30/01/24

Talvolta mi chiedono
se sto cercando un posto
in cui l’anima smetterà di vagare,
un posto in cui fermarmi
senza più il desiderio di partire.
Chissà... la gioia è forse poter sempre partire.

Sujata Bhatt

29/01/24

Come vorrei essere pianoforte:
esaudire il tuo sogno d’infinito
attraverso i miei tasti
e farti sospirare in bianco e nero.
Tu, che dell’arte sei allievo e maestro,
ne trarresti da artigiano della musica
il massimo splendore,
e beati ne sarebbero i presenti.
Beami ancora un po’ di queste perle di catarsi,
oh immagine sublime
che di quest’apostrofe sei referente,
e lasciati dar vita
nel buio creativo di questa stanza da letto.
Un tempo mi dicesti serio,
con l’onestà di un ubriaco,
che sarei dovuta diventare pianista:
smettere di bramare le tue corde
per concedermi ai tocchi sopraffini
delle piume sulle ali.
Angelico fosti allora,
nella verità segreta di una frase non più ricordata:
e ci sono io che la raccolgo ora,
lettera dopo lettera,
per renderle giustizia e ricostruirne la memoria.

Paola Vento

28/01/24

Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore non perdonerebbe mai.
Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
[…]
È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perchè mobile.

Wislawa Szymborska

(Patrick Roux photography)

26/01/24

“Appartengo a te – replicò lei – e a nessun altro. E comunque non ho nulla in contrario a che tu sia geloso, finché i tuoi tormenti mi divertono, ma guai a te se la tua gelosia dovesse annoiarmi: credo veramente che questa tua follia non sia altro che una sensualità demoniaca, insaziata”.

“Venere in pelliccia”,
Leopold von Sacher Masoch

(Spyro Zarifopoulos photography)

25/01/24

Ti lascio abitare ogni angolo
della casa, far parte di un quadro,
scegliere il film.
Sono piccoli miracoli le isole
che fa la vita,
questo adagiarsi di polvere e sole
che veste gli spazi,
impregna ogni singola fibra
ma non ci contiene del tutto.
E non dico di te
perché sei solo tu
soltanto
la radice
che lega le lingue,
tu solo conosci il nome
di tutte le stanze, il ritrarsi
del lago quando fa notte.

Anna Salvini

(Stefan Beutler photography)

24/01/24

Se, alla luce delle cose, tu scolori
davvero, eppure debolmente sottratta
alla nostra determinata e giusta
distanza, come la luna lasciata accesa
tutta la notte tra le foglie, possa
tu invisibilmente allietare questa casa;
o stella, doppiamente compassionevole, venuta
troppo presto per il crepuscolo, troppo tardi
per l’alba, possa la tua pallida fiamma
dirigere il peggio in noi
attraverso il caos
con la passione del
semplice giorno.

Derek Walcott,
“Mappa del Nuovo Mondo”

(Michael Görg photography)

23/01/24

La notte in cui Eliza era entrata nella camera di Tao Chi'en le cose andarono diversamente rispetto agli abbracci clandestini e frettolosi del suo primo amante in Cile. Quella notte scoprì alcune delle molteplici possibilità del piacere e fu iniziata alla profondità di un amore che sarebbe rimasto l'unico per il resto della sua vita. Con infinita pazienza Tao Chi'en la spogliò a poco a poco degli strati di timore accumulati e degli inutili ricordi, la accarezzò con infaticabile perseveranza fino a quando lei smise di tremare e aprì gli occhi, fino a quando si rilassò sotto le sue dita esperte, fino a quando la sentì fluttuare, aprirsi, illuminarsi. La sentì gemere, chiamarlo, supplicarlo; la vide arresa e umida, disposta a consegnarsi e a riceverlo con pienezza: fino a quando nessuno dei due fu più in grado di sapere dove si trovava, chi era, dove finiva uno e cominciava l'altra. Tao Chi'en la condusse oltre l'orgasmo, in una dimensione misteriosa in cui l'amore e la morte si assomigliano. Sentirono che i loro spiriti si espandevano, che i desideri e la memoria scomparivano, che si abbandonavano in un'unica immensa chiarità. Si abbracciarono in quello spazio straordinario riconoscendosi, perché forse erano già stati lì insieme nelle vite precedenti e ci sarebbero tornati più e più volte nelle vite future. Erano amanti eterni, continuare a cercarsi e ritrovarsi era il loro karma.

Isabel Allende,
“Ritratto in seppia”

22/01/24

Chi ama non respinge.
La vita non finisce certo domani.
Smetterò di aspettarti,
e tu arriverai all’improvviso.
E tu arriverai quando è buio,
quando la tempesta di neve batterà al vetro,
quando ricorderai come da tanto
non ci riscaldavamo a vicenda.
[…]
E la tempesta di neve ricoprirà le strade
sulle lontane vie d’accesso al portone.
E nella casa regneranno tristezza e silenzio,
l’ansimare del contatore e il fruscio delle pagine,
quando busserai alle porte,
salito di corsa in un fiato.
Per questo si può dare tutto,
e a tal punto ci credo,
che mi è difficile non aspettarti,
tutto il giorno senza staccarmi dalla porta.

Veronica Tušnova

(Julien Lallouette photography)

21/01/24

Voglio essere tutte le volte che vorrei.
Scrivere sulla tua bocca
la naturale circonferenza del mio cuore.
Riuscire a riuscirci, ritrattare l'ennesimo rifiuto,
e buttare tutto il fuoco rimasto a bruciare su di noi.
Essere esserti essenza o peccaminosa indolente mancanza.
Se fossi una poesia, sarei discretamente il giorno
che a notte eclissa il tuo nome, ma sono solo un poeta
che di afona voce immagina.
Non basta nemmeno l'anima
al nostro corpo di inutile materia.
Vorrei esserti tutte le volte che non sono.

Gianluca Nadalini

(Stefan Beutler photography)

19/01/24

“E stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me
Ma nella mente tua non c'è
Capire tu non puoi
Tu chiamale se vuoi emozioni...”

Lucio Battisti

(Laurent Ringeval photography)

18/01/24

L'harem esiste da sempre, divide il nostro essere in una dualità non riconoscibile. In ogni donna c'è un harem accuratamente nascosto, e sono rare quelle che aspirano alla veridicità delle loro parole.
Perse tra un passato lontano e un presente in divenire, credono nell'istante magico, sacro. Ogni momento è un luogo di liberazione e così passano la vita attaccate a dei “ora e qui” che l'oscurità della notte finisce col portare via.

“Donne incompiute”,
Houria Boussejra

(Thomas Capasso photography)

17/01/24

E ti bacio la bocca bagnata di crepuscolo

No, non voglio baciarti
in una giornata di sole.
Non voglio che sia estate.
Non voglio che sia in mezzo alla folla.

Vorrei baciarti in una di queste sere d’inverno,
quando il sole scolora nel grigio e nel freddo;
quando sarà più facile
trovare, insieme,
l’alba dentro l’imbrunire.

Pablo Neruda

16/01/24

Quando ti guardo, ho la sensazione che tu ti stia trasformando nell'eterno tema dei miei quadri. L'incontro di due mondi. Una doppia esposizione.

“L'insostenibile leggerezza dell'essere”,
Milan Kundera

(Pascal Chapuis photography)

14/01/24

Mi definiscono una persona riservata, ed è abbastanza vero.
Lo dicono quasi fosse un limite.
Io, al contrario,
ho sempre pensato alla riservatezza
come a una specie di regalo.
Riservare qualcosa ha a che fare
col tenerlo in serbo per qualcuno,
che sia un tavolo al ristorante,
la copia di un libro, una bottiglia di vino,
oppure una parte fondamentale di noi.

“L’invenzione di noi due”,
M. Bussola

13/01/24

E resto in silenzio sulla soglia di me. Qui dopo una giornata di parole. Le disperdo nel vento e osservo i comportamenti, me lo hai insegnato tu. 
I comportamenti vestono i caratteri. Il resto serve a poco. Anche le parole. Io invece vesto il mio sentire. Mi resta addosso tutto ciò che penso […]. Perché prima di ogni cosa ci sono attimi e preludi, ci sono sguardi e tempeste, parole e voglie, prima di tutto c’è quell'intimità col cielo che va oltre. E in quell'intimità mi ritrovo sempre con l’anima nuda.

Beatrice Niccolai

12/01/24

Ho da fare!
Sto fabbricando
un modello di cuore
interamente
nuovo!

Un cuore
per il futuro: con cui sentire e amare.
Un cuore
con cui capire gli uomini

e anche in grado di dirmi a chi
io possa liberamente
stringere la mano –
e a chi
non dovrei tenderla
mai.

Semën Kirsanov

11/01/24

Sei nelle parole accartocciate
per il troppo silenzio,
nei coriandoli sbiaditi d'una falsa allegria,
nel pulsare snervato del rivo nelle vene,
persino nel battito del tempo:
mesi ed anni arrugginiti
nel distacco.

Nel mio cuore,
vergato a lettere dorate,
il nome più bello del calendario,
– il tuo nome –
perennemente nei chiaroscuri
dei miei pensieri scarmigliati:
volto, voce,
mancanza e presenza,
acuta spina d'una rosa.

Sara Rodolao

(Marta Glińska photography)

10/01/24

Il cammino verso l’addio è a volte confuso. 
Avrei dovuto salutare 
prima che tutto fosse rotto, disfatto, offuscato, distorto. 
Non eri più tu con me, né io con te. 
Eravamo a chilometri di distanza. 
Solo ci univa la rabbia dell’addio che non pronunciavamo, 
la paura del ricominciare di nuovo da un luogo simile al passato. 
Il silenzio avvolgeva tutto mentre fingevo che non era così. 
Ho preferito il rumore all’assordante verità.

Sara Búho

(Lauren Semivan photography)

09/01/24

Tu sia benedetta: tu e la tua impassibilità.
Benedetta tu sia
tu che crei la vertigine nella calma,
la calma in seno alla passione.
Benedetta tu sia
tu che lasci l'uomo nudo di fronte a se stesso,
che abbatti le fondamenta del quotidiano.

Vinícius de Moraes

08/01/24

Un amore in inverno,
è raccolto nel ritmo della pioggia sul vetro,
e là dove piove,
il vetro ha trame di gelo
che restano fuori.

Che restino fuori,
per tutto il tempo che serve
alle mie mani
per accogliere le tue forme fiere;
per tutto il tempo che serve
alle tue mani per tenermi
dentro di te,
metafora del porto, slancio di vita.

Che restino fuori da noi
tutti gli spasmi e tutte le pene del giorno,
la sera buia dei primi mesi,
si sciolga in noi invece
il liquido calore del seme e del ventre.

Il tempo non è più la pioggia che scorre,
fuori, o il battito dell'ora, dentro.
Il tempo siamo noi.

Pierpaolo Annunziata

(Bogdan Bousca photography)

07/01/24

Mi sentivo ed ero un libro con righe chiare
di parole sensibili e taglienti,
nessuno sapeva intravederne le fragilità,
si pungevano e andavano via.
Sono sempre stata e mi son sempre sentita
come un libro aperto,
circondato da analfabeti.

Sylvia Plath

(George Pruteanu photography)

06/01/24

È, oltre l'indifferente spettacolo della vita presente, ritrovare improvvisamente nel ricordo risuscitato del passato, il sentimento che lo animava, un incanto dell'immaginazione che ci lega definitivamente alla vita e ce la incorpora, come se il nostro passato, che il godimento ha lasciato fuggire, che il nostro pensiero non ha compreso, che la nostra memoria ci presenta così incerto, fosse per sempre riafferrato dalla contemplazione. Sono quelle le ore belle nella vita di un poeta, quando il caso pone sul suo cammino una sensazione che racchiude un passato e promette alla immaginazione sua di far conoscenza col passato che non aveva conosciuto, che non era caduto sotto il suo sguardo e che l'intelligenza, lo sforzo, il desiderio, nulla, avrebbe potuto fargli conoscere. Gli ci voleva il ricordo, non proprio il ricordo ma la trasmutazione del ricordo in una realtà direttamente percepita.

Marcel Proust


05/01/24

Io inciampo
inciampo spesso e anche
perdo l'equilibrio
senza motivo
così, da ferma
come ci fosse un invisibile salto.
Io mi addormento
nella veglia, seguo un'altra scia
rispetto a quella evidente
del discorso e della vista.
Seguo un'assenza di mappe
come un fiuto di trasparenze,
mi ritrovo senza filo
e geografia in un campo aperto
campo di pace antelucana
non di battaglia.

Chandra Livia Candiani

(Self-portrait by Vallie Plagirafe)

04/01/24

È bello, amore, sentirti vicino a me nella notte,
invisibile nel tuo sogno, seriamente notturna,
mentr'io districo le mie preoccupazioni
come fossero reti confuse.

Assente il tuo cuore naviga pei sogni,
ma il tuo corpo così abbandonato respira
cercandomi senza vedermi, completando il mio sonno
come una pianta che si duplica nell'ombra.

Eretta, sarai un'altra che vivrà domani,
ma delle frontiere perdute nella notte,
di quest'essere e non essere in cui ci troviamo

qualcosa resta che ci avvicina nella luce della vita
come se il sigillo dell'ombra indicasse
col fuoco le sue segrete creature.

Pablo Neruda

02/01/24

Di tanto in tanto una scaglia, un profilo, lo strascico di un vestito, una lancia, una gamba, una mano, si sbriciolano in coriandoli di malta. I colori cedono. Si aggrumano, si screpolano, si staccano. Ma alla luce oscillante di una lampada quei relitti, quelle ombre sembrano muoversi. E allora, da scena a scena, da un gesto all’altro, ricomincia il racconto delle donne e degli uomini, della libertà e della solitudine, della visione e del buio – armonia e dissonanza, linea e circolo, stasi e movimento.
Le cose sono immobili solo nella mia memoria, lo stesso ricordo si ripete mille volte come un nuovo debutto a teatro. Sipario, buio, nessun applauso.

“La camera di Baltus”,
Melania G. Mazzucco

01/01/24

Procurarsi una lingua
che parla il seme e il verbo del disgelo.
Farsi sete – cercare il ristoro di ogni fonte
abbeverarsi all'eco
dell'altro che reca in mano
la voce ferita che ci salva
l'alfabeto dell'unico cielo che ripara.

“Hairesis”,
Francesco Marotta

(Andrea Céline photography)