31/07/23

Toccai la creazione con la mia fronte.
Sentii la creazione nella mia anima.
Le onde mi chiamarono nel profondo.
E poi si chiusero le acque.

José Hierro

30/07/23

Stando in silenzio, ti sento
e una pace mi scende dentro,
t’ho cercata per quanto tempo
per quanti giorni ho camminato solo
senza sapere dove
ché ti avevo persa,
cioè non mi ero accorto che ti avevo persa
non mi ero accorto neanche che ti avevo vicina,
ti avevo vicina e non ti vedevo
tu mi parlavi e io non mi chiedevo
di chi fosse quella voce.

Claudio Damiani

28/07/23

Io sono già nella parte, frivola e leggera: la falena gira intorno alla sua luce, il vino muove la voce. Dondola il lampadario e il vino promette buono: leggerezza, dimenticanza, oblio. Dolce è la falena mentre gira intorno all'uomo muto, con il calice alzato e il braccio nudo, dondola e si fa annusare […]. Guarda me... il mio giro in volo attorno alla luce, il mio cerchio ebbro di vino. Senti l'alito di mosto rosso. Io sono la falena e intono il mio canto notturno, un ronzio d'ali che ti ruota intorno, che gira e ti sfiora appena, ti scompare dietro le spalle e ti riappare a pieno viso, di nuovo alla schiena e ancora di fronte. Gira, e a ogni giro lascia un pezzo di stoffa ai tuoi piedi.

“Prima di questo letto”
Stefania Piloni

(Jiri Ruzek photography)

27/07/23

È vero, sono libera,
e in questa libertà, perduta.

Ingeborg Bachmann, Paul Celan,
“Troviamo le parole. Lettere 1948-1973”

26/07/23

Siamo pervase dalla nostalgia per l'antica natura selvaggia. Pochi sono gli antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti. Ma l'ombra della donna selvaggia ancora si appiatta dentro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti.

Clarissa Pinkola Estés

(Jonathan Hallam photography)

24/07/23

Le loro conversazioni a bassa voce, perfino le più inconsistenti, erano colme di significato, come i dialoghi di Platone. Anche più dell'affinità delle loro anime, li univa l'abisso che li divideva dal resto del mondo. Tutti e due provavano la stessa avversione per quanto è fatalmente tipico dell'uomo d'oggi, per la sua artificiosa esaltazione, per la sua enfasi chiassosa, per quella mortificante inerzia della fantasia che innumerevoli lavoratori dell'arte e della scienza si preoccupavano di alimentare, perché la genialità resti un'eccezione […]. Gli istanti in cui, come un alito d'eternità nella loro condannata esistenza umana, sopravveniva il fremito della passione, costituivano momenti di rivelazione e di un nuovo approfondimento di se stessi e della vita.

“Il dottor Živago”,
Borís Leonídovič Pasternàk

(Michel Perez photography)
Ho aperto la finestra alle otto di mattina. Nella casa di fronte c'era il consueto disordine. Il mio occhio ha notato subito un oggetto rosa e si è fermato a contemplarlo. Si trattava di una camiciola da notte abbandonata sopra un letto coniugale sfatto, una camiciola lasciata cadere dalla donna prima di andare a lavarsi nel bagno, e ondeggiava, tremava nei suoi volantini al fresco soffio del mattino. Conservava, pur così aerea, tutto il tepore della notte. E io pensavo a quello ch'era avvenuto nelle ore della lunga notte.

Alberto Lattuada,
Diario di un grande amatore

(Michael G. Magin photography)

22/07/23

Scritto sul corpo c'è un codice segreto, visibile solo in certe condizioni di luce; quello che si è accumulato nel corso della vita si ritrova lì. In certe parti il ​​palinsesto è inciso con forza tale che le lettere si possono sentire al tatto, come se fosse scritto in braille. Preferisco tenere il mio corpo ripiegato, al riparo da occhi indiscreti. Mai aprirsi troppo, svelare tutta la storia.

“Scritto sul corpo”,
Jeanette Winterson

(“DarkSide” by Xavier Blondeau)

21/07/23

Nel naufragio di tutto, la tenerezza rimane a galla.

Victor Hugo

(Pola Esther photography)

20/07/23

“Un jour léger”

Prendete la vita con leggerezza.
Che leggerezza non è superficialità,
ma planare sulle cose dall'alto,
non avere macigni sul cuore.

Italo Calvino

18/07/23

Ti guardo, mi basta guardarti, e mi sembra già di possederti. Ti accarezzo. Con gli occhi. Vedo la tua schiena. Il mio sguardo è un dito che si posa. L'orecchio, la sua guancia. Il naso. La bocca, di profilo. E le tue braccia. Ti sto accarezzando tutta, con gli occhi. Sei qui con me, adesso. Sei tra le mie braccia.

“Amore a ore”,
Giovanni Bogani

(Andrea Céline photography)

17/07/23

Io so bene che dentro la mia stanza
c’è un amico invisibile,
non si rivela con qualche movimento
né parla per darmi una conferma.

Non c’è bisogno che io gli trovi posto:
è una cortesia più conveniente
l’ospitale intuizione
della sua compagnia.

La sola libertà che si concede
è di essere presente.
Né io né lui violiamo con un suono
l’integrità di questa muta intesa.

Emily Dickinson

(Ima GI by Alessandro Lercara)

16/07/23

Come in un anno bisestile
sei il mio giorno in più.
Mi equilibri il tempo
che impiego per girare
intorno a me.

Michela Salzillo

(Dorota Gorecka photograhy)

14/07/23

A cosa mi è servito correre per tutto il mondo,
trascinare, di città in città, un amore
che pesava più di mille valigie; mostrare
a mille uomini il tuo nome scritto in mille
alfabeti e un’immagine del tuo volto
che io giudicavo felice?
A cosa mi è servito respingere questi mille uomini, e gli altri mille
che fecero di tutto perché mi fermassi, mille
volte pettinando le pieghe del mio vestito
stanco di viaggi, o dicendo il tuo nome
così bello in mille lingue che io mai
avrei compreso?
Perché era solo dietro te
che correvo il mondo, era con la tua voce
nelle mie orecchie che io trascinavo il fardello
dell’amore di città in città, il tuo nome
sulle mie labbra di città in città, il tuo
volto nei miei occhi durante tutto il viaggio.

Maria do Rosário Pedreira

C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.

Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.

Ascolti.
Le parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.

“Estate”,
Cesare Pavese

(Natalie Cottee photography)

11/07/23

Assorbito il nero
il disgusto della polvere
accovacciato in un sorriso
il senso triste dello sguardo
consegno i passi
al filo di sangue che mi lega
m’incammino
tu resta e guardami
come un dio diviso
che si ritira silenzioso
e non chiederti
per quale colpa, quale confine.

La bellezza del nero”,
Daniela Muti

10/07/23

Comincia già ad albeggiare, vede? A volte la mattina, con il sole, si stenta persino a credere che ci sia stata la notte.”

Ingrid Bergman a Joseph Cotten
nel film “Angoscia”
(1944)

09/07/23

To see a world in a grain of sand
And a heaven in a wild flower,
Hold infinity in the palm of your hand
And eternity in an hour”.

William Blake

08/07/23

Girata di schiena mi guardavi con occhi e seni, con labbra che disegnavano un fiore dai petali indolenti. Ho dovuto piegarti le braccia, mormorare un ultimo desiderio nello scorrere delle mie mani sulle più dolci colline, sentendo come poco a poco cedevi e ti mettevi di lato fino a rendermi il setoso muro della tua schiena, laddove spuntava una minuta scapola con qualcosa di ala d’angelo infangato […]. So di avere chiuso gli occhi, di avere leccato il sale della tua pelle, di essere sceso facendoti roteare fino a sentire i reni nello stringere la tua brocca, lì dove si appoggiano le mani nel ritmo dell’offerta; in qualche momento arrivai a perdermi nel paesaggio sottratto e oscuro che arrivava al godimento delle mie labbra mentre tu, là, nel tuo paese di sopra e di lontano, mormoravi la tua pena in un’ultima difesa abbandonata.

“La tua più profonda pelle”,
Julio Cortàzar

(David Dubnitskij photography)

06/07/23

Il sesso non può stare su una striscia stretta, ma in mare aperto, la musica deve salire dai violini profondi, la carezza tocca la pelle e tocca abissi, bisogna toccare ogni luogo del corpo e della mente, giocare con tutte le donne e tutti gli uomini che abbiamo in noi.

Franco Arminio,
“Studi sull'amore”

(Pierre Dal Corso photography)

04/07/23

Ci vorrebbero giudicare ‒ e come?
Tu hai servito il Cielo, non è vero?
O hai fatto del tuo meglio.
Io non potevo ‒

Perché tu hai saturato la mia vista ‒
e non ho avuto più occhi per guardare
perfezioni così squallide
come il paradiso.

E se tu fossi dannato
lo sarei anch'io ‒
anche se il mio nome risuonasse
altissimo nella gloria celeste.

E se tu fossi redento
ed io invece condannata ad essere
là dove non sei tu ‒
sarebbe quello l'inferno per me.

Incontrarci a distanza ‒
questa è la nostra sorte ‒
tu là ‒ io qua ‒
con solo la porta socchiusa ‒
oceni e preghiera ‒
e quel bianco nutrimento ‒
la disperazione.

Emily Dickinson

(Dorota Gorecka photography)

03/07/23

Si trascorre una vita intera preparandosi a qualcosa. Prima ci si sente offesi e si vuole vendetta. Poi si attende. Da molto tempo, ormai, attendeva. Non sapeva più a che punto il risentimento e la sete di vendetta si fossero trasformati in attesa. Nel corso del tempo tutto si conserva, però si scolorisce come quelle fotografie di un passato ormai lontano che venivano fissate su una lastra di metallo. Bisogna rigirare l'immagine perché la luce cada da una certa angolazione, per poter individuare, su quella superficie confusa, la persona i cui lineamenti erano riflessi un tempo dal suo specchio. Così sbiadiscono nel corso degli anni tutti i ricordi umani...

“Le braci”,
Sàndor Màrai

(Claudio Capanna photography)

01/07/23

Così, uniti e divisi,
tu là, io qui,
dovremmo rimanere con la porta socchiusa,
come due oceani.

Emily Dickinson

(Sylvain Emmanuel photography)