19/04/24

Guardami di nuovo
Perché stanotte
Mi sono guardata come se a guardarmi fossi tu.
Ed era come se l’acqua
Desiderasse
Sfuggire alla sua casa che è il fiume
E galleggiando appena, nemmeno lambire la riva.
Ti ho guardato.
E da tempo capisco di essere terra.
Da tanto tempo aspetto
Che il tuo corpo d’acqua più fraterno
Si distenda sul mio.
Pastore e navigante
Guardami di nuovo.
Con meno arroganza.
E con più attenzione.

Hilda Hilst

(Davide De Martino photography)

18/04/24

Abito senza pieghe questa presenza,
non bastano spilli e nemmeno respiri.
Voce per poche lettere scucite coi denti.
Mi vesto allora del tuo tempo
spiegata alla carezza che imperla l’orlo,
calda del gesto e del tormento.
Ferita irrimarginata tra sera e risveglio,
approdo e tempesta, calice e cielo.
Il groviglio di sangue in grembo dice domani.
E, tu, perpetuo moto
a creare ogni momento quello che manca.

Angela Greco

17/04/24

Tu sei per la mia mente, come cibo per la vita.
Come le piogge di primavera, sono per la terra.
E per goderti in pace, combatto la stessa guerra
che conduce un avaro, per accumular ricchezza.

Prima, orgoglioso di possedere e, subito dopo,
roso dal dubbio, che il tempo gli scippi il tesoro.
Prima, voglioso di restare solo con te,
poi, orgoglioso che il mondo veda il mio piacere.

Talvolta, sazio di banchettare del tuo sguardo,
subito dopo, affamato di una tua occhiata.
Non possiedo, né perseguo alcun piacere,
se non ciò che ho da te, o da te io posso avere.

Così ogni giorno, soffro di fame e sazietà,
di tutto ghiotto, e d’ogni cosa privo.

William Shakespeare,
“Sonetto 75”

15/04/24

Sacro è se qualcuno
decide di trovarci
e ci trova in un punto
in cui non ci siamo mai fatti 
trovare da nessuno.

Franco Arminio

14/04/24

Più felice sono quando più lontana
porto la mia anima dalla sua dimora d'argilla,
in una notte di vento quando la luna brilla
e l'occhio vaga attraverso mondi di luce.

Quando mi annullo e niente mi è accanto
né terra, né mare, né cieli tersi
e sono tutta spirito, ampiamente errando
attraverso infinite immensità.

Emily Brontë

(1930 - Otto Hedler photography)

12/04/24

Sono un punto solo nel deserto rosso:
oggi è questa la mia dimensione, un punto
che non ha lunghezza, larghezza, profondità,
caduto dalla parte più alta del cielo su una terra
piena di silenzio e pura improvvisamente.
Ti scrivo da una zona rossa, ed è questa la verità:
i confini sono tracciati, il rosso ha riempito lo spazio,
vuoto, neutro, senza uscita, e tutti sono come me,
punti soli, senza illusione, nella prima primavera
del millennio che al tempo sta cambiando la faccia.
Ti scrivo e da questa stanza sussurro che se un punto
non ha dimensioni è perché forse le ha unite tutte in sé?
Pensarsi è unirsi – mentre la notte e il giorno
hanno un unico colore  – e impariamo a pensarci.

Maria Borio

(Mike Stacey photography)

11/04/24

Era necessario un addio, perché capissi,
che non c’è un addio per noi.

Blaga Dimitrova

(Julien Lallouette photography)

10/04/24

Devi perdere il tuo senso del pudore
nell'istante in cui mi pensi.

“Il piacere”,
Gabriele D'Annunzio

(Adolfo Valente photography)

08/04/24

Il silenzio è cosa viva

Lasciare spazio intorno ai gesti ordinari, dargli una stanza, li fa brillare, permette che aprano un varco nell'oscurità in cui di solito viviamo, nel nostro quotidiano sonno. Allora, pian piano, si ricevono le visite della consapevolezza: sono i miracoli del noto.

Chandra Livia Candiani

(Jean-François Jonvelle photography)

07/04/24

I visionari

I visionari sono esseri (non dico persone, perché molti animali, prima di tutto i gatti, lo sono) molto pudichi. Coltivano un pudore fondamentale nei confronti della realtà, sanno che si dà solo nei riflessi, nei millimetri, nei livelli zero.
Questo pudore nasce spesso da grandi crolli vissuti senza discussione, così, per sopravvivere, come si nuota senza pensiero, tranne lo scampo, quando c’è corrente forte che porta via. E con solitudine. Non in solitudine, necessariamente, ma con solitudine, sempre. Significa con un grande invisibile angelo, che ha la nostra stessa faccia, alle spalle, un angelo che non protegge né tantomeno salva, solo ci bisbiglia all’orecchio: “Sssssst ssssssst”, perché è più vecchio di noi.

Chandra Livia Candiani

Édouard Boubat photography,
“Nude of Wendy with his cat Mouche”
(Brooklyn 1983)

05/04/24

C’è un paesaggio interiore, una geografia dell’anima: ne cerchiamo gli elementi per tutta la vita. Chi è fortunato da incontrarlo, scivola come l’acqua sopra a un sasso, fino ai suoi fluidi contorni, ed è a casa. Alcuni lo trovano nel luogo di nascita, altri possono andarsene, bruciati, da una città di mare, e scoprirsi ristorati nel deserto. Ci sono quelli nati in campagne collinose che si sentono veramente a loro agio solo nell’intensa e indaffarata solitudine della città. Per qualcuno è la ricerca dell’impronta di un altro, un figlio o una madre, un nonno o un fratello, un innamorato, un marito, una moglie o un nemico. Possiamo vivere la nostra vita nella gioia o nell’infelicità, baciati dal successo o insoddisfatti, amati o no, senza mai sentirci raggelare dalla sorpresa di un riconoscimento, senza patire mai lo strazio del ferro rovente ritorto che si sfila dalla nostra anima, e trovare finalmente il nostro posto.
Una strana calma mi invase. Mandai un sospiro, profondo, come se a un tratto avessi cambiato pelle […]. Era l’esperienza di una frazione di secondo che cambia tutto, lo scontro automobilistico, la lettera che non dovevamo aprire, il nodulo nel petto o nell’inguine, il lampo accecante. Sul mio ordinato palcoscenico le luci erano accese, e forse finalmente io aspettavo tra le quinte.

“Il danno”,
Josephine Hart

04/04/24

Eccoti qui a riempire la giornata
di cose e di rammendi da fare
tra ferita e ferita
aspettando che finisca l’attesa
che arrivi la sorpresa d’un avviso
l’offerta d’una mano per accarezzarti il viso
la voce di un umano.

“Assonanze”,
Lucio Maraini

(Max Zadorozhnii photography)

03/04/24

Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo. Li. Ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.

Vladimir Nabokov,
“Lolita” (1955)

(Alessandro Casagrande photography)

01/04/24

Lei era come la luna,
aveva un lato che non mostrava mai,
amava sembrare invincibile,
restare distaccata da chiunque le si avvicinasse.
Viveva in un mondo tutto suo,
fatto di mancanze ma anche di tanta paura.
Paura di amare, di tuffarsi a picco nelle cose
e trovarci il vuoto.

Francesco Piscitelli

30/03/24

Raccoglimi

Vieni
inseguimi tra i cunicoli della mia mente
tastando al buio gli spigoli acuti delle mie paure.
Trovami nell’angolo più nero
osservami.

Raccoglimi dolcemente scrollando la polvere dai miei vestiti.
Io ti seguirò.
Ovunque.

Saffo

(Fabrizia Milia photography)

28/03/24

E sono pazze tutte le donne quando lasciano che si accenda in loro un amore segreto che, se sconosciuto e non corrisposto, distrugge la vita che lo nutre. E, se scoperto e ricambiato, conduce, come un ignis fatuus, in paludi selvagge da cui non c’è scampo.

Charlotte Brontë,
Jane Eyre

26/03/24

Marzo: mese d’attesa.
Le cose che ignoriamo
E le persone del nostro presagio
Sono in cammino.

Emily Dickinson

(Tomáš Jungvirt photography)

25/03/24

O tu fontana dal pensiero umano,
inesauribile fontana!
E qual è mai l’imperscrutata
legge che t’agita e t’incalza?
Come avida ti lanci verso il cielo!

Dentro te celi tutto un mondo
d’arcani, magici pensieri,
quali il fragore esterno introna,
quali il diurno raggio sperde:
ascolta il loro canto.

Fëdor Ivanovič Tjutčev

23/03/24

Il tuo fuoco mi marchia ovunque
il gioco divino
sommerge marosi carnali
e in ogni flutto il corpo
freme di piacere.
È una notte stregata di marzo,
sospiri di fiori vergini
diffondono il tuo nome selvatico
a colorare il mondo di un piacere
d’intensità ignota; si schiude
anche la corolla più buia
a profumare
di promesse i sentieri impercorsi.
E nell’ora più sola
sboccia un cielo nuovo di astri
rosso fuoco: ardono festeggiando
l’incontenibile beltà
dell’innescata stagione d’amore.
[…]
Sei la cruna in cui passa il filo
della mia vita e prende la forma
della tua fantasia.
M’intessi nelle ore più intense
e ricami il mio cuore nel prato
della voluttà e del canto puro.
I tuoi seni splendono,
lune piene nella notte dei sogni
senza fine, anche se questo cielo
come nuvole nel vento si dilegua
sulla soglia del giorno.

Tomaso Kemeny

(Simona Pistolozi photography)

21/03/24

Ho bisogno di ricordare e già di dimenticare.

“Le stanze dell'addio”,
Yari Selvetella