tuo fianco
Chi grida il nome tuo
Chi ti accarezza stanco
(...)
Non è cambiato niente no
Il vento non è mai passato tra di noi
Tu come stai?
Non è accaduto niente, no
Il tempo non ci ha mai perduto
Come stai?
Tu come stai? Tu come stai?"
Claudio Baglioni,
"E tu come stai?"
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27/07/17
"L'hai amata, vero?”, lui sospirò. “Come posso risponderti? Lei era matta", sorrise, perso in qualche ricordo.
Si passò una mano fra i capelli. “Dio, se era tutta matta. Ogni giorno mi svegliavo accanto a una donna diversa, una volta intraprendente, l'altra impacciata. Una volta esuberante, l'altra timida. Era mille donne, lei. Ma il profumo era sempre lo stesso, inconfondibile. Era quella la mia unica certezza. Era il profumo dei viaggi che doveva ancora fare, mi diceva. Le chiedevo cosa volesse dire ma non me lo spiegava mai. Mi sorrideva e sapeva di fregarmi, con quel sorriso. Perché ti giuro che quando sorrideva io non capivo più nulla, amico. Non capivo più nulla. Non sapevo più parlare né pensare. Niente, zero, c'era all'improvviso solo lei."
"Era matta”, rise, “tutta matta". "A volte si perdeva a guardare un mappamondo o un quadro, ci volevano ore perché tornasse in sé." (...)
"C'era qualcosa in lei, amico mio. Non so che cosa, ma non era una ragazza normale. C'era qualcosa in lei, o c'erano altre ragazze in lei, ancora oggi non te lo so dire."
"Non so dove si trova adesso ma scommetto che è ancora alla ricerca di sogni."
"Era matta, tutta matta, ma l’ho amata da impazzire."
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26/07/17
"La mia casa è qui: nel tuo abbraccio. Che sollievo, che pace. Niente più traslochi, niente più valigie e spazzolini e armadi: tutto quello di cui ho bisogno è qui, tra le tue braccia. Il mio domicilio è - semplicemente - nell'angolo del tuo corpo dove posso ascoltare il battito del tuo cuore."
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"Gli erano entrate negli occhi, quelle due immagini, come l’istantanea percezione di una felicità assoluta e incondizionata. Se le sarebbe portate dietro per sempre. Perché è così che ti frega, la vita. Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi. E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva."
Alessandro Baricco,
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"In un campo
io sono l’assenza
del campo.
È sempre così.
Ovunque io sia
io sono ciò che manca.
Quando cammino
divido l’aria
e sempre
l’aria rifluisce
a riempire gli spazi
in cui era stato il mio corpo.
Abbiamo tutti motivi
per muoverci.
Io mi muovo
per tenere insieme le cose."
"L'uomo che cammina un passo avanti al buio.
Poesie 1964-2006",
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25/07/17
"Polvere di stelle
agitato inquieto
galleggia nell'aria
un odore di cedro
mi verso tutta
sui tuoi fianchi
ti liberi tutto
sulle mie anche.
Polvere di stelle
numerato
sapore di sangue d'uve antiche.
La punta dei tuoi desideri
esplode nel fondo
delle mie voglie."
"Beaujolais 3382",
Consuelo Tomás Fitzgerald
(Panama, 1957)
agitato inquieto
galleggia nell'aria
un odore di cedro
mi verso tutta
sui tuoi fianchi
ti liberi tutto
sulle mie anche.
Polvere di stelle
numerato
sapore di sangue d'uve antiche.
La punta dei tuoi desideri
esplode nel fondo
delle mie voglie."
"Beaujolais 3382",
Consuelo Tomás Fitzgerald
(Panama, 1957)
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"Quello che noi chiamiamo Eros non è forse un programma delle nostre macchine corporee, più complicato perché la memoria raccoglie i messaggi d’ogni cellula cutanea, d’ogni molecola dei nostri tessuti e li moltiplica combinandoli con gli impulsi trasmessi dalla vista e con quelli suscitati dall'immaginazione? La differenza sta solo nel numero dei circuiti coinvolti: dai nostri recettori partono miliardi di fili, collegati col computer dei sentimenti, dei condizionamenti, dei legami tra persona e persona… L’Eros è un programma che si svolge nei grovigli elettronici della mente, ma la mente è anche pelle: pelle toccata, vista, ricordata."
"Palomar",
Italo Calvino
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24/07/17
"Ti esplorerò, scenderò nelle tue caverne e tu mi ridisegnerai come ti piace. Attraverseremo i confini che ci separano, saremo un'unica nazione. Prendimi nelle tue mani perché sono terra fertile. Mangiami, fa' che io sia dolce."
"Scritto sul corpo",
Jeanette Winterson
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"Des yeux qui font baisser les miens
Un rire qui se perd sur sa bouche
Voilà le portrait sans retouche
De l'homme auquel j'appartiens
Quand il me prend dans ses bras
Il me parle tout bas
Je vois la vie en rose."
"Occhi che fanno abbassare i miei
Un ridere che si perde sulla sua bocca
Ecco qui il ritratto senza ritocchi
Dell'uomo al quale appartengo
Quando lui mi prende fra le sue braccia
Mi parla a bassa voce
Io vedo la vita in rosa."
"La Vie en Rose",
Édith Piaf
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23/07/17
"Ah, fantasmi di te, mille fantasmi
arsi di sete, tutti, alla mia fonte!
Una forza stranissima si insinua
nelle mie labbra docili e le incurva;
io ruoto, sento, sul mio desiderio
schiava di un magnetismo che mi ha vinta.
La corsa dopo invaderà il mio corpo
che la esercita in sé, nel suo tormento,
per superare ciecamente il solco
dove tu, assente, non puoi più fiorire.
Ardo di mille musiche diverse,
ma dove è tempo di un incontro nuovo,
resiste il “poter essere” di te."
Alda Merini,
"La presenza di Orfeo",
13 marzo 1949
arsi di sete, tutti, alla mia fonte!
Una forza stranissima si insinua
nelle mie labbra docili e le incurva;
io ruoto, sento, sul mio desiderio
schiava di un magnetismo che mi ha vinta.
La corsa dopo invaderà il mio corpo
che la esercita in sé, nel suo tormento,
per superare ciecamente il solco
dove tu, assente, non puoi più fiorire.
Ardo di mille musiche diverse,
ma dove è tempo di un incontro nuovo,
resiste il “poter essere” di te."
Alda Merini,
"La presenza di Orfeo",
13 marzo 1949
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"Sei la finestra a volte
verso cui indirizzo parole
di notte, quando mi splende il cuore
ed il pudore è vano.
Una donna che sogna il destino
lo sente come un ciclamino
e rimane eterna ragazza.
O quante volte impazza in me
l'ebbrietudine dei santi,
ma tu mi stai sempre davanti
come una grande tazza
di buon vino azzurro.
In te il poeta è soltanto un sussurro."
Alda Merini
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22/07/17
"Conosco così bene il tuo corpo,
ho sognato così tanto la tua figura
che è ad occhi chiusi che io posso
definire la tua altezza,
e bevo l’acqua e sorseggio l’aria
che ti ha attraversato la cintura
tanto, tanto vicino, così reale
che il mio corpo si trasfigura
e tocca il suo intimo elemento
in un corpo che non è più suo
in un fiume scomparso
dove il tuo braccio mi cerca.
In tutte le strade ti incontro
in tutte le strade ti perdo."
Mario Cesariny de Vasconcelos
(Adolfo Valente photography)
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"A fianco e all'interno di questo amore spirituale che nutro per te c'è anche una bestia selvaggia che anela a ogni centimetro del tuo corpo, a ogni sua parte segreta e vergognosa, a ogni suo odore e a ogni suo atto. Mi fa sgorgare lacrime di pietà e di amore per una qualche parola insignificante, tremare d'amore per te al suono di un accordo o di una cadenza musicale."
"Selected Letters of James Joyce
to Nora Barnacle",
1909
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"Il suo alito è aroma di miele ai chiodi di garofano.
La sua bocca, deliziosa come un mango maturo.
Baciare la sua pelle è assaggiare il loto.
L’incavo del suo ombelico è un ricettacolo di spezie.
Quali altri piaceri vi si adagino, lo sa la lingua.
Ma non può dirlo."
Srngarakarika, Kumaradadatta,
XII sec.d.C.
(Adolfo Valente photography)
La sua bocca, deliziosa come un mango maturo.
Baciare la sua pelle è assaggiare il loto.
L’incavo del suo ombelico è un ricettacolo di spezie.
Quali altri piaceri vi si adagino, lo sa la lingua.
Ma non può dirlo."
Srngarakarika, Kumaradadatta,
XII sec.d.C.
(Adolfo Valente photography)
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21/07/17
"Io non ero mai giunto, in nessun più alto sogno del mio spirito, a ideare quest’altezza. Tu ti levi sopra tutte le mie idealità, tu splendi sopra tutti gli splendori del mio pensiero, tu m’illumini d’una luce che è quasi per me insostenibile..."
Gabriele D'Annunzio,
"Il piacere"
(1889)
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20/07/17
"In un mondo che
Non ci vuole più
Il mio canto libero sei tu
E l'immensità
Si apre intorno a noi
Al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il sentimento
Nasce in mezzo al pianto
E s'innalza altissimo e va
E vola sulle accuse della gente
A tutti i suoi retaggi indifferente
Sorretto da un anelito d'amore
Di vero amore."
Non ci vuole più
Il mio canto libero sei tu
E l'immensità
Si apre intorno a noi
Al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il sentimento
Nasce in mezzo al pianto
E s'innalza altissimo e va
E vola sulle accuse della gente
A tutti i suoi retaggi indifferente
Sorretto da un anelito d'amore
Di vero amore."
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"Adesso nel nitore del mezzogiorno puoi donarmi
la tua latitanza assoluta tra gli sterpi.
Adesso che non c’è ombra che ci protegga,
che l’estate accoglie
tutte le estati passate e tutte quelle a venire
dimmi
quale sole può esplodere la sua belligeranza
quale rogo attende
le parole in rivolta – tu ammutolisci la pronuncia
chiedi stanotte al capanno la tregua del buio.
Domani al sole fermenteranno le ore.
Ci sarà teso l’agguato del tempo
quale mai l’abbiamo atteso.
Tu scrivi, te ne prego, il mio nome nevralgico
sfiora la mia vena tesa allo spasmo,
il cataclisma che temiamo."
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19/07/17
"Certi attimi valgono anni d’attesa. Di lei mi ricorderò sempre come un momento di desiderio infinito, un momento di quelli che a descriverli con le parole non ci riesci mai fino in fondo.
Eravamo sul mio divano e la mia mano era andata a cercarla nel suo posto più intimo. Da molto sognavo, desideravo quel momento, così tanto da sentire la passione smisurata di un uomo che vuole amare la sua donna senza potersi trattenere nemmeno un minuto di più.
Eppure d’improvviso, seguendo il contorno delle sue labbra, incrociando i suoi occhi, la mia mano si è fermata, rimanendo immobile fra le sue gambe. Forse in quell'istante era lei ad aver penetrato con i suoi occhi la mia mente. Mi sembrava quasi di profanare il suo corpo, avvolto da una luce eterea, da una purezza estrema, disarmante.
Lei era la perfezione in miniatura, così fragile, così bella, così indifesa. La guardavo, il suo volto era così sereno, abbandonato, lei dipendeva dai miei movimenti ed io dalla mia commozione mentale. Mi sembrava di guardarla come lei non era riuscita a vedersi mai. Mi sembrava potesse pensarsi ancora più bella di quel che sapeva di essere in quell'istante, attraverso il mio sguardo. E se lei avesse potuto guardarsi coi miei occhi si sarebbe innamorata del mio desiderio, perché era dentro quel desiderio, fermo così, come d’incanto, che avevo capito di provare ancor più di ciò che credevo.
Ci siamo guardati a lungo e forse si fa l’amore anche così, con gli occhi negli occhi, i pensieri nei pensieri. Tutto ciò che ricordo era questo infinito, pazzesco, irrefrenabile desiderio di starle addosso e non per sesso. Per annusarla, per sprofondare nel suo odore, per fissarmelo come una seconda pelle."
Massimo Bisotti
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“Dietro quel seno, quelle labbra da baciare al sapore di pesca, si chiudeva a chiave e si portava dentro una piccola dispettosa bambina di cinque anni, lei che non voleva crescere, che non aspettava altro che le rimboccassero le coperte calde. Lei era magia incompresa, ma io l’avevo capita.”
Charles Bukowski
(Alisa Verner photography)
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18/07/17
"Dino, provo qualcosa di tanto forte, che non so come lo reggerò (...). Mi aspetti, dimmi, mi aspetti, vero? Saremo soli sulla terra. Bruceremo. Hai visto che siamo vergini, che qualcosa non ci fu mai strappato? Per noi. Più a fondo, più a fondo, ci mescoleremo allo spazio, prendimi, tiemmi, io non ti lascio, bruceremo. Dimmi che mi manca così il respiro perché mi chiami, perché mi vuoi..."
"Un viaggio chiamato amore - Lettere 1916-1918"
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"Abito senza pieghe questa presenza,
non bastano spilli e nemmeno respiri.
Voce per poche lettere scucite coi denti.
Mi vesto allora del tuo tempo
spiegata alla carezza che imperla l’orlo
calda del gesto e del tormento.
Ferita irrimarginata tra sera e risveglio,
approdo e tempesta, calice e cielo.
Il groviglio di sangue in grembo dice domani.
E, tu, perpetuo moto
a creare ogni momento quello che manca."
Angela Greco
(Jean-Claude Sanchez photography)
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17/07/17
"Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla - ora soltanto - per la prima volta. Devi creare un nesso tra il fatto che nei momenti più veri tu sei inevitabilmente ciò che fosti in passato […] e il fatto che soltanto le cose ricordate sono vere."
Cesare Pavese,
"Il mestiere di vivere"
(28 gennaio 1942)
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