Non esistono atti della carne e atti dello spirito, amori erotici e amori sentimentali. Il divino e l’infernale, il puro e il torbido, il morale e l’immorale, il sublime e l’infimo, sono sempre intimamente connessi. Possano le parole, la poesia e la fotografia, continuare a lungo nel dirigere, dalle loro diverse prospettive, il desiderio e gli atti viziosi, il sacro e il profano, in tutta la loro nobiltà. Dal cielo, attraverso il mondo, fino all'inferno... se vorrete.
27/02/22
25/02/22
E quando faremo l'amore voglio chiudere gli occhi e sfiorare con delicatezza i tuoi peli, laggiù, sotto l'ombelico, per sentirne sotto le dita quel punto, uno dei punti, delicato e setoso, in cui da bambina ti sei trasformata in donna.
“Che tu sia per me il coltello”,
David Grossman
23/02/22
22/02/22
18/02/22
Dunque, da questa mia inapparenza mi compiacevo di vedere e ascoltare. Potevo sognare liberamente. Era bello, davvero, come se vivessi fuori dalla storia, in un mio spazio intatto, assoluto, protetta, e allo stesso tempo presente […]. Mi sono ritirata quassù. C’è calma. Non arriva nemmeno l’eco di nascite, matrimoni, morti. Sono stanca. Sempre le stesse cose – gli uni salgono, gli altri scendono – primi, secondi e terzi tutti uguali (e anche i migliori, una volta al potere – lo sapete).
Intanto questa faticosa ripetizione, alla lunga, finisce per trasformarsi in qualcosa di bello, di salutare quasi; ti dà l’impressione, come dire, dell’effimero e dell’inesauribile allo stesso tempo – una serena continuità, qualcosa di sconosciuto e familiare, che ti risolleva – un’idea di terrificante eternità, ma pur sempre d’eternità.
“Crisòtemi”
da “Quarta Dimensione”,
Ghiannis Ritsos
16/02/22
Ora entriamo nella penetrazione,
nel rovescio pungente
di ciò che infinitamente si divide.
Entriamo nell’ombra divisa,
nella copula della notte
con il dio che scoppia nelle sue viscere
nella scissione indolore della cellula,
nel rovescio della pupilla,
nell’estremità terminale della materia
o nel suo unico inizio.
Nessuno potrebbe strapparmi ora
al territorio impuro di questo canto
e nessuno ha in questo posto
autorità sul mio sogno.
Né dio né uomo.
Viene da sola dalla notte la notte,
come dalla durata l’interminabile,
come dalla parola il labirinto
che in essa trova l’entrata e l’uscita
e come dall’informe viene fino alla luce
il limo originale del vivente.
José Ángel Valente
15/02/22
L’amore,
sostantivo,
molto sostanziale,
singolare,
di genere né maschile né femminile,
di genere indifeso.
Al plurale
gli amori indifesi.
La paura,
sostantivo,
all’inizio singolare
e poi plurale:
le paure.
Le paure
d’ogni cosa da ora in poi.
Il ricordo,
nome proprio dei dispiaceri,
singolare,
solo singolare
e indeclinabile.
Il ricordo, il ricordo, il ricordo.
La notte,
sostantivo,
di genere femminile,
singolare.
Al plurale
le notti.
Le notti da ora in poi.
Kikí Dimulà
13/02/22
Nonostante la certezza di quel legame, sapeva che non ci si può amare sempre, e mai nello stesso modo, e il loro gioco era quello: zigzagare tra i giorni in cui ci si ama davvero e quelli in cui ci si ricorda di essersi amati così tanto da provare ad amarsi ancora […] perché quando una persona se ne va, non ti manca mai la sua figura intera, ma il dettaglio. E del dettaglio, la sua vicinanza.
“La strada del ritorno è sempre più corta”,
Valentina Farinacci
12/02/22
Hai mai conosciuto persona che fosse molte cose in una, le portasse con sé, che ogni suo gesto, ogni pensiero che tu fai di lei racchiudesse infinite cose della tua terra e del tuo cielo, e parole, ricordi, giorni andati che non saprai mai, giorni futuri, certezze, e un'altra terra e un altro cielo che non ti è dato possedere?
“La belva”, da Dialoghi con Leucò,
Cesare Pavese
10/02/22
Potresti essere come me, cercare il perché di ogni cosa, stremata, fino a comprendere che non sempre c’è un perché a tutte le infinite domande che si affacciano alle finestre del tempo. E ogni tanto il dolore si trasforma in rabbia, e ogni tanto la rabbia si trasforma in dolore, e ogni tanto le parole perdono il loro significato originale per lasciare originale solo la nostra condizione del cuore.
E così oggi ti dedico una notte. Libera, silenziosa, bellissima. Potresti essere come me, mentre la tua anima spara vibrante fuochi d’artificio che non morranno dopo mezzanotte ma conterranno gli spasmi di sospiri dei piaceri tuoi, miei e delle stelle. E quando mi parli nel sogno non darmi ragione svegliandomi senza esserci, lì con uno sguardo innocente e allo stesso tempo terribilmente sensuale da riempirmi i bordi e i contorni della mente, per non farmi pensare a niente, a nient’altro se non che a svestire il pudore, a sudar liquido su lenzuola distese su un’estasi perfetta.
“La luna blu. Il percorso inverso dei sogni”,
Massimo Bisotti
07/02/22
Di tanto in tanto una scaglia, un profilo, lo strascico di un vestito, una lancia, una gamba, una mano, si sbriciolano in coriandoli di malta. I colori cedono. Si aggrumano, si screpolano, si staccano. Ma alla luce oscillante di una lampada quei relitti, quelle ombre sembrano muoversi. E allora, da scena a scena, da un gesto all’altro, ricomincia il racconto delle donne e degli uomini, della libertà e della solitudine, della visione e del buio – armonia e dissonanza, linea e circolo, stasi e movimento.
Le cose sono immobili solo nella mia memoria, lo stesso ricordo si ripete mille volte come un nuovo debutto a teatro. Sipario, buio, nessun applauso.
“La camera di Baltus”,
Melania G. Mazzucco
06/02/22
04/02/22
03/02/22
C’è qualcosa di troppo in me.
Trabocco dalle mie sponde
come un lievito. Il lievito ha
un suo genere specifico di felicità.
Vado, sempre vado,
a volte si unisce a me un uomo.
Andiamo insieme,
lui dice che è fino alla morte,
poi si perde in un crepuscolo
come cosa senza importanza.
Vado sola,
poi nuovamente a una svolta
appare un nuovo compagno.
Vado, continuamente vado,
un vento mi spinge per le strade.
Sulle mie strade
soffia sempre il vento.
Anna Świrszczyńska
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